di Totò Riina*
Egregio dottor Massimo Fini, le chiedo scusa se mi permetto di rivolgermi a Lei, ma, benché io sia notoriamente religioso e credente, non so più a che santo votarmi. Da anni, anzi da decenni, sono vittima di un "racket dell’odio" che vede uniti certi settori di una magistratura deviata e si può dire l’intera stampa nazionale. Sono oggetto di un "accanimento giudiziario" che non ha precedenti né paralleli nella storia del nostro paese: centinaia di perquisizioni, anche nelle abitazioni dei miei familiari, decine di rinvii a giudizio, di processi, di sentenze senza che potessi beneficiare, almeno una volta, di quella prescrizione che, come Lei certamente sa, oggi non si nega a nessuno (continua)
Da Il Fatto Quotidiano del 19 gennaio Giustizia&Impunità | Massimo Fini
Nessun commento:
Posta un commento