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giovedì 14 novembre 2013

IL REVIVAL DEL POPULISMO - Il fenomeno Grillo e il lessico della democrazia


Non vorrei che il grillismo si arenasse in un confuso e inconcludente dibattito sulla antipolitica. Nel caso di Beppe Grillo, anti sta solo per dire «basta» con questi politici, con questi partiti e con questa politica. E, se così, il grillismo non ha sottintesi o implicazioni antidemocratiche.
Io non temo ritorni al fascismo né al comunismo (storico) perché entrambi questi regimi hanno perduto, in Occidente, il loro principio di legittimità. Oggi nemmeno Chávez, il più avanzato demagogo dell’America Latina, osa dire che «lo Stato sono io» (continua)

Giovanni Sartori (Corriere della Sera - 2 ottobre 2007)



domenica 7 luglio 2013

Attenti al trappolone


Il primo maggio nel mio editoriale avevo deliberatamente ignorato la proposta dei «saggi» di creare un nuovo organo costituente battezzato Convenzione per le riforme addetto, appunto, a rivedere e rifare la nostra Costituzione. L'avevo ignorata perché mi interessava spiegare come ci potevamo facilmente liberare del Porcellum sostituendolo con uno dei due sistemi elettorali più accreditati e ben riusciti dell'Occidente: il sistema maggioritario a doppio turno della Francia, oppure il sistema tedesco. Ad entrambi si sarebbero poi dovute aggiungere strutture costituzionali che avrebbero richiesto più tempo; ma intanto il rischio di restare con il Porcellum sarebbe sparito. Perché i sistemi elettorali sono, in Italia, materia di legge ordinaria, e quindi disgiungibili da riforme costituzionali i cui tempi possono essere lunghi e soprattutto facilmente allungabili (continua)

 

martedì 14 dicembre 2010

Giovanilismo e rottamazione


Se Berlusconi non ride
(perlomeno sino al 15 dicembre) la sinistra di Bersani e dintorni può solo piangere. Quando il Pd era il Pc—da Togliatti a Berlinguer — il cursus honorum, la carriera, era rigidamente disciplinata: prima una esperienza nelle amministrazioni locali, poi, per i più bravi, il parlamento nazionale. Il tutto era deciso dalla segreteria del partito e, in ultima istanza, dal suo segretario. Allora nessuno osava dire, e nemmeno pensare, che i Pajetta e i Terracini di quel tempo fossero da «rottamare», da pensionare perché vecchi. E se Togliatti non fosse deceduto anzitempo, nessuno lo avrebbe contestato nemmeno a 90 anni. Eppure quel Pc, nel complesso «anzianotto», arrivò a conseguire un terzo del voto degli italiani e quasi a sorpassare la Dc (continua)

Giovanni Sartori (Corriere della Sera - 11 dicembre 2010)

sabato 19 settembre 2009

LA CHIESA E LA LEGGE SUL FINE VITA - Il testamento senza volontà


Paradossalmente, quando la Dc era al potere la Chiesa non comandava. De Gasperi e altri leader de­mocristiani agirono, rispet­to alle richieste del Vatica­no, secondo coscienza e seppero anche dire secca­mente No. Oggi la Chiesa comanda (parecchio) e Pro­di, pur cattolico fervente, la indispettì per aver osato dire che era «un cattolico adulto», e cioè capace di ra­gionare con la sua testa. E l’ulteriore paradosso è che oggi il più «aperto» ai vole­ri del Vaticano sia Berlusco­ni. Bossi tiene, e sulla im­migrazione clandestina non si piega. Invece Berlu­sconi, che non è certo un cattolico esemplare, è pron­to a cedere quasi su tutto (salvo che sulla sua perso­na). Il testamento biologi­co approvato tempo fa dal Senato e fortemente voluto dalla Chiesa, è stato appro­vato dalla sua maggioran­za. Ed è arrivato ieri alla Commissione competente della Camera per l’approva­zione definitiva. Si prevede che sarà ritoccato. Anche così resterà un testamento che viola la volontà del te­statore. Perché questo è l’intento della Santa Sede. La Chiesa, e per essa il suo Pontefice, può sbaglia­re? Certo che può sbaglia­re (continua)


Giovanni Sartori (Corriere della Sera - 16 settembre 2009)


martedì 16 giugno 2009

Pluralismo, multiculturalismo e estranei. Saggio sulla società multietnica

Giovanni Sartori, Pluralismo, multiculturalismo e estranei. Saggio sulla società multietnica, Milano, Rizzoli, 2000, 122 pp.
Un noto artificio della letteratura polemica consiste nel costruirsi l’immagine del nemico, descriverne gli argomenti, distruggerli, e naturalmente uscire vincitore dal duello. Non è difficile: specie se, come di solito accade, il nemico è più immaginario che reale. Di trovarci all’interno di una trappola retorica di questo genere è la sensazione che abbiamo avuto leggendo l’ultimo volume di Giovanni Sartori: che, a dispetto del titolo “accademico”, è più un pamphlet di polemica politica e di (auto)collocazione ideologica che un saggio scientifico. È probabilmente a causa di questo taglio che si spiega il salto tra una prima parte, dedicata alle definizioni del pluralismo, di taglio fondativo, e una seconda parte volta a ridicolizzare posizioni altrui, superficialmente analizzate e discusse con acrimonia (continua).

STEFANO ALLIEVI Università di Padova


mercoledì 10 giugno 2009

Il fenomeno Grillo e il lessico della democrazia - IL REVIVAL DEL POPULISMO

Non vorrei che il grillismo si arenasse in un confuso e inconcludente dibattito sulla antipolitica. Nel caso di Beppe Grillo, anti sta solo per dire «basta» con questi politici, con questi partiti e con questa politica. E, se così, il grillismo non ha sottintesi o implicazioni antidemocratiche. Io non temo ritorni al fascismo né al comunismo (storico) perché entrambi questi regimi hanno perduto, in Occidente, il loro principio di legittimità. Oggi nemmeno Chávez, il più avanzato demagogo dell’America Latina, osa dire che «lo Stato sono io» (continua)

Giovanni Sartori (Corriere della sera - 2 ottobre 2007)

sabato 25 aprile 2009

Come mai nel 1994 la sinistra e Berlusconi erano quasi pari e oggi invece il distacco sembra incolmabile?

Bella domanda. Quella che si pone Giovanni Sartori sul Corriere della sera. E cioè: come mai nel 1994 la sinistra (il Pds di Occhetto) e Berlusconi erano quasi pari e oggi invece il distacco sembra incolmabile? Già, perché?
Perché? Una bella domanda sulla quale ognuno dirà la sua. La mia è che la sinistra ha commesso sbagli colossali, con D’Alema che avrebbe regalato a Berlusconi l’impero della tv (tutta quanta), e con Prodi che si è ossessivamente dedicato alla creazione di un partito «contro natura» tra cattolici di sinistra e sinistra «dura» e laica (continua)

http://segnaleorario.splinder.com/tag/legge+frattini

Governi di sinistra e conflitto di interessi

Caro direttore, Nel fondo di ieri il professor Giovanni Sartori, parlando del conflitto di interessi, riferisce due verità, ma, per eccesso di malizia, fa l' errore di collegare l’una all’altra. È vero che il centrosinistra non è riuscito a fare una seria legge sul conflitto di interessi. Ed è vero che nel 2002, replicando a un collega della maggioranza, io dissi che l’on. Silvio Berlusconi era stato informato che non sarebbero state toccate le sue tv; ma aggiunsi che questo era avvenuto «nel 1994, quando ci fu il cambio del governo» (continua)

Luciano Violante
IL FONDO DI SARTORI  Corriere della Sera (14 marzo 2009) - Pagina 38