Andrea Camilleri
sabato 25 aprile 2009
Il Cavaliere e la mela
Andrea Camilleri
mercoledì 22 aprile 2009
Il Cavaliere e la morte
«Schifosa comunista!», murmuriò.
La Morte era d’orecchio fino e lo sentì. Si mise a ridere.
«Tutte me le hanno dette! Ma comunista mai! Si può sapere perché?» (continua)
Andrea Camilleri
venerdì 17 aprile 2009
Gli scheletri
Un palermitano cedette Alle insistenze Suo amico di uno delle Nazioni Unite e Andò trovarlo NEL Ridente Paese del Nord Iliata colomba viveva questi. Un giorno stavano Passeggiando in campagna quando l'amico, indicandogli Una villa lontana, divulgazione: «Lì Abita Il Cavaliere».
Andrea Camilleri
lunedì 6 aprile 2009
Il pelo, non il vizio
Andrea Camilleri
lunedì 23 febbraio 2009
Favola vera
Eletto a furor di popolo Presidente di tutto (della Repubblica, del Senato, della Camera, del Consiglio) il Cavaliere riunì i suoi ministri e disse: «Da tempo avevo preparato la riforma della Costituzione. Prendete appunti. Il testo l’ho già inviato alla Gazzetta Ufficiale». Diligentemente, i ministri si munirono di carta e penna.
«Articolo 1», dettò il Presidente, «Iliata è una Repubblica fondata sui lavori del Cavaliere». I ministri annuirono.
«Articolo 2», proseguì il Presidente. «Il colore rosso, simbolo dell’odiato comunismo, è dichiarato anticostituzionale e pertanto viene abolito». «Come la mettiamo con le Ferrari?», domandò il ministro dell’Industria. «Non c’è problema. Diventano azzurre», ribattè il Cavaliere. «E con il Tricolore?», domandò a sua volta il ministro della Difesa. «Rimane tricolore, ma al rosso si sostituisce l’azzurro», fece seccamente il Cavaliere. E via di questo passo. Furono stabilite multe salatissime per chi, coinvolto in un qualsiasi incidente, mostrava pubblicamente il rosso del suo sangue, con i diserbanti si fecero sparire rose e fiori rossi, la carne rossa non venne più messa in vendita mentre il pesce azzurro fu portato alle stelle, l’unico vino in commercio rimase quello bianco. Sommersi da tutto quell’azzurro, gli Iliatani cominciarono ben presto a soffrire di nostalgia del rosso, una nostalgia che diventava di giorno in giorno sempre più acuta. Si ebbero i primi attentati rivendicati dai Grar (Gruppi rivoluzionari adoratori rosso). I contrabbandieri facevano affari d’oro non con le sigarette o i clandestini, ma con le scatole di sugo di pomodoro, assolutamente proibite in Iliata. Finché un mattino, dopo un violentissimo acquazzone, apparve in cielo un gigantesco arcobaleno che coprì l’intero paese. Il rosso di quell’arcobaleno non era solamente un colore, ma un altissimo grido di rivolta, deciso e terso.
Quell’arcobaleno segnò, sempre a furor di popolo, la fine del Cavaliere.
Andrea Camilleri
venerdì 20 febbraio 2009
I Vangeli dei due Apostoli
Andrea Camilleri
giovedì 8 gennaio 2009
L'incorregibile
In sogno, Dio apparve al Cavaliere. Questi lo riconobbe subito, perché il Signore era esattamente come lo raffiguravano, col tunicone e la gran barba bianca. «Sono venuto a trovarti», fece Dio, «per farti capire come la tua smodata ambizione, la tua inesauribile sete di potere siano assolutamente ridicole. Anche se tu conquistassi l’universo intero, resteresti sempre un nulla. L’universo, figlio mio, è finito». «In che senso?», domandò il Cavaliere. «Ora te lo spiego», rispose Dio. «Immagina che io possegga una collezione di migliaia e migliaia di bottiglie di champagne. Ne ho stappata una, e quello che chiamate big bang non era altro che il rumore del tappo che saltava, ho riempito un bicchiere, e ora sto per berlo. Le stelle che i vostri astronomi vedono nascere e morire sono semplicemente le bollicine che si formano e scoppiano. E tu sei dentro quel bicchiere e quel bicchiere è il tuo universo. Ma appena avrò bevuto il mio champagne, il vostro universo scomparirà. Hai capito?». «Perfettamente», rispose il Cavaliere. «E quanto mi verrebbe a costare questa vostra collezione?».
Andrea Camilleri
sabato 3 gennaio 2009
Il bene pubblico
Mentre se ne stava stinnicchiato al sole, al Cavaliere scappò un bisogno urgente. Visto che la spiaggia era deserta, s’arriparò darrè un cespuglio. In quel preciso momento vide passare uno scrafaglio merdarolo che faticosamente trascinava nella sua tana una pallina di sterco. «Ti basterà per mangiare tutta l’invernata», spiò il Cavaliere. «Non credo», arrispunnì lo scrafaglio. «Siamo tutti preoccupati. Quest’anno, tra una cosa e l’altra, abbiamo raccolto picca e nenti. Rischiamo tutti la fame». «Ci sono qua io!», disse il Cavaliere. E fece il bisogno suo. Sul quale si gettarono tutti gli scrafagli merdaroli inneggiando alla generosità del Cavaliere.
Andrea Camilleri
domenica 21 dicembre 2008
Faust 2001
Andrea Camilleri
sabato 20 settembre 2008
Il Cavaliere e la Volpe
Nel paese chiamato Iliata c’era un Cavaliere il quale ce l’aveva a morte con la Volpe. Non passava giorno che il Cavaliere, attraverso i suoi banditori che erano tanti e ben pagati, non raccontasse le malvagità della Volpe, ladra, invidiosa dei beni del Cavaliere e sempre pronta a portarglieli via, ricettacolo d’odio, spergiura, mentitrice, inaffidabile.
Andrea Camilleri.