domenica 29 agosto 2010

L'incontro

"Il Nuovo Ulivo fa sbadigliare, è ora di rottamare i nostri dirigenti"


"Nuovo Ulivo? Uno sbadiglio ci seppellirà. Mandiamoli tutti a casa questi leader tristi del Pd".

Ambizioso programma, sindaco Matteo Renzi.
"Non è mica solo una questione di ricambio generazionale. Se vogliamo sbarazzarci di nonno Silvio, io così lo chiamo e non caimano, dobbiamo liberarci di un'intera generazione di dirigenti del mio partito. Non faccio distinzioni tra D'Alema, Veltroni, Bersani... Basta. E' il momento della rottamazione. Senza incentivi".
Rottamare i "vecchi" del Pd vuol dire automaticamente sbarazzarsi di Berlusconi?
"E' la precondizione, il punto di partenza. Ma li vedete? Berlusconi ha fallito e noi stiamo a giocare ancora con le formule, le alchimie delle alleanze: un cerchio, due cerchi, nuovo Ulivo, vecchio Ulivo... I nostri iscritti, i simpatizzanti, i tanti delusi che aspetterebbero solo una parola chiara per tornare a impegnarsi, assistono sgomenti ad un imbarazzante Truman show. Pensando: ma quando si sveglieranno dall'anestesia? Ma si rendono conto di aver perso contatto con la realtà?".
Che cosa propone di fare? (continua)

Umberto Rosso (La Repubblica - 29 agosto 2010)

Giuseppe Benincasa

Giuseppe Benincasa: "Memorie di Cefalonia - La guerra volutamente dimenticata e il martirio della Divisione Acqui"


Andando per le vie di Castronovo di Sicilia è difficile non incontrare u zzu pippinu, un dinamico italo-americano ultraottantenne che alterna la sua permanenza negli Stati Uniti con lunghi soggiorni nella sua amata città natale. Pienamente impegnato nel contesto civico, costituisce una lucida memoria della storia del paese e un punto di riferimento per i concittadini delle varie generazioni. Basta approcciare con lui un dialogo per avviare un fiume di ricordi e ascoltare anche le tante testimonianze ed avventure che hanno caratterizzato la sua vita. Io ho la fortuna di conoscerlo, l'ho rivisto in questi giorni ed ho avuto il piacere di ricevere il suo ultimo libro, curato da Mario Liberto e Francesco Licata (autore anche della prefazione), che ripropone le sue memorie sulla nefanda vicissitudine bellica di Cefalonia e racconta del suo conseguente impegno come partigiano. Di seguito è riportata la presentazione al volume scritta da Eugenio Giannone (continua)

L'eccidio di Cefalonica: http://it.wikipedia.org/wiki/Eccidio_di_Cefalonia

Luce in salita

Finalmente qualcosa di sinistra. Ma a dirla sono i finiani


Lettera aperta di Farefuturo ai pidiellini moderati. Paradossalmente un manifesto di quello avrebbe dovuto dire il Pd che affida, invece, il suo controcanto a Veltroni e alla sua algida lettera al Corriere della Sera.
Messaggi chiari e coraggio delle proprie idee. Nanni Moretti lo suggerisce al suo centrosinistra ormai da decenni. E invece sembra esser stato ascoltato dai “dissidenti” del Pdl, i finiani di Farefuturo. Che oggi scrivono (l’ennesima) lettera all’universo berlusconiano.
“Ma come parla? Le parole sono importanti”, diceva Moretti in “Palombella Rossa” nel 1989. Pds, Ds, Ulivo, Pd: il centrosinistra pare continui a non seguire i suggerimenti del regista. I vari segretari hanno lasciato correre anche quel “D’Alema reagisci, dì qualcosa di sinistra”, nel film “Aprile” del 1998, con l’Italia in piena era berlusconiana. E sono ormai passati quasi dieci anni da quando nel febbraio 2002 in piazza Navona il regista accusò pubblicamente i vertici del partito: “Con questo tipo di dirigenti non vinceremo mai”. Moretti criticava agli allora leader dell’Ulivo la “timidezza, la moderazione, il non saper più parlare alla testa, all’anima, al cuore delle persone”. Il problema del centrosinistra, disse, “è che per vincere bisogna saltare due, tre o quattro generazioni”. Una è già andata. E a leggere la lettera del fondatore del Partito Democratico, “Scrivo al mio Paese e vi dico cosa farei”, pubblicata dal Corriere della Sera, sembra che ancora una volta Moretti rimarrà inascoltato (continua)

Davide Vecchi (Il Fatto Quotidiano - 24 agosto 2010)

Società Operaia Castronovo

Libertà di stampa: pubblicabili anche le notizie top secret


Per il centrodestra tedesco guidato da Angela Merkel, la libertà di stampa è un valore costitutivo della democrazia, e quindi non solo va difesa ma anche rafforzata. Il governo federale ha approvato ieri un disegno di legge volto appunto a proteggere maggiormente i giornalisti, in particolare quando diffondono informazioni riservate o segreti istruttori. La nuova legge stabilisce con chiarezza inequivocabile che solo le fonti le quali passano le informazioni riservate, ma non i giornalisti stessi, possono essere perseguite in base al diritto penale.
Il disegno di legge, approvato dopo un lungo dibattito interno, prevede, con un emendamento al codice penale, che non sia più possibile per la magistratura perseguire i giornalisti per concorso nella violazione del segreto su notizie riservate. All'origine della scelta della Merkel c'è una sentenza d'appello emessa nel 2007 dalla Corte costituzionale a favore del mensile politico di Amburgo "Cicero". La testata aveva presentato ricorso contro un verdetto di prima istanza, relativo a una perquisizione effettuata dalla polizia nel 2005 nei locali della redazione a seguito della pubblicazione di un articolo che criticava con informazioni precise mondo politico e servizi (continua)

Andrea Tarquini (La Repubblica - 26 agosto 2010)


Coctails rossi

"Nuovo Ulivo e un'Alleanza democratica per sconfiggere Silvio Berlusconi"


CARO direttore, dopo anni di illusione berlusconiana l'Italia continua a regredire sul piano economico e sociale e si allontana, alla luce di ogni parametro, dai paesi forti dell'Europa. Nello stesso tempo l'impegno a riformare e a rafforzare le istituzioni repubblicane si sta trasformando in una deformazione grave della nostra democrazia. Ci si vuole trascinare ad un sistema dove il consenso viene prima delle regole e cioè delle forme e dei limiti della Costituzione; dove si limita l'indipendenza della Magistratura; dove il Parlamento viene composto da nominati; dove il Governo ha il diritto all'impunità e ad una informazione asservita e favorevole; dove si annebbiano i confini fra interesse pubblico e privato. I segni di tutto questo li abbiamo potuti valutare in questi anni berlusconiani: regressione dello spirito civico e della moralità pubblica, politica ridotta a tifoseria, allargamento del divario tra nord e sud, nessuna buona riforma sui problemi veri dei cittadini. Il populismo infatti è, per definizione, una democrazia che non decide, specializzata com'è nell'usare il governo per fare consenso e non il consenso per fare governo. Il dato di fondo della situazione politica sta qui, mentre la questione sociale e quella del lavoro sono senza risposte e si drammatizzano ogni giorno. Il consenso per Berlusconi è ancora largo, ma il rapporto fra parole e fatti e fra promesse e realtà diventa sempre più labile anche nella percezione dei ceti popolari. Vengono alla luce degenerazioni corruttive che vivono all'ombra di un potere personalizzato. Gli strappi all'assetto costituzionale non sono più sopportati da una parte della destra attratta da ipotesi liberali e conservatrici di stampo europeo (continua)

Pierluigi Bersani (La Repubblica - 26 agosto 2010)

Ventaglio a scelta

Il Fatto Quotidiano: "Primarie: le facciamo noi"


Ci risiamo. Quando le elezioni si avvicinano davvero, a destra come a sinistra, i proclami delle segreterie di partito si rivelano per quello che sono: dei bluff. Tutti parlano di democrazia e di volontà degli elettori, ma alla fine nei comuni, come in Parlamento, ci finiscono quasi esclusivamente uomini e donne scelti dalla Casta. E anche quando scattano le primarie, le consultazioni dei cittadini diventano spesso una corsa pilotata per “dare la forza del mandato popolare” a candidati di fatto selezionati dai soliti noti (continua)

Peter Gomez (Il Fatto Quotidiano - 19 agosto 2010)

Panorama notturno

Misteri d'Italia


La strategia del terrore di Cosa Nostra
- Facciamo oggi un’altra lista della spesa, la settimana scorsa abbiamo fatto quella della nostra classe dirigente, questa volta con l’aiuto di un Magistrato geniale, secondo me, Roberto Scarpinato che ho intervistato su questi temi qualche tempo fa, vorrei fare la lista della spesa di tutte le persone che sanno la verità sulla strategia politico – terroristico – mafiosa che concepì e poi realizzò le stragi.
Delitto Lima marzo 1992, strage di Capaci, Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e uomini della scorta 23 maggio 1992, strage di Via d’Amelio 19 luglio 1992 Borsellino e uomini nella scorta e poi nel 1993 la strage mancata in Via Fauro contro Maurizio Costanzo nel maggio 1993 alla fine del maggio 1993 la strage purtroppo riuscita di Via dei Georgofili a Firenze, 5 morti e molti feriti e poi le stragi contemporanee di fine luglio a Milano al Pac (padiglione di arte contemporanea) di Via Palestro e a Roma alle Basiliche di San Giorgio un Velabro e San Giovanni in Laterano anche lì 5 morti e diversi feriti e infine la mancata strage dello Stadio Olimpico di Roma che fallì nel novembre – dicembre 1993 e fu poi annullata nel gennaio del 1994 in perfetta coincidenza con la discesa in campo di Silvio Berlusconi (continua)
Marco Travaglio
(Passaparola del 23 agosto 2010)

Totem

GIORGIO BOCCA: “Tutti i regimi alla fine cadono”


Giorgio Bocca sarà festeggiato per i suoi novant’anni, il 18 agosto, in un momento complicato per il Paese, “difficile per la democrazia”, dice. Partigiano, giornalista, ha fatto un pezzo della storia del giornalismo italiano. E oggi assiste allo spettacolo di giornali e tv poveri di notizie e ricchi invece di silenzi, omissioni, dossier e ricatti.
Cominciò negli anni Sessanta, dopo la gavetta alla Gazzetta del popolo, con il Giorno di Italo Pietra, che cambiò la maniera di fare giornalismo: “Era il 1962 - racconta – Pietra mi chiama e mi dice: devi scoprire che cos’è l’Italia reale. Vai a vedere che cosa c’è a Vigevano. E io pensavo: ma questo che cosa dice? Chi se ne importa di Vigevano! Invece ci sono andato e ho scoperto che c’era davvero un mondo da raccontare. Era il boom economico, il grande cambiamento dell’Italia. Come editore avevamo Enrico Mattei: un avventuriero
con grande passione per il giornalismo e grandi mezzi. Ha profuso miliardi nel giornale (continua)

Gianni Barbacetto - Il Fatto Quotidiano, 15 agosto 2010

Il "servo muto"

Passaparola: "Gli elettori dei Ladri"


Tutti i ladri del Presidente
- Molto spesso ci sono commentatori che non è che non capiscono quello che succede, fanno finta di non capire quello che succede, pensate soltanto a quanta ipocrisia intorno alle leggi vergogna, quanti paraculi ci hanno raccontato che le leggi vergogna con qualche aggiustamento, con qualche emendamento possono funzionare e quanti altri dicono: ma perché Berlusconi continua a occuparsi di queste faccende, della giustizia quando c’è un paese in crisi profonda, non si sa quante imprese riapriranno i battenti dopo l’estate, quanta gente perderà ancora il lavoro, quanto crollerà ancora il reddito degli italiani e lui si occupa soltanto di queste cose?
Ma è il suo dovere, la sua missione, è entrato in politica per quello, non è mica entrato in politica per risolvere gli affari nostri, è entrato in politica per risolvere gli affari suoi, non solo suoi, ma di un’intera classe dirigente cresciuta e selezionata in questi anni a sua immagine e somiglianza o da lui o comunque secondo criteri simili ai suoi che ha un disperato bisogno di leggi per impedire i processi, le indagini, le intercettazioni, la libertà di stampa, perché? Perché hanno una tale montagna di merda da nascondere che se venisse fuori in aule di giustizia o sugli organi di informazione, non potrebbero più restare nei posti dove sono (continua)

Marco Travaglio (Passaparola del 16 agosto 2010)


Azione Cattolica

Cosa ha fatto il governo, secondo il ..... governo


Espresso.it:

Tasse. Welfare. Edilizia. Alitalia. Aiuti alle imprese. Un economista ha letto dalla prima all'ultima riga il libretto che Berlusconi farà distribuire in autunno. E ha confrontato la propaganda con la realtà dei fatti
- Se questo è il biglietto da visita per la campagna elettorale, è probabile che Berlusconi farà di tutto per evitarla. Magro il bottino di due anni di Governo sul piano della politica economica, nonostante la grandissima forza parlamentare di cui ha potuto contare quella che era fino a pochi giorni fa la maggioranza uscita vittoriosa dal voto del maggio 2008. Come direbbe l'attuale allenatore del Real Madrid, ci sono nel libretto "molti tituli, ma sero riforme". Non a caso la parte sulle "grandi riforme" viene pudicamente relegata alla fine. Ne elenca tre: scuola, università e pubblica amministrazione (continua)

http://isoladeimapinguary.blogspot.com - 14 ogosto 2010

Punta Secca: Il Faro

Tettamanzi: "Grave e devastante l'egoismo di chi governa"


L'egoismo e l'individualismo sono "gravi" e "devastanti" quando vengono da chi dovrebbe "dare un contributo decisivo alla costruzione del bene comune".
L'invito a guardare agli altri senza rinchiudersi nell'individualismo, nell'egoismo, nell'io diffuso nella politica come nella famiglia, nel sindacato, nell'impresa, nella società viene dall'arcivescovo di Milano, cardinale Dionigi Tettamanzi, che si è espresso così, stamani, durante l'omelia del Pontificale dell'Assunta in Duomo: "Il rischio che tutti corriamo - ha detto - è di guardare in basso, solo in basso, imprigionati e rovinati come siamo dal nostro io" (continua)

La Repubblica - 15 agosto 2010

Peppino's Bruschetta

Bankitalia, rilievi su Ccf. Verdini


Gravi carenze degli organi aziendali, con accentramento dei poteri nelle mani dell'allora presidente Denis Verdini, coordinatore nazionale del Pdl; potenziale conflitto di interesse dello stesso Verdini con la Banca per affidamenti per oltre 60 milioni di euro; impieghi spesso a rischio, concentrati su grandi clienti, in contrasto con gli obiettivi mutualistici dell'istituto.
Sono queste le linee essenziali della delibera 553 del 20 luglio scorso della Banca d'Italia, che porta la firma del Governatore Mario Draghi - di cui l'ANSA e' in possesso - inviata al ministro dell'Economia Giulio Tremonti e alla segreteria del Comitato interministeriale per il credito e il risparmio (Cicr), con la quale e' stata proposta, e poi disposta con decreto del 27 luglio dello stesso Tremonti, l'amministrazione straordinaria del Credito Cooperativo Fiorentino (Ccf), la banca finita anche nell'inchiesta sulla cosiddetta P3. La Banca d'Italia ha anche evidenziato scarsa istruttoria per finanziamenti talvolta con finalita' sospette; e tardiva applicazione delle norme antiriciclaggio. Ciononostante, il patrimonio del Credito Fiorentino e' risultato ancora sufficiente, anche se con l'eccedenza in progressiva erosione (continua)

Ansa (14 agosto 2010)

http://www.repubblica.it/cronaca/2010/08/15/news/sistema_verdini-6295600/?ref=HREA-1



sabato 14 agosto 2010

Sergio e la sua ombra

A Napoli esiste un gergo chiamato parlesia


A Napoli esiste un gergo chiamato parlesia praticato dai teatranti e in particolare dai musicisti. È un modo per capire se si appartiene o no alla stessa famiglia. Nella parlesia lo stupido è definito 'o bacono', una bella donna 'a jammosa', le tette 'e tennose', quelle più abbondanti 'e to che toche', e l'apparato genitale maschile 'e richignense'.
Verbi fondamentali della parlesia sono l'appunire e lo spunire, usati rispettivamente per evidenziare gli aspetti positivi e negativi della vita.
Esempi: 'Appunisci Totò?', «Ti piace Totò?»; Me s'è spunita 'a jola, «Mi è affondata la barca» (continua)

Luciano De Crescenzo (Tale e quale)

Il sole splende per tutti

Avvenire


A me pare che Sua Santità sia perfettamente al corrente di come stanno andando le cose nelle sue parrocchie.
Ha dato ordine di riproporre agli onori e alle preghiere dei fedeli una venerata immagine della Madonna che, fin dal Medioevo, viene portata in processione quando Roma è minacciata dai disastri: pestilenze, carestie, invasioni di lanzichenecchi o di presunti liberatori.
Non credo che papa Wojtyla abbia ascoltato i discorsi del senatore Bossi, che considera non azzardata una seconda marcia sulla capitale: andò bene al maestro di Predappio, ma non intravedo grandi possibilità per un collega di Cassano Magnago (Varese).
Non ritengo che il pontefice patisca a vedere la cittadella del potere assediata; anche secondo i vescovi è ora di cambiare compagnia (continua)

Enzo Biagi
(I Come Italiani - 1993 - Rizzoli)

Spalatori e pale

Una democrazia liberale


L'ukase bulgaro di Berlusconi:”Via dalla Rai Biagi, Santoro e Luttazzi perchè hanno fatto un uso criminoso della tv pubblica pagata coi soldi di tutti.”
Criminoso? Ehi ehi ehi ehi ehi, Berlusca: non siamo noi quelli coi precedenti penali.
E poi, proprio perchè la Rai è pagata coi soldi di tutti non è giusto che trasmetta solo quello che vuoi tu, tesoro.
(Mostra un fascicolo) Questa è la citazione con cui Berlusconi mi chiede 20 miliardi per diffamazione a causa dell'intervista a Marco Travaglio. Questa è la firma di Berlusconi e questa quella del suo avvocato. All'epoca era Romano Vaccarella, che nel frattempo è diventato giudice della Corte Costituzionale. Quindi si mette bene, per me. (Risate. Daniele finge d'arrabbiarsi.) Eh: ridete, ridete (continua)

Daniele Luttazi

Salina ..... luci e riflessi all'alba

Informazione, le cose importanti


Entro quarant’anni un terzo delle coste del mondo sarà sommerso dalle acque. Non lo dicono i catastrofisti, lo dice la maggioranza degli scienziati mondiali. Il protocollo di Kyoto ha già anni di ritardo, e c’è da credere che non verrà rispettato. Qualcuno dice che ci adatteremo. In fondo, che differenza c’è tra andare al mare a Cattolica o sulla spiaggia di San Marino? E finalmente verrà attuata la soluzione finale nella nostra bella Padania, dove solo i padani Doc potranno abitare sulle palafitte, e gli altri, che nuotino.
Ma il disastro climatico non è importante, appare e scompare come il trailer di un kolossal catastrofico. Perché lo scempio dell’informazione moderna si basa su tre censure (continua)

Stefano Benni (Il manifesto - Venerdì 18 febbraio 2005)

"acchiappanuvole"

Istruzioni per l'uso


Da ragazzi andavamo a cercare nel vocabolario, con malizia, le parole proibite: c'erano.
O nella Divina Commedia i versi scabrosi e scurrili: «E Taide è la puttana che rispose...»; «Ed egli avea del cul fatta trombetta»; «Ruffian, baratti e simile lordura».
Potete fare altrettanto, per comodità di lettura, o per curiosità, con questo piccolo dizionario che ha per tema uomini (e donne) e costumi del nostro Paese.
Sottoscrivo una affermazione di Ennio Flaiano: «Mi accorgo che siamo in pochi, ormai, a non conoscere l'Italia. Tutti ne sanno dire qualcosa».
Per cercare di rimediare alle mie lacune, ho cercato di raccogliere e di dare ordine ad alcuni fatti e ad alcune osservazioni che potrebbero aiutare a capire uno dei più straordinari e imprevedibili popoli della terra: il mio.
E il vostro.
Non mi considero giudice, ma testimone e anche coimputato: e condivido la spiegazione che diede la moglie di un grande scultore, quando le chiesero perché le piacevano le opere del marito: «Perché le ha fatte lui».
E qui che sono nato: e non ho mai sognato un'altra patria.
Scegliete da dove cominciare: amore, Lega, casino o Tangentopoli, Bongiorno o Togliatti? E poi c'è anche, ma sotto, cominciate a sfogliare.
Ogni riferimento ad avvenimenti e a persone è puramente voluto.

Enzo Biagi (I Come Italiani - 1993 - Rizzoli)

Opera di rammendo e .... tante reti

Berlusconi, dove c’è la P3 c’è casa


In Sardegna, ha raccontato Emilio Pellicani, il segretario del faccendiere Flavio Carboni, l’affare a prezzi di saldo glielo aveva fatto fare un cronista parlamentare, poi condannato per traffico di droga, Antongiulio Lo Prete. Eravamo negli anni Ottanta. E, come vedremo, dopo un’oscura a compraventida Villa La Certosa era passata dalle mani di Carboni, oggi in carcere per la nuova P2, a quelle di Silvio Berlusconi, oggi a Palazzo Chigi come presidente del Consiglio.
Una storia straordinaria? Mica tanto perchè dietro a molti acquisti di immobili e terreni siglati anche in anni recenti dal Cavaliere spuntano pregiudicati, società off shore, avvocati senza scrupoli, o aste dai contorni mai chiariti. Sì perchè il leader del partito che oggi, in nome della trasparenza, domanda le dimissioni di Gianfranco Fini da presidente della Camera per l’affaire monegasco dell’appartamento di AN, venduto per soli 300mila euro una società caraibica e poi affittato a suo cognato, in fatto di opacità nelle transazioni immobiliari non è secondo a nessuno. E per rendersene conto basta un necessariamente breve promemoria (continua)

Peter Gomez (Da Il Fatto Quotidiano dell’11 agosto 2010)

Catena di montaggio

Schiavi di coloro cui faremmo paura sol che la Repubblica esistesse davvero

Ora che il governo della Repubblica è caduto nel pieno arbitrio di pochi pre-potenti... noi altri tutti, valorosi, valenti, nobili e plebei, non fummo che volgo, senza considerazione senza autorità, schiavi di coloro cui faremmo paura sol che la Repubblica esistesse davvero.

LUCIO SERGIO CATILINA

Foglie di banano

Passaparola: "Spatuzza e il sasso in bocca"

Imputati che parlano - Intanto diciamo subito una cosa: chi sono i pentiti? Noi abbiamo creato questa categoria dello spirito, i collaboratori di giustizia, in realtà i pentiti non esistono, esistono semplicemente degli imputati che si comportano in modo diverso a seconda della loro scelta processuale, ci sono degli imputati che parlano e degli imputati che non parlano, tra gli imputati che parlano ci sono quelli che dicono la verità e qui che raccontano balle, è un diritto dell’imputato in Italia raccontare balle ai giudici, quindi non c’è problema, all’estero, in America c’è l’oltraggio alla Corte, ti danno una pena aggiuntiva se scoprono che hai pure mentito nel processo, perché?
Perché è assurdo consentire all’imputato di prendere in giro i giudici, hai il diritto di tacere sulle cose tue, negli Stati Uniti, per esempio, ma se parli devi dire la verità, da noi invece c’è il diritto di tacere e c’è anche il diritto di mentire, va beh pazienza, siamo generosi (continua)
Marco Travaglio
(Passaparola del 9 agosto 2010)


Leziose inferriate



Il Gorilla


Sulla piazza d'una città la gente
guardava con ammirazione
un gorilla portato là dagli zingari d'un
baraccone
con poco senso del pudore le comari di
quel rione
contemplavano l'animale non dico come
non dico dove
Attenti al gorilla (continua)

Testo: Fabrizio De Andrè (1968 - traduzione di “Le gorille” di G.Brassens)

........ e allora ....... come finì?

Quei 100 milioni da Berlusconi alla mafia


Cento milioni di vecchie lire versati da Silvio Berlusconi alla mafia nel 2001. La relazione pericolosa per il premier sarebbe documentata in un pizzino consegnato da Massimo Ciancimino ai magistrati, secondo quanto rivelato oggi dal Corriere della Sera. Nel foglio dattiloscritto ma accompagnato da annotazioni autografe di don Vito che si riferisce al boss Bernardo Provenzano con l’appellativo di ragioniere, si fa esplicitamente il nome del presidente del Consiglio.
Scrive l’inviato Felice Cavallaro: il testo è top secret ma chi lo ha letto così sintetizza evocando conteggi in vecchie lire: ‘dei 100 milioni ricevuti da Berlusconi, 75 a Benedetto Spera e 25 a mio figlio Massimo’. E poi: ‘Caro rag. Bisogna dire ai nostri amici di non continuare a fare minchiate … e di risolvere i problemi giudiziari”. Il pizzino sarebbe stato scritto dal padre, secondo Massimo Ciancimino, nella seconda metà del 2001, dopo il voto del 13 maggio per le elezioni nazionali e del 24 giugno per la Regione siciliana con la doppia vittoria schiacciante di Silvio Berlusconi e di Totò Cuffaro. Don Vito chiede al capo della mafia di intervenire sui politici usciti vittoriosi dalle elezioni chiedendo di “non fare minchiate” ingiustificate alla luce dei “numeri” della vittoria: 61 seggi a zero per il centrodestra in Sicilia (continua)

Marco Lillo (Il Fatto Quotidiano - 11 agosto 2010)

Peter Pan

Quando Capezzone era Radicale: “Berlusconi è come Wanna Marchi”


“Vi chiamate Popolo della libertà ma di libertà vi è rimasta solo quella vigilata. Dite di tenere alla famiglia ed essere contro il divorzio ma avete due famiglie e siete tutti divorziati. Volete mandare in carcere i ragazzi per sei spinelli ma se viene un cane poliziotto a Montecitorio si arrende il cane”.
Parola dell’antico Daniele Capezzone, ieri segretario dei Radicali italiani (2001-2006), oggi portavoce del Pdl. Dal palco della manifestazione promossa da Arcigay e Arcilesbiche “anima e core” di colui che un tempo definiva “lo sciancatore di Arcore” (continua)

Elisabetta Reguitti (Il Fatto Quotidiano - 12 agosto 2010)

Spalatore di ...... sale

Responsabilità e ricatti


Nella torrida e torbida estate italiana, come purtroppo avevamo previsto, c'è dunque una sola fabbrica che non chiude per ferie, ma che invece produce la sua "merce" a ritmi sempre più serrati. È la berlusconiana "fabbrica del fango", che attraverso l'uso scellerato dei giornali di famiglia e l'abuso combinato di servizi e polizie sforna dossier avvelenati contro amici e nemici del presidente del Consiglio (continua)

Massimo Giannini (La Repubblica - 09 agosto 2010)


La palla di vetro

La paura di votare non conviene al Pd


L'ipotesi di elezioni anticipate sembra preoccupare soprattutto il Centrosinistra. In particolare, il Pd. Per ragioni di numeri, anzitutto. Se si presentasse con questo gruppo dirigente e con questa coalizione - l'asse con l'IdV di Di Pietro - perderebbe. Poi, perché dovrebbe affrontare i propri dubbi, irrisolti, circa le alleanze, gli obiettivi, i valori. L'insicurezza del Pd - e del Centrosinistra - costituisce la principale fonte di sicurezza per l'attuale maggioranza (si fa per dire...) di governo. Visto che anch'essa ha molto da temere da nuove elezioni.
Come farebbe Berlusconi a giustificare una crisi, in tempi così difficili per l'economia? La defezione di Fini e dei suoi fedeli, inoltre, modificherebbe sostanzialmente l'identità territoriale di questa maggioranza. Se si votasse davvero in novembre, il Centrodestra si presenterebbe con i volti della triade Berlusconi, Bossi e Tremonti. Vero partito forte: la Lega. Principale prodotto di bandiera: il federalismo. Insomma: un'alleanza politica "nordista". Berlusconi e il Pdl avrebbero concreti motivi di temere il voto. Perché in Italia, per vincere le elezioni (governare, ovviamente, è un altro discorso), bisogna disporre di un elettorato "nazionale". Distribuito sul territorio in modo non troppo squilibrato. Come la Dc, nella prima Repubblica, e Forza Italia, nella seconda. I principali baricentri, non a caso, dei governi del dopoguerra (continua)

Ilvo Diamanti (La Repubblica - 09 agosto 2010)


Pulizie di primavera

La normalità dello scandalo. Intervista a Saverio Lodato.


Scandalo scaccia scandalo. C'è ormai lo scandalo di giornata, come l'uovo, alcune volte si esagera e ce ne sono due o tre alla volta. Una inflazione di scandali. La loro ripetizione, che perdura da decenni, li ha in sostanza annullati. Lo scandalo non scandalizza più nessuno. La normalità, invece, inquieta, preoccupa, talvolta terrorizza. Il cittadino con una famiglia tradizionale, moglie, due figli. Una sola casa di proprietà con mutuo ventennale. Che paga tutte le tasse, non prende, e neppure dà, tangenti, e non va a trans o a mignotte, è pericoloso. Lui sì che dà scandalo. Il suo comportamento è riprovevole perché può indurre qualcuno, non ancora disinformato da Minchiolini, a tentativi di imitazione. Il termine scandalo deriva dal greco skàndalon, che significa ostacolo. Nell'Italia del nuovo millennio gli ostacoli sono gli onesti, non i farabutti. Pietra dello scandalo sono coloro che si oppongono agli scandali che per questo sono puniti. L'Italia è una favola moderna con la morale rovesciata, dove il lupo è la nonna, cappuccetto rosso una puttana minorenne, la mamma la tenutaria di un bordello rifatta, il cacciatore uno spacciatore. Una storia di vampiri dove gli esseri umani sono i veri mostri con la loro testardaggine di voler vivere alla luce del sole. Camilleri e Lodato raccontano questo mondo all'incontrario a cui siamo (ormai?) assuefatti. Si può leggere il loro libro "Di testa nostra" con delle esclamazioni di stupore a ogni scandalo di questi anni oppure con rassegnato cinismo. Scegliete voi.
In una poesia incivile Andrea Camilleri scrive:
"Il pesce, si sa, comincia a puzzare dalla testa.
Oggi la testa del pesce è letteralmente fetida,
ma la metà degli italiani s'inebria a quel fetore,
se ne riempie i polmoni come aria di montagna" (continua)

Blog Beppe Grillo - 14 luglio 2010

Viva Olimpo Latino

Passaparola: "Pubblici ministeri al guinzaglio"


Separazione delle carriere, moltiplicazione del CSM
- Uno dei luoghi comuni più diffusi e ne parlo perché credo che alla ripresa autunnale, non appena avrà sistemato i suoi processi con il lodo Alfano bis, Berlusconi ci metterà mano, ci proverà, è la separazione delle carriere, cos’è la separazione delle carriere?
E’ una proposta lanciata per primo da Licio Gelli nel suo famoso piano di rinascita democratica, ripresa da Bettino Craxi, che torna ciclicamente non solo nel clan berlusconiano, ma anche in una parte del centro-sinistra, i presunti garantisti, con il garantismo la separazione delle carriere non c’entra niente, lo vediamo tra un attimo, per stabilire che, chi fa il Pubblico Ministero lo faccia per tutta la vita, chi fa il giudice lo faccia per tutta la vita e non ci possa essere alcuno scambio tra l’una e l’altra funzione, che ciascuno proceda in una carriera separata, sottoposti i PM e i giudici a due Csm separati e che non si possano mai scambiare le due esperienze (continua)

Marco Travaglio (Passaparola del 2 agosto 2010)

Blindature estreme

Le anime morte


È finita. Il vascello fantasma del governo Berlusconi (come lo aveva definito Ezio Mauro meno di un mese fa) naviga ormai alla deriva. Senza un nocchiero, senza una rotta, senza una meta. Neanche più in balia di se stesso, ma piuttosto di una "Cosa" che non ha ancora un nome e un colore, ma che in Parlamento già esiste, e già cambia la geografia politica del Paese. Questo dice il voto della Camera sulla mozione di sfiducia contro il sottosegretario Caliendo: la maggioranza di centrodestra che aveva stravinto le elezioni due anni e mezzo fa non solo non esiste più politicamente, com'era ormai evidente già da qualche mese.
Ma ora ha cessato di esistere anche aritmeticamente. Quella che fu l'Invincibile Armata berlusconiana, amputata della componente finiana e ridimensionata nel perimetro forzaleghista, non ha più i numeri per governare (continua)

Massimo Giannini (La Repubblica - 05 agosto 2010)

MOKRF

La pioggia

Pioveva.
Pioveva forte.
Pioveva ogni giorno.
Pioveva senza interruzione.
Pioveva sulle strade e sui palazzi.
Pioveva sulle auto ferme ai semafori.
Pioveva sulle panchine arrugginite nei parchi.
Pioveva una pioggia tiepidamente appiccicosa.
Pioveva sulle speranze deluse e sui sogni infranti.
Pioveva, e non c'era neanche un venditore di ombrelli.

darepondusidoneafumo.blogspot.com

Tramonto

Proniviri

L’ altra sera, al Gran Coniglio del P3dl riunito a Palazzo Grazioli, Denis Verdini passeggiando nervosamente nella stanza ordinava a Sandro Bondi: “Carta, calamaio e penna!”. L’apposito James subito eseguiva e, curvo sullo scrittoio a ribaltino, vergava il comunicato della Banda Bassotti per liquidare Fini e deferire ai probiviri altri tre deviazionisti. Un unicum nella storia, dall’età della pietra a oggi: mai nessun politico, nemmeno in certi stati africani dove gli avversari venivano eliminati per via non giudiziaria, ma gastroenterica, era stato cacciato dal suo partito per eccessi di legalità. Dettava dunque Verdini: “L’Ufficio di Presidenza…’. Sandro, apri una parente. L’hai aperta? ‘…che siamo noi…’. Chiudi la parente. ‘…considera le posizioni dell’on. Fini assolutamente incompatibili con i principi ispiratori del Pdl’. Virgola, anzi punto e virgola, due punti. Massì, abbondiamo, abbondantis abbondandum!” (continua)

Marco Travaglio (Il Fatto Quotidiano - 31 luglio 2010)

Civico n. 2

Ferdinando Scianna: "Quelli di Bagheria"

Una mattina,
avrò avuto quattro anni,
mia madre cercava di consolarmi
di un mal d'orecchi
di cui soffrivo molto.
Nostra prima dirimpettaia
fu la signora Annetta,
sempre circondata da bambini,
sempre incinta di uno nuovo,
sempre dietro ad allattarne un altro.
Era enorme.
Chiamata dal mio pianto
attraversò la vanella
non più larga di cinque metri.
Perchè piange il bambino,
le solite orecchie?
Signora Giuseppina
mi hanno insegnato una medicata.
Detto fatto.
Tirò fuori
una minna gigantesca
e strizzandola a dua mani
mi siringò nell'orecchio
un terribile fiotto di latte tiepido.

Ferdinando Scianna (Quelli di Bagheria - Peliti Associati - 2002)

Ferro battuto e ombre

Governo Gomorra


Mesi durissimi attendono il Paese
. Come potete leggere nei servizi de ilfattoquotidiano.it, Silvio Berlusconi gioca il tutto per tutto e adesso sogna di varare un governo in stile Gomorra. Il problema del Cavaliere, anche se la maggior parte dei commentatori sedicenti liberali continua a far finta di non accorgersene, è sempre lo stesso: la giustizia. Anzi, le inchieste e i processi. Che coinvolgono lui e i suoi amici (continua)

Peter Gomez (Il Fatto Quotidiano - 30 luglio 2010)