Gravi carenze degli organi aziendali, con accentramento dei poteri nelle mani dell'allora presidente Denis Verdini, coordinatore nazionale del Pdl; potenziale conflitto di interesse dello stesso Verdini con la Banca per affidamenti per oltre 60 milioni di euro; impieghi spesso a rischio, concentrati su grandi clienti, in contrasto con gli obiettivi mutualistici dell'istituto.
Sono queste le linee essenziali della delibera 553 del 20 luglio scorso della Banca d'Italia, che porta la firma del Governatore Mario Draghi - di cui l'ANSA e' in possesso - inviata al ministro dell'Economia Giulio Tremonti e alla segreteria del Comitato interministeriale per il credito e il risparmio (Cicr), con la quale e' stata proposta, e poi disposta con decreto del 27 luglio dello stesso Tremonti, l'amministrazione straordinaria del Credito Cooperativo Fiorentino (Ccf), la banca finita anche nell'inchiesta sulla cosiddetta P3. La Banca d'Italia ha anche evidenziato scarsa istruttoria per finanziamenti talvolta con finalita' sospette; e tardiva applicazione delle norme antiriciclaggio. Ciononostante, il patrimonio del Credito Fiorentino e' risultato ancora sufficiente, anche se con l'eccedenza in progressiva erosione (continua)
Ansa (14 agosto 2010)
http://www.repubblica.it/cronaca/2010/08/15/news/sistema_verdini-6295600/?ref=HREA-1
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