La nuova destra ha una grande passione: il popolo sovrano. Da quando ha scoperto il 27 marzo 1994 che con il sistema elettorale maggioritario basta il 45 per cento dei voti per aggiudicarsi il potere, tutto il potere (povero Enrico Berlinguer che non si fidava neanche del 51) non conosce altro Dio che il suffragio universale, il ricorso al «popolo sovrano» il quale, sin dalle più remote età, com'è risaputo, può essere il fondamento insostituibile della democrazia quanto la sua mistificazione, la fonte di tutte le libertà quanto «la presa in giro di una scheda dentro la scatola-urna ogni cinque anni e poi per i cinque seguenti la voce dei padroni dalla scatola-televisione». O per dirla con uno dei padri della democrazia europea, Jean-Jacques Rousseau, il popolo «pensa di essere libero, ma si inganna gravemente; non lo è che durante le elezioni dei membri del parlamento: appena questi sono eletti, esso è schiavo». Esaltare la democrazia del voto mantenendo la tirannia amministrativa equivale a trattare i cittadini come asini con il bastone e la carota. Liberi per un giorno e poi sotto tutela dei loro eletti, essi tendono a disinteressarsi della cosa pubblica, a non pensare, a non scegliere. E infatti alla destra piace dare il falso potere di decidere sui massimi sistemi con scelte referendarie o plebiscitarie, ma impedire di intervenire nell'amministrazione. Esempio: far approvare riforme generali del sistema fiscale lasciandolo però affidato ai burocrati e alle polizie legate ai potenti. Il popolo sovrano va felice al gran giorno delle elezioni e dà mandato agli eletti di realizzare i suoi desideri: meno tasse, meno servizio militare, maggiori diritti, maggiori libertà, maggiori stipendi. Poi gli eletti che non possono essere competenti in tutte le materie si servono di esperti, cioè di persone non elette dal popolo sovrano ma di solito vicine agli interessi e ai privilegi costituiti che di rado coincidono con i desideri del popolo. Chiamasi questo tipo di democrazia «dispotismo elettorale» (continua)
Giorgio Bocca (Il Filo Nero - 1995 - Arnoldo Mondadori Editore)
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