giovedì 25 giugno 2009

Nata due volte

Da cinque giorni era cominciato un anno tumultuoso che avrebbe portato l’Italia in guerra. I giornali di quella mattina raccontavano di un cannoneggiamento delle navi italiane a Durazzo, in Albania. A Torino maturavano manifestazioni di interventisti e di neutralisti, scioperi e una rivolta per il rincaro del prezzo del pane. Alle cinque del pomeriggio il dottor Buscaglino, di professione medico di famiglia, aveva finito il giro delle visite, quando decise di passare in via Pier Carlo Boggio 134, in quella zona tra la Crocetta e la zona industriale San Paolo che chiamavano il Polo Nord, perché lì faceva sempre freddo. Anche quel pomeriggio, nonostante fosse stata una giornata soleggiata, la temperatura era sotto lo zero e il termometro nella notte avrebbe fatto segnare -6. Si fermò davanti al portone, si aggiustò i baffi rossi che erano il suo biglietto da visita, entrò nell’androne e chiese alla portinaia notizie della signora Marietta Cavadore e della sua gravidanza. La donna scosse la testa: «È caduta nel primo pomeriggio e ha perso la bambina. È nata morta». «Perché, era femmina?» chiese istintivamente il medico. «Sì, ma non è sopravvissuta.» Il dottor Buscaglino rimase immobile, era padre di due maschi, una figlia femmina era il sogno della sua vita, e gli sembrava terribilmente ingiusto che quel giorno il mondo avesse perso una bambina. Prese le scale, salì al secondo piano e suonò (continua)

Mario Calabresi (La fortuna non esiste - Mondadori - 2009)


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