Entro quarant’anni un terzo delle coste del mondo sarà sommerso dalle acque. Non lo dicono i catastrofisti, lo dice la maggioranza degli scienziati mondiali. Il protocollo di Kyoto ha già anni di ritardo, e c’è da credere che non verrà rispettato. Qualcuno dice che ci adatteremo. In fondo, che differenza c’è tra andare al mare a Cattolica o sulla spiaggia di San Marino? E finalmente verrà attuata la soluzione finale nella nostra bella Padania, dove solo i padani Doc potranno abitare sulle palafitte, e gli altri, che nuotino. Ma il disastro climatico non è importante, appare e scompare come il trailer di un kolossal catastrofico. Perché lo scempio dell’informazione moderna si basa su tre censure. La prima è quella evidente e brutale delle liste nere che percorre giornali, televisioni e istituti di cultura, il forbicione vecchio stile del Minculpop, in mano a mediocri impauriti da ogni talento (continua)
Stefano Benni (Il Manifesto, 18 febbraio 2005)
Stefano Benni (Il Manifesto, 18 febbraio 2005)
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