mercoledì 3 luglio 2013

L’economia di Cosa Nostra al tempo della crisi


La mafia tra Nord e Sud
La notizia relativa alla confisca del patrimonio di un imprenditore siciliano che agiva nel settore delle energie rinnovabili (eolico) ha ricevuto particolare attenzione dai media. (1) Soprattutto, per l’ordine di grandezza dei beni confiscati (1,3 miliardi), tra cui compaiono quarantatré società di produzione di energia alternativa.
Viene spontaneo interrogarsi sullo “stato” dell’economia di Cosa Nostra in tempo di crisi, sulle sue strategie di investimento, sui rapporti con la politica, sull’andamento della redditività di alcuni suoi specifici settori di attività. I materiali resi disponibili dalle indagini giudiziarie ci presentano un’economia di Cosa Nostra differenziata per luogo d’azione, più che mai presente nel settore degli appalti, a maggior grado di politicizzazione (continua)

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