lunedì 22 febbraio 2010

Il derivato bipartisan e la madre di tutti i falsi contabili


Immaginate di avere un mutuo di 100 mila euro a 20 anni sulla vostra casa e pagate il 4% di tasso. Si presenta da voi un banchiere internazionale e vi propone di darvi 20 mila euro subito, che potete spendere come vi pare. In cambio alzerà il tasso del vostro mutuo al 5%. Mentre tutti i vostri vicini continueranno a pagare il 4% e magari, se i tassi sono bassi, potranno passare dal tasso fisso al tasso variabile voi continuerete a pagare il 5% ed i 20 mila euro li avrete già spesi. È questo, grosso modo, che ha fatto la Grecia con la banca d’affari Goldman Sachs ed è questo che sembra avere fatto l’Italia con JP Morgan.
Il New York Times che ha riportato la notizia che, grazie ai derivati, dal 1996 l’Italia avrebbe truccato i conti non ha trovato né conferma né smentita dal nostro governo. In realtà sul Fatto Quotidiano del 19 dicembre 2009 avevamo segnalato la stranezza del fenomeno che si osservava intorno al debito pubblico italiano: i tassi di interesse scendevano, ma lo Stato continuava a pagare sempre lo stesso tasso sullo stock di debito. Ci eravamo chiesti se tale anomalia non fosse data dall’uso della "finanza creativa" per far rientrare il nostro paese nei parametri europei, taroccando di fatto i conti con l’aiuto di qualche banchiere compiacente e ben pagato (continua)

Superbonus (da il Fatto Quotidiano del 20 febbraio 2010)


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