Il Cardinale Carlo Maria Martini, di ritorno da Gerusalemme nel giugno scorso, ha predicato gli esercizi spirituali nella casa dei gesuiti di Ariccia, vicino Roma. L’invidia? E’ il vizio clericale per eccellenza, è stata la sua risposta: “L’invidia ci fa dire: Perché un alto ha avuto quel che spettava a me? Ci sono persone logorate dall’invidia che dicono: Che cosa ho fatto di male perchè il tale fosse nominato vescovo e io no? E devo dirvi anche della calunnia: beate quelle diocesi dove non esistono lettere anonime”.
Non è stato uno spettacolo edificante nemmeno l’Armageddon fiscale scatenato a maggio 2008 dalla messa on line delle dichiarazioni dei redditi. In pochi minuti il sito WEB dell’Agenzia delle Entrate è andato in tilt sotto la marea irresistibile dei milioni di accessi. Tutti lì spulciare i guadagni del vicino di casa, del cugino che c’è l’ha fatta, del collega che “furbo lui, passa sempre davanti”. Per il critico d’arte Philippe Daverio l’invidia oggi “è il fondamento della nostra vita. Gli artisti nostrani, per esempio. Uno vede la robina del giapponese o di Jeff Koons e la vede andare all’asta a cifre incredibili, e io perché non rieco a vendere alla signora Brambrilla, si chiede? Risultato: gli italiani si dividono in due, gli invidiosi e i rassegnati. La maggioranza invidiosa ha votato Berlusconi, la minoranza rassegnata la sinistra” (continua)
Antonio Caprarica (Gli italiani la sanno lunga …. O no? – 2008 – Sperling & Kupfer)
Nessun commento:
Posta un commento