"Improvvisamente si era sentita sola su quei rami, in mezzo alle foglie leggere che mandavano un odore amaro e selvatico. Aveva smesso di mangiare ed era scoppiata a piangere. Per calmare i singhiozzi si era sfidata ad issarsi più in alto, sempre più in alto, reggendosi in bilico su rami sottili e oscillanti. Non era stata la scalata alla cima del ciliegio che l'aveva consolata, però, bensì la vista di un merlo che si era posato su un ramo poco distante da lei e aveva preso a contemplarla con curiosità (continua)
Dacia Maraini (Il treno dell'ultima notte - 2008 - Rizzoli)
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