Apro l’Unità, ieri mattina e leggo: «Muore la costituzione, dittatura del premier». Sento un leggero disagio, che inizialmente attribuisco alla parola «premier» e all’orribile immagine della sua tricointermittenza, ma subito dopo capisco che il motivo è un altro.
Al titolo manca qualcosa, precisamente una seconda riga. Questo mi viene confermato da una mia amica francese che un po’ sadicamente dice: ma insomma, costituzione manomessa e dittatura del premier e siete ancora qui a bere il cappuccino? Non do la colpa di questa riga mancante ai giornalisti de l’Unità, essendo spesso più settario e confuso di loro. Il mio disagio nasce perché in quella riga mancante, c’è tutto ciò che mi fa imbufalire della sinistra istituzionale italiana, a pochi giorni dal voto.
Immaginiamo che i casi siano due. O è vero, come talvolta appare nei discorsi dei dirigenti della sinistra, anche i più pacati, che stiamo vivendo un vero e proprio regime, retto da un premier seminatore di odio, bugiardo e plurinquisito, affiancato a un lato dal suo avvocato condannato per corruzione, e dall’altro dal suo palafreniere condannato per mafia. Un premieruzzo vittimista che si fa ricattare da una banda di finti dimissionari e veri razzisti, a parole integerrimi padani, in realtà matricianari democristiani affamati di comando (continua)
Stefano Benni
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