Alla picciliddra, che si chiamava Lullina e manco aveva cinque anni, piaceva accompagnare campagna campagna il nonno che le spiegava tante cose. Quella matina però il vecchio s’addunò che la picciliddra non pareva interessata alle sue parole, era come se stesse appresso a un suo pinsèro. “Che hai?” - le spiò a un certo momento della passeggiata. “Nenti” - disse Lullina, evitando la taliàta del vecchio. “Non vuole incontrare i miei occhi, mi ammuccia qualcosa” - pinsò il vecchio. S’assittò sopra una grossa pietra e attirò a sé la picciliddra. “Lullinè, tu non me la conti giusta. Se ti capitò o hai fatto qualcosa, dimmela. Lo sai che io t’addifendo sempre”. “E va bene” - fece Lullina tutto d’un fiato - “Stanotte ho fatto un sogno (continua)
Andrea Camilleri (Favole del tramonto - Edizioni dell’Altana, 2000)
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