venerdì 4 settembre 2009

E io che non potevo mandare neanche una missione di pace in Libano senza che i comunisti mi sbranassero


Enrico Boselli si dimostrava più filo-Nato di Massimo D’Alema, il quale doveva superare gli esami per dimostrare, lui ex comunista, di essere più affidabile di Romano Prodi. In quella corsa al servilismo i due dirigenti della sinistra italiana si trovavano in sintonia con i socialisti europei. “Ma chi sono questi?” sbottava Craxi “Non si rendono conto che appiattirsi sul crinale americano indebolisce l’Internazionale, le taglia ogni possibilità di sviluppare in futuro una politica autonoma?”. Erano dei nani di fronte ai Brandt, ai Palme, e ai Mitterand, questi “socialdemocratici da avanspettacolo”. Egli considerava Massimo D’Alema “una persona intelligente” ed era disposto a dar qualche credito al progetto della Cosa Due, ma la prova della guerra gli fece capire che ogni speranza era mal riposta (continua)


Massimo Pini (tratto da “Craxi – Una vita, un’era politica” – 2006 - Mondadori)



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