giovedì 3 settembre 2009

Carceri, giustizia e separazione delle carriere e la soluzione Perduca spiegata a La7


Il 27 agosto il Telegiornale de La 7 ha ospitato, come è sua (apprezzabile) tradizione, il senatore Marco Perduca; come apprendo da Google, Perduca appartiene al gruppo radicale anche se è stato eletto nelle liste del PD. Digiuno come sono di questi meccanismi squisitamente politici, non capisco bene come una persona che si candida nelle liste di un partito che si oppone allo schieramento di maggioranza, una volta eletto possa cambiare idea e, folgorato come Paolo
sulla via di Damasco, passi dalla parte del vecchio avversario; ma tant’è, così è andata. L’argomento che il senatore Perduca ha trattato è stato quello carcerario, di cui dice di avere buona esperienza avendo passato l’estate, a quanto si è capito, a visitare le carceri italiane. E ha detto che queste carceri sono superaffollate perché ci sono circa 64.000 detenuti e solo circa 41.000 posti. Niente di nuovo, lo sappiamo da molti anni, in particolare dal luglio 2006, quando l’argomento è stato utilizzato come pretesto per un indulto calibrato sulla necessità di far evadere Previti dalla detenzione dorata nel suo mega appartamento di Piazza Farnese a Roma. Da allora, sorprendentemente (?), nulla è stato fatto per risolvere il problema; in particolare non è stato costruito alcun nuovo carcere, il che, come ognuno capisce, è una delle prime cose da fare per una situazione di questo tipo. Forse perché, in realtà, il senatore Perduca ha altre soluzioni in carniere. E, approfittando dell’ospitalità de La 7, le ha spiegate agli italiani. Ecco, per risolvere il problema carcerario, secondo Perduca, ci va una riforma completa della giustizia e, in particolare, la separazione delle carriere (tra giudici e pubblici ministeri) e la discrezionalità dell’azione penale. Come spesso succede ai nostri Soloni (continua)


togherotte | Bruno Tinti (1 settembre 2009)

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