venerdì 17 aprile 2009

Discorso pronunciato al teatro del popolo di Milano, la sera del 24 novembre 1914

La mia sorte è decisa e sembra vogliate compiere l'atto con una certa solennità. {Voci: « Forte! Forte! ». L'oratore a questa imperiosa insistenza non può fare a meno di battere nervosamente un bicchiere sul tavolo). Voi siete più severi dei giudici borghesi, i quali lasciano il diritto alla difesa; alla difesa più ampia, la più esauriente, anche dopo la sentenza, perché accordano dieci giorni di tempo per produrre i motivi di ricorso. Se è deciso, se voi ritenete che io sia indegno di militare fra di voi... (« Sì! Sì! » urlano in coro i più scalmanati} espelletemi pure, ma io ho il diritto di pretendere un atto di accusa in piena regola. Ma in questa assemblea il pubblico ministero non ha ancora fatto ne la questione politica, ne la questione morale. Io dunque sarò ghigliottinato con un ordine del giorno che non dice niente. Qui si doveva dire: Voi siete indegno per questi e questi motivi; ed allora io avrei accettato il mio destino. Questo però non si è detto, e molti di voi, se non tutti, uscirete di qui con la coscienza turbata. {Voci assordanti: « No! No!»). Per quello che riguarda la questione morale ripeto ancora una volta che son pronto a sottomettermi a qualsiasi commissione che indaghi, inquirisca e riferisca (continua)

http://www.dittatori.it/discorso24novembre1914.htm

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