Dopo i cori razzisti contro Boateng nell'amichevole Pro Patria –
Milan, la FIGC e il Viminale hanno deciso di varare la 'linea dura'. Lo
stesso giocatore preso di mira dai cori razzisti potrà rivolgersi
all'arbitro che, in accordo col responsabile dell'ordine pubblico, potrà
decidere per la sospensione temporanea ma anche definitiva della
partita.
Va da sé che il razzismo allo stadio é incivile, cretino e anche un
po' ridicolo (spesso i tifosi che contestano il 'negher' dell'altra
squadra hanno tre o quattro giocatori di colore nella propria, il che,
per la verità, attenua la gravità del fenomeno e fa dubitare che si
tratti di razzismo vero e proprio). Tuttavia non sono d'accordo con la
'linea dura'. Lo stadio di calcio non é solo un luogo di sport e di
spettacolo, oggi anche, e forse soprattutto, di un business che sta
svuotando questo gioco dei suoi contenuti mitici, rituali, simbolici,
identitari che ne hanno fatto la fortuna per più di un secolo.E'
un'arena (continua)
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