venerdì 15 novembre 2013
Ipocrisia
Padre Alex Zanotelli riassume la politica italiana
usando una sola parola: ipocrisia. Ipocrisia, dice Zanotelli, quando la
classe dirigente si interroga su tragedie annunciate come quella di
Lampedusa (continua)
Alessandra Longo (Jack's Blog - 9 ottobre 2013)
AMNESIA E INDULTO (Marco Travaglio)
Basta, pietà, non se ne può più, ci vogliono prendere per sfinimento.
Mentre quel buontempone di Letta Nipote si trastulla con la fine del
ventennio, già si lavora per aprirne un altro. Il massimo rappresentante
di una classe politica incapace e cialtrona che da vent’anni non fa
altro che inventare reati inutili e riempire vieppiù le carceri per
gabbare la gente, vellicarne i più bestiali istinti e nascondere la
propria inettitudine, cade dal pero e viene a raccontarci (a noi!) che
bisogna liberare un’altra volta decine di migliaia di criminali, come
già nel 2006, perché non c’è più tempo da perdere e l’Europa sta per
condannarci per il nostro sistema carcerario da terzo mondo (continua)
Marco Travaglio (Jack's Blog - Il Fatto Quotidiano - 9 ottobre 2013)
Il "delinquente naturale" ha fregato tutti quanti
Un
gigante. «Delinquente naturale», come lo ha definito il Tribunale di
Milano, ma un gigante. In un colpo solo, con quella sua secca
dichiarazione di fiducia al governo, li ha messi nel sacco tutti. Il
buon Enrico Letta che si è quasi commosso alle parole del Cavaliere non
aveva capito che gli aveva teso una trappola mortale (continua)
Massimo Fini (Il Fatto Quotidiano, 5 ottobre 2013)
UN QUADRILATERO DI NOME DC (Marco Damilano)
Dobbiamo trasformare l’aula del Senato in un’arena, in cui il toro da matare si chiama Silvio Berlusconi…».
E chi lo aveva mai sentito un Enrico Letta così determinato e così
feroce? Una cattiveria da vero Coniglio mannaro, come i capi
democristiani della Prima Repubblica, in apparenza tenere mammolette ma
pronte a estrarre gli artigli al momento della battaglia (continua)
LA SAPIENZA DEMOCRISTIANA (Filippo Ceccarelli)
Ucci ucci, si diceva un tempo, sento odor di democristianucci.
Anche nella caduta di Berlusconi, evento cui tuttora si guarda con la
più disponibile incredulità, pare di scorgere una mano invisibile, un
po’ umida, ma ferma al momento giusto; qualcosa di gommoso e avvolgente,
però ad un tratto soffocante. Un’energia gentile e lievemente
soporifera fino a quando — zac — il colpo di Palazzo non è andato a
segno. Oh, crudele sapienza democristiana, già tante volte applicata tra
Palazzo Sturzo e il Gesù, oltre che in conventi, badie, cenobi e
istituti religiosi divenuti teatri di maestosi complotti e perfidi
avvelenamenti (continua)
Filippo Ceccarelli (Jack's Blog - La Repubblica, 3 ottobre 2013)
LE LARGHE SPESE (Marco Travaglio)
Berlusconi ha annunciato che vuole un governo balneare e che vuole cercare i voti uno per uno.
È una compravendita penosa e vergognosa. L’unico atto da compiere è
prendere atto che la maggioranza non c’è più e dimettersi”. Basta
sostituire il nome di Berlusconi con quello di Enrico Letta, e questa
dichiarazione potrebbe urlarla oggi il Cavaliere in faccia al nipote
dello zio Gianni. Invece la urlò Letta jr. in faccia a Berlusconi
esattamente tre anni fa, il 9 settembre 2010 (continua)
Marco Travaglio (Jack's Blog - Il Fatto Quotidiano, 2 ottobre 2013)
IL CAVALIERE VICE DEL SUO VICE (Curzio Maltese)
All’ora di pranzo si compie la tragedia di un uomo ridicolo.
Berlusconi poteva scegliersi una fine drammatica da Caimano, con
paesaggi in fiamme alle spalle, oppure una farsesca. Ha scelto con
coerenza la seconda. All’una e mezza, quando l’ombra del Cavaliere
annuncia la fiducia e subito scoppia a piangere, sulle tribune del
Senato la stampa di mezzo mondo esplode in una risata. Soltanto una
collega svedese vagola in preda all’angoscia, come certi turisti
abbattuti dall’afa e dalla sindrome di Stendhal: «Ma che succede?
Qualcuno può spiegarmi?» (continua)
Curzio Maltese (Jack's Blog - Il Fatto Quotidiano. 3 ottobre 2013)
IL GOVERNO DEGLI APPRENDISTI STREGONI (Antonio Padellaro)
Le larghe intese, la sciagurata operazione
trasformistica benedetta dal Quirinale, esplodono in mille pezzi dopo
appena cinque mesi di stentata esistenza con la scissione del Pdl, le
furibonde accuse di Berlusconi contro Napolitano e Letta e una
santabarbara di insulti, minacce e dossier pronta a esplodere (continua)
Antonio Padellaro (Il Fatto Quotidiano, 2 ottobre 2013)
NON SPINGETE (Marco Travaglio)
C’è una gran ressa nell’anticamera del fronte antiberlusconiano, rimasto per vent’anni semideserto.
Pare che spingano per entrare anche alcuni gaglioffi che dopo una vita
da rospi diventarono principi azzurri grazie al tocco magico del
portafogli e delle tv del Cainano, che scattavano sull’attenti a ogni
suo fischio, che gli han sempre votato e talora firmato decine di leggi
vergogna (continua)
Banche in Crisi: Lettera aperta al prof. Coltorti o della crisi della banca del territorio
Gentile professore, Il suo articolo su Firstonline
di qualche giorno fa sulla crisi della Banca delle Marche e', a mio avviso,
apprezzabile per coraggio, lucidità di analisi e capacità propositiva.
E quindi non stupiscono né la risonanza che ha avuto
su altri giornali ne' qualche disappunto per urtate suscettibilità
istituzionali.
Esso pone senza infingimenti la questione delle
cause del dissesto, rinvenendole nel ruolo inadeguato della proprietà, nei
difetti di governo del Consiglio di amministrazione, nel peso sproporzionato
esercitato per anni dalla figura del Direttore generale, nella assunzione di rischi
oltre ragionevoli criteri di prudenza, nella inadeguatezza di controlli interni
ed esterni alla banca (continua)
(Banche & Vanghe - Pensieri e Parole sulla Banca
del Territorio)
Bergoglio, il Papa 'piacione'
E
adesso ci tocca anche il Papa democratico, femminista, di sinistra e
magari, chissà, antifascista. «Non sono mai stato di destra». Da quando
esistono queste due categorie politiche, cioè dalla Rivoluzione
francese, nessun Pontefice si era mai abbassato a tanto, a nominarle. E
che significa «non sono mai stato di destra»? (continua)
Massimo Fini (Il Fatto Quotidiano, 28 settembre 2013)
giovedì 14 novembre 2013
LACRIME DI COCCODRILLO (Marco Travaglio)
Da qualche tempo a questa parte, appena
prende la parola, il che gli accade ormai di continuo, in una logorrea
esternatoria senza soste, anche due volte al giorno, prima e dopo i
pasti, il presidente della Repubblica piange. È una piccola
variante sul solito copione: il monito con lacrima. A questo punto
mancano soltanto le scuse al popolo italiano, unico abilitato a
disperarsi per lo schifo al quale è stato condannato da istituzioni e
politici irresponsabili. Cioè responsabili dello schifo (continua)
Marco Travaglio (Jack's Blog - Il Fatto Quotidiano 29 settembre 2013)
Due caimani e due bande di camerieri
Il Caimano. Debbo dire che Moretti aveva
capito prima e meglio di tutti chi fosse il personaggio Silvio
Berlusconi. E lo capì altrettanto bene Roberto Benigni scrivendo su di
lui una ballata citata ieri sul nostro giornale da Gianluigi Pellegrino:
"Io compro tutto dall'A alla Z / ma quanto costa questo c... di
pianeta. / Lo compro io. Lo voglio adesso. / Poi compro Dio, sarebbe a
dir compro me stesso" (continua)
Eugenio Scalfari (La Repubblica - 29 settembre 2013)
L’Avvocatura Stato-mafia
Tenetevi forte perché questa è strepitosa: il presidente della
Repubblica non solo non è indagabile, intercettabile, ascoltabile,
nemmeno se uccide la moglie o parla con uno che ha ucciso la moglie; non
solo non può essere nominato in Parlamento, come disposto dagli
appositi Boldrini e Grasso; ma non può neppure testimoniare la verità in un processo, nemmeno se conosce elementi utili a far luce su un delitto (continua)
Marco Travaglio (Il Fatto Quotidiano, 28 Settembre 2013)
Il falò della servitù
Pare che circolino dei moduli prestampati per consentire ai
parlamentari del Pdl di presentare le loro dimissioni senza star lì a
perder tempo. Ma poiché la Costituzione dice che il parlamentare è senza
vincolo di mandato, e questa assomiglia molto a una servitù di mandato,
si precisa che chi vuole può anche scriversela di suo pugno la lettera,
con le motivazioni che preferisce, purché la firmi. A questo il
Porcellum ha ridotto il Parlamento, e non solo a destra per la verità: a
un bivacco di subordinati (continua)
Antonio Polito (Corriere della Sera - 27 settembre 2013)
Banche di Spagna Banche d'Italia
Il 10 aprile scorso, il Governatore del Banco de España, Miguel
Fernandez Ordoñez, a pochi mesi dalla scadenza del suo mandato, ha rivendicato
con forza l’azione svolta dalla banca centrale quale autorità di vigilanza nel
disegnare una nuova realtà del sistema bancario spagnolo, soprattutto per
quanto riguarda gli enti finanziari minori (continua)
Daniele Corsini - Davide De Crescenzi (Banche
& Vanghe - Pensieri e Parole sulla Banca del Territorio)
Perché ci farebbe bene una guerra
A
noi servirebbe una crisi molto più profonda di quella che stiamo
attraversando. Una guerra, meglio ancora. Ma noi occidentali le guerre
le facciamo agli altri, non le subiamo più. In Afghanistan ci sono più
di tremila soldati italiani, ma la cosa non tocca la nostra vita
quotidiana. Viviamo nelle retrovie. Piuttosto comodamente, tutto
sommato. Eppure in giro è tutta una lagna (continua)
Massimo Fini (Il Fatto Quotidiano, 21 settembre 2013)
Da Twitter a Instagram: clausole di accettazione da azzeccagarbugli
Qualcuno ha mai letto le clausole prima di scaricare un’App per smartphone? O prima di iscriversi a un social media?
O di entrare in un sito che chiede la registrazione? Sono una trentina
di pagine fitte fitte, i famosi “Termini e condizioni” alle quali noi
aderiamo semplicemente cliccando “Accetta”. Cullen Hoback, regista americano li ha letti per noi e ci ha fatto un inquietante documentario (continua)
Caterina Soffici (Il Fatto Quotidiano - 23 settembre 2013)
Craxi e i comici silenzi-dissensi di Giuliano Amato
Questa 'stroncatura', a suo modo preveggente, di Giuliano Amato è stata scritta nel gennaio del 2007 sul mensile 'Giudizio Universale'.
La
prima volta che vidi Giuliano Amato fu a un dibattito televisivo agli
inizi degli anni Ottanta. Accesi la Tv proprio mentre diceva: «Io parlo
uno splendido italiano». Poichè eravamo ancora molto lontani dall'era
delle volgarità berlusconiane mi colpi' la prosopopea di questo
professorino allora totalmente sconosciuto ai più e ai meno perchè,
benchè ordinario dal 1975 di Diritto costituzionale comparato alla
Sapienza, non aveva pubblicato nulla, com'è ormai usanza dei nostri
docenti universitari, da Panebianco a Della Loggia (continua)
Nessuno puo' cancellare il diritto alle idee. E' la democrazia, bellezza.
Sono
stato alla festa nazionale di CasaPound che si è tenuta nei giorni
scorsi a Revine Lago, per presentare il mio libro 'La guerra
democratica', un po' datato ma, vedi Siria, ancora drammaticamente
attuale. Per la verità avevo voglia di declinare l'invito dei ragazzi di
CasaPound, non per motivi ideologici ma perchè farsi da Milano, anda e
rianda, 700 chilometri era un po' faticoso. Ma sono stato costretto a
cambiare idea quando ho saputo che l'Anpi e il Pd locali si erano
rivolti al prefetto e addirittura al ministro degli Interni perchè
vietassero la manifestazione:”E' grave che a un movimento di chiara
ispirazione neofascista, portatore di messaggi razzisti e xenofobi, sia
consentito di poter diffondere l'ideologia fascista in violazione della
Costituzione” aveva scritto Simonetta Rubinato nell'interrogazione ad
Alfano. Ci sono andato quindi per difendere un principio (continua)
Massimo Fini (Il Gazzettino, 20 settembre 2013)
MA MI FACCIA IL PIACERE (Marco Travaglio)
Atteso e prevedibile come la caduta
delle foglie in autunno, il supermonito di Napolitano ai magistrati per
dare il contentino al Cainano pregiudicato e non farlo sentire troppo
solo, è puntualmente arrivato. Secondo il Presidente Pompiere,
bisogna “spegnere nell’interesse del Paese il conflitto tra politica e
giustizia”. Che è un po’ come dire: siccome un chirurgo è stato
condannato perché scannava i pazienti, bisogna spegnere il conflitto tra
chirurgia e giustizia; siccome un ciclista è stato condannato per
doping, bisogna spegnere il conflitto tra ciclismo e giustizia; siccome
un tossico è stato condannato perché ha svaligiato un supermarket,
bisogna spegnere il conflitto fra tossicodipendenza e giustizia; siccome
un riccone è stato condannato perché non paga le tasse, bisogna
spegnere il conflitto fra ricchezza e giustizia. Insomma, una
solennissima assurdità (continua)
Marco Travaglio (JACK'S BLOG - Il Fatto Quotidiano, 21 settembre 2013)
La slealtà del Milan è un riflesso del mondo morale di Berlusconi
Torino-Milan,
sabato. Il Toro a una manciata di secondi dalla fine sta vincendo 2-1.
Uno dei giocatori granata, Larrondo, è a terra da qualche minuto,
infortunato. I tecnici del Torino hanno già chiesto l'interruzione del
gioco per soccorrere il giocatore (che poi uscirà in barella) e
sostituirlo, ma l'arbitro ha fatto continuare perchè col Milan tutto
all'attacco l'azione è viva. Non lo è più quando la palla finisce in
fallo laterale. A questo punto una delle regole morali del calcio
vorrebbe che i giocatori rossoneri si fermassero per permettere soccorso
e sostituzione. Invece rimettono rapidamente la palla in gioco e
dall'azione nascerà il rigore che porterà il Milan al pareggio (continua)
Giuliano Amato alla Consulta, orgasmo da Rotterdam
Un giorno o l’altro, magari da qualche casuale intercettazione o ritrovamento di elenchi o liste, scopriremo le doti nascoste di Giuliano Amato,
l’uomo che non doveva pensionarsi mai, la salamandra che passava
indenne tra le fiamme, il dinosauro sopravvissuto alle glaciazioni, il
“sederinodoro” (come diceva Montanelli) che riusciva a occupare
contemporaneamente mezza dozzina di cadreghe alla volta (continua)
Marco Travaglio (Il Fatto Quotidiano, 13 Settembre 2013)
IL REVIVAL DEL POPULISMO - Il fenomeno Grillo e il lessico della democrazia
Non
vorrei che il grillismo si arenasse in un confuso e inconcludente
dibattito sulla antipolitica. Nel caso di Beppe Grillo, anti sta solo
per dire «basta» con questi politici, con questi partiti e con questa
politica. E, se così, il grillismo non ha sottintesi o implicazioni
antidemocratiche.
Io non temo ritorni al fascismo né al comunismo (storico) perché entrambi questi regimi hanno perduto, in Occidente, il loro principio di legittimità. Oggi nemmeno Chávez, il più avanzato demagogo dell’America Latina, osa dire che «lo Stato sono io» (continua)
Io non temo ritorni al fascismo né al comunismo (storico) perché entrambi questi regimi hanno perduto, in Occidente, il loro principio di legittimità. Oggi nemmeno Chávez, il più avanzato demagogo dell’America Latina, osa dire che «lo Stato sono io» (continua)
Giovanni Sartori (Corriere della Sera - 2 ottobre 2007)
Corte Costituzionale, Amato uomo emblema del compromesso
Genova, 13-09-2013. Il segno del degrado ha raggiunto il punto di non ritorno con la nomina di Giuliano Amato a giudice costituzionale
da parte dell’imperatore, Giorno II, re di Libia e negus di Abissinia.
Per gradire, Amato è un politico «quadrilatero»: ha servito Craxi,
latitante e ladro di Stato; ha una pensione di 30mila euro al mese,
quanto un operaio e mezzo guadagnano in un anno; ha contribuito
attivamente come presidente di due governi e ministro del tesoro ad
affossare l’economia italiana e infine è l’uomo adatto per (continua)
sac. Paolo Farinella (Il Fatto Quotidiano - 13 settembre 2013)
Il sistema uccide tutti, non solo i poveri
In Svizzera, nel giro di poche settimane, si sono
suicidati due top manager: Pierre Wauthier, 53 anni, direttore
finanziario di Zurich, colosso delle assicurazioni, e Carsten Schloter,
49 anni, leader di Swisscom Telecomunicazioni. Wauthier era pressato,
stressato dal suo capo perché raggiungesse obiettivi sempre più alti,
finché, non potendone più, si è tolto la vita. Ancora più indicativo il
caso di Schloter che aveva lasciato scritto: "Non puoi stare connesso
con il lavoro ventiquattr'ore su ventiquattro, non puoi cancellare la
famiglia, non puoi scordarti i figli, non puoi scordarti la vita" (continua)
BARBARA SPINELLI: “IL PD SIA INDIPENDENTE DA NAPOLITANO”
Tra urla, appelli e minacce che accompagnano in
questi giorni il dibattito sulla decadenza del senatore Silvio
Berlusconi, pare che nessuno si sia posto una semplice, ma capitale,
domanda: quanto costerebbe al Paese sacrificare un principio
fondamentale come l’uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge? Lo
abbiamo chiesto a Barbara Spinelli, scrittrice ed editorialista di
Repubblica (continua)
Silvia Truzzi (JACK'S BLOG)
CAVILLO E CAVALIERE (Marco Travaglio)
Una volta era tutto più facile: le leggi gliele scrivevano su misura Craxi & C., poi passavano alla cassa.
Dunque gli era davvero difficile violarle. Però ogni tanto capitava lo
stesso, allora lui mandava Previti dal giudice con una busta o un
bonifico estero su estero, e il processo finiva lì. Poi purtroppo Craxi
& C. si fecero beccare, i giudici corrotti finirono dentro e quelli
corruttibili iniziarono a scarseggiare. Non gli restava che scendere in
campo per farsi le leggi da solo. “Se non entro in politica finisco in
galera e fallisco per debiti”, confidò a Biagi e Montanelli. E fu di
parola. In galera non ci finì grazie a una raffica di leggi à la carte. E
per debiti fece fallire tutti gl’italiani tranne uno: lui (continua)
Moralisti del cazzo #SonoUnMoralistaDelCazzo
Ieri, alla Camera, alla richiesta del M5S di espellere i delinquenti, si è levato alto il grido "Moralisti del cazzo!".
I nominati del pdl e del pdmenoelle si sono indignati. E' un paradosso
che invece di accompagnare alla porta Berlusconi, un delinquente
condannato in via definitiva, i nominati dai capibastone del pdmenoelle e
dal truffatore fiscale, volessero buttare fuori noi (continua)
lunedì 28 ottobre 2013
IN RICORDO DI ENRICO BERLINGUER: “UN PARTITO SERIO NON TRADISCE LA LINEA”
Enrico Berlinguer da qualche mese è
entrato nell’ufficio più importante di Botteghe Oscure: è il nuovo
segretario del Partito comunista italiano, ha preso il posto di Luigi
Longo che nel 1969 lo aveva voluto accanto a sé come vice.
L’appuntamento è alle dodici. È stato battezzato “il sardo-muto”, perché
è nato a Sassari e parla poco. È uscito dal liceo per entrare nel
partito. Non ha concluso l’università, ma ha studiato profondamente i
teorici del marxismo, e i classici della politica. La ribellione
comincia quando è ancora ragazzo, ma nella sua nobile famiglia si
contesta quasi per tradizione. Ha alle spalle un bisnonno repubblicano,
un nonno che va con Garibaldi e un padre che è contro Mussolini (continua)
Enzo Biagi (JACK'S BLOG -12 settembre 2013)
«Dovete chiamarmi "onorevole"» E la Intrieri blocca la Prefettura
LAMEZIA TERME «Perché io so io, e voi non siete un...».
Sempre attuali e illuminanti le parole del marchese del Grillo, alias
Alberto Sordi, in un'Italia da sempre morbosamente affezionata a titoli e
onorificenze. Mai dimenticarle, pena le rimostranze stizzite dei loro
orgogliosi quanto altezzosi possessori. Ma forse solo nell'ancora
feudale Calabria è possibile che l'attività amministrativa di un ente
pubblico venga bloccata proprio a causa di una mancata “riverenza” a un
personaggio istituzionale. A subire quella che ha giudicato come
un'insopportabile “onta” è stato il Garante per l'infanzia e
l'adolescenza della Regione Calabria, l'ex deputata Marilina Intrieri.
Che, particolarmente piccata per la mancata attribuzione del titolo di
“onorevole”, ha deciso di bloccare un iter amministrativo (continua)
Pietro Bellantoni (Corriere della Calabria - 10 settembre 2013)
La strana storia di Davide Cuperlo contro Golia Renzi
Il messaggio col quale entreranno nelle primarie lo sintetizza Andrea Orlando, ministro dell’ambiente ed ex giovane turco ormai cresciuto: «Saremo Davide contro Golia». Il tipico underdog, lo sfavorito che può sorprendere battendosi a mani nude contro lo strapotere di una macchina da guerra elettorale.
Solo che le parti nel melodramma del congresso Pd sono uscite da una
sceneggiatura impazzita (continua)
QUIRIMEDIASET (Marco Travaglio)
La domanda è molto semplice e, nonostante la comicità della situazione generale, molto seria.
Se è vera la notizia – pubblicata da alcuni quotidiani e non smentita
per tutta la giornata di ieri – del “colloquio riservato” di Fedele
Confalonieri con Giorgio Napolitano per impetrare la grazia o altri
salvacondotti sfusi per l’amico Silvio, a che titolo il presidente della
Repubblica ha ricevuto il presidente di Mediaset? Il 2 luglio scorso,
quando Beppe Grillo, leader del M5S che aveva appena raccolto il 25%
alle elezioni, chiese sul suo blog di incontrare il capo dello Stato,
questi rispose piccato di non aver “ricevuto alcuna richiesta di
incontro nei modi necessari per poterla prendere in considerazione” (continua)
Marco Travaglio ( giacomosalermo.com)
La quercia del Tasso
Quell’antico tronco d'albero che si vede ancor oggi sul Gianicolo a Roma,
secco, morto, corroso e ormai quasi informe, tenuto su da un muricciolo dentro
il quale è stato murato acciocché non cada o non possa farsene legna da ardere,
si chiama la quercia del Tasso perché, avverte una lapide, Torquato Tasso
andava a sedervisi sotto, quand'essa era frondosa.
Anche a quei tempi la chiamavano così.
Fin qui niente di nuovo. Lo sanno tutti e lo dicono le guide.
Meno noto è che, poco lungi da essa, c'era, ai tempi del grande e infelice
poeta, un'altra quercia fra le cui radici abitava uno di quegli animaletti del
genere dei plantigradi, detti tassi (continua)
Achille Campanile
Lezioni di etica dai Talebani
Per gli occidentali le elezioni sono il sacro perno
della democrazia. Quando le vinciamo noi o i nostri amici. Se invece le
vincono gli altri non valgono più. E' storia vecchia e quanto sta
accadendo in Egitto ne è la riprova. Il precedente più noto è l'Algeria.
Nel 1991 le prime elezioni 'libere', dopo trent'anni di una sanguinaria
dittatura militare, furono vinte dal Fis (Fronte islamico di salvezza)
con una schiacciante maggioranza del 47% (aveva già vinto le
amministrative dell'anno prima col 54%). Ma si stimava che al
ballottaggio avrebbe raggiunto i due terzi dei consensi con l'apporto
dei partiti islamici minori. Allora i generali tagliagole, con
l'appoggio dell'intero Occidente, annullarono le elezioni sostenendo che
il Fis avrebbe instaurato una dittatura. In nome di una dittatura del
tutto ipotetica si ribadiva quella precedente (continua)
Massimo Fini (Il Fatto Quotidiano, 24 agosto 2013)
IL DEPOSITARIO E IL GIURAMENTO
Un tale aveva ricevuto un deposito da un amico e contava
di non restituirglielo. E poiché l’amico lo invitava a prestar giuramento, a
buon conto, partì per la campagna. Giunto alle porte della città, vide
uno zoppo che stava per uscirne, e gli chiese chi fosse e dove fosse diretto.
Quello rispose che era il Giuramento e che andava a punire gli spergiuri.
Allora egli gli domandò quanto tempo stava, di solito, prima di tornare in una
città (continua)
Esopo (Favole)
Marcello D'Orta (IO SPERIAMO CHE ME LA CAVO - Sessanta temi di bambini napoletani - 1990)
Il personaggio storico che preferisco è Caligola, perché era pazzo.
Caligola mi è troppo simpatico per le sue pazzie! Lui nominò senatore il suo cavallo, lui si mangiò il figlio per fare come Saturno, lui schierò l'esercito in riva al mare e poi disse che era tutto uno scherzo, perché il nemico se l'era inventato, lui volle essere adorato come un dio (continua)
Caligola mi è troppo simpatico per le sue pazzie! Lui nominò senatore il suo cavallo, lui si mangiò il figlio per fare come Saturno, lui schierò l'esercito in riva al mare e poi disse che era tutto uno scherzo, perché il nemico se l'era inventato, lui volle essere adorato come un dio (continua)
Marcello D'Orta (IO SPERIAMO CHE ME LA CAVO - Sessanta temi di bambini napoletani - 1990)
La Scienza ci farà sapere la data della nostra fine. E moriremo di paura.
Dai e ridai ci sono finalmente arrivati. L'ambizione
della scienza moderna e della medicina tecnologica è di farci sapere,
con largo anticipo, la data della nostra morte. Adesso, a quanto pare,
ci siamo. Gli autorevoli scienziati dell'Università di Lancaster hanno
messo a punto uno studio sulle cellule endoteliali, "il serbatoio di
tutte le potenziali cellule staminali" come scrive Edoardo Boncinelli (continua)
Massimo Fini (Il Gazzettino, 22 agosto 2013)
BERLUSCONI: La guerra non c'è (di Stefano Benni)
Cittadini
italiani. Qui è Silvio W. Berlusconi che vi parla. Anche se la
propaganda comunista e vaticana cerca di convincervi del contrario, i
miei avvocati mi hanno rassicurato che:
a) l'Italia non è belligerante
b) non solo non è belligerante, ma non è neanche in guerra
c) non c'è in realtà nessuna guerra
Non abbiamo mai concesso né basi né spazio aereo agli americani. Era già tutto loro (continua)
a) l'Italia non è belligerante
b) non solo non è belligerante, ma non è neanche in guerra
c) non c'è in realtà nessuna guerra
Non abbiamo mai concesso né basi né spazio aereo agli americani. Era già tutto loro (continua)
Stefano Benni
LA RAGNATELA - DALLE TRAME NERE AL GOVERNO BERLUSCONI
I Servizi Segreti Usa, già nel 1942
durante il fascismo, allacciano rapporti con la mafia siciliana e
determinati settori politici, e quindi instaurano durature alleanze con
questi soggetti. Lo scopo è quello di controllare la vita politica
italiana, in modo da piegarla con qualsiasi mezzo, anche terroristico e
sanguinario, agli interessi degli Stati Uniti e dei gruppi
politico-economici di loro riferimento.
Cosa abbia comportato questo disegno lo sicomincia a comprendere solo da qualche anno, grazie alle indagini di magistrati coraggiosi, che tra mille insidie ed ostacoli sono riusciti a fare intravedere, se non tutta la verità, almeno una parte di essa (continua)
Cosa abbia comportato questo disegno lo sicomincia a comprendere solo da qualche anno, grazie alle indagini di magistrati coraggiosi, che tra mille insidie ed ostacoli sono riusciti a fare intravedere, se non tutta la verità, almeno una parte di essa (continua)
Traccia storica e
considerazioni di Renata Franceschini, Soccorso Popolare - Padova
Non c’è grazia che tenga, B. è incandidabile
Berlusconi è sostenuto da tre categorie di persone: credenti,
clienti, stipendiati. I primi non si chiedono che specie di uomo sia
(intelligente, colto, onesto; o il contrario di tutto questo); lo amano
come si crede in Dio, per fede. I secondi sanno che si tratta di uomo
spregiudicato, aggressivo e ricco; ma hanno messo la loro vita nelle sue
mani precludendosi ogni altra strada; la loro appartenenza a B. è un
fatto di sopravvivenza. Gli ultimi sono professionisti al servizio di un
cliente; percepiscono un compenso commisurato alla loro abilità nel
sostenerne la causa; non ha senso aspettarsi che ne riconoscano
l’inconsistenza. Sicché discutere ogni giorno sull’ultimo coniglio
cavato dal cappello degli scout lanciati alla ricerca di una via di fuga
non ha nessun senso: puoi dimostrare senza ombra di dubbio che è solo
un coniglio e non una ragionevole interpretazione legislativa, mai se ne
convinceranno o, se convinti, lo ammetteranno (continua)
Bruno Tinti (Il Fatto Quotidiano, 23 agosto 2013)
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