Sabato sera ho acceso la tv e ho trovato la diretta della farsa del Pdl
che ritorna FI con il delinquente che pontifica e alla fine fa finta
anche di svenire per dare un tocco thrilleresco con partecipazione del
veterano che adduce rhum per dare «corpo» visibile alla sceneggiata del
dolore. Ci siamo abituati al marchiapone. Quando il delinquente
corrotto, finto emozionato, ha detto di non dire che il figlioccio (nel
senso mafioso) Al Fano è un traditore perché è «uno dei nostri gruppi»,
mi si è spalancata la visione come fossi a Lourdes e ho capito. Ho
capito che la farsa era avanspettacolo ed era stato tutto studiato a
tavolino come da copione, magari al Quirinale. Ecco la scena da cui si
potrebbe trarre la trama di un film da Cetto La Qualunque VII (continua)
don Paolo Farinella (La Repubblica/MicroMega - 19 novembre 2013)
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