venerdì 23 agosto 2013

Se la stabilità si trasforma in idolatria


Stabilità: così spesso viene invocata e così febbrilmente, in Italia, che quasi non ci accorgiamo che è divenuta virtù teologale che assorbe ogni altra virtù: non mezzo, ma finalità ultima dell'agire politico. Non siamo i soli a subirne i ricatti: in tutta Europa, le ricette anticrisi l'assolutizzano. Dicono che la Grecia è per fortuna lontana, invece ci sta vicina come la pelle. Quotidianamente vengono additati i nemici della stabilità politica, e piano piano ogni inquietudine, ogni opposizione, ogni giornale che amplifichi notizie poco gradite al comando son guardati con diffidenza. Il "rischio Italia" non c'è, ha detto il governatore Visco al vertice dei Venti, il 20 luglio, ma "resta il gran peso dell'instabilità politica e istituzionale, a frenare la crescita" (continua)

 


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