Sono, da quando ho la maggiore età, un profugo politico, un apolide
sbandato ancora alla ricerca di una bandiera. Mi sarebbe piaciuto essere
comunista, da giovane, ma il boccone dell’Urss era troppo grosso per
essere digerito. Nonostante gli sforzi dei miei amici e potenziali
compagni, non capivo perché per difendere e promuovere gli interessi dei
lavoratori si dovessero accettare i Gulag, le Pravda o le colonne di
carri armati nel” Paesi Fratelli” (continua)
Vittorio Zucconi (La Repubblica, 13 luglio 2013)
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