La
sentenza di condanna di Silvio Berlusconi era già scritta. Non per un
pregiudizio della magistratura milanese ma perchè il reato di
concussione era 'in re ipsa': nelle sette telefonate che l'allora
premier fece da Parigi ai funzionari della Questura di Milano perchè una
ragazza sotto interrogatorio fosse liberata e affidata a persona di sua
fiducia, Nicole Minetti, come poi avvenne. Qui non ci sono
intercettazioni di dubbia interpretazione, ci sono i fatti (continua)
Massimo Fini (Il Gazzettino, 29 giugno 2013)
Nessun commento:
Posta un commento