"Caro
direttore,
non è mia abitudine replicare a chi critica le mie scelte o
quel che scrivo. Ma l'articolo di ieri di Eugenio Scalfari esige alcune
precisazioni, per ristabilire la verità dei fatti. E, soprattutto, per
cogliere il senso di quel che è accaduto negli ultimi giorni. Si irride
alla mia sottolineatura del fatto che nessuno del Pd mi abbia cercato in
occasione della candidatura alla presidenza della Repubblica (non ho
parlato di amici che, insieme a tanti altri, mi stanno sommergendo con
migliaia di messaggi). E allora: perché avrebbe dovuto chiamarmi
Bersani? Per la stessa ragione per cui, con grande sensibilità, mi ha
chiamato dal Mali Romano Prodi, al quale voglio qui confermare tutta la
mia stima. Quando si determinano conflitti personali o politici
all'interno del suo mondo, un vero dirigente politico non scappa, non
dice "non c'è problema ", non gira la testa dall'altra parte. Affronta
il problema, altrimenti è lui a venir travolto dalla sua
inconsapevolezza o pavidità. E sappiamo com'è andata concretamente a
finire" (continua)
"F.to Stefano Rodotà."
(La Repubblica - 22 aprile 2013)
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