martedì 23 aprile 2013

La pericolosa rivoluzione di Giorgio II


Lui si commuove, i partiti applaudono. Eppure non c’è alcuna ragione di celebrare questa sobria e un po’ triste cerimonia con cui Giorgio Napolitano ha giurato, per la seconda volta, da presidente della Repubblica. Ne è consapevole anche lo stesso capo dello Stato che ha rifiutato i corazzieri e la macchina scoperta: non è il momento per il fasto e per i bagni di folla. Perché quello che si è celebrato oggi a Montecitorio è il funerale della seconda Repubblica, senza che la politica dimostri alcuna prospettiva di resurrezione nella Terza.
La novità più rilevante è il passaggio dell’Italia a un presidenzialismo di fatto: Napolitano ha spiegato che la sua permanenza al Quirinale dipende da due variabili: da quanto lo sosterranno le forze e da come si comporteranno i partiti. Se non collaborano, ha lasciato intendere, lui non si sente più vincolato a restare (continua)

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