Forse non sbagliamo se, nel leggere l’ultimo Eugenio Scalfari,
siamo portati a pensare che ogni tanto si sentirà un po’ solo. Non
parliamo, per carità, dei suoi fans che sono ancora legioni, pronti a
centellinare le omelie domenicali con religioso fervore. E neppure
alludiamo ai colleghi giornalisti che non cessano di
tributare al Fondatore il rispetto e la considerazione che merita. Del
resto, se non ci fosse stato Scalfari, non ci sarebbe stata Repubblica. Ogni tanto però sorge il dubbio che, se oggi ci fosse ancora la Repubblica di Scalfari, su un punto soprattutto somiglierebbe poco alla Repubblica di Ezio Mauro: il giudizio sul governo di Matteo Renzi (continua)
Antonio Padellaro (Il Fatto Quotidiano, 22 agosto 2014)
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