Ma
è mai possibile che in Italia appena uno pone una questione un po’
seria, anche se scomoda, debba essere sommerso dal coro di indignazione
bipartisan come sta capitando al deputato Cinquestelle Alessandro Di
Battista (‘abominevole’, ‘pericoloso’, ‘ignorante’, ‘nemico interno’
fino al ‘minchione’ appioppatogli da Francesco Merlo)? Eppure Di
Battista affronta un nodo cruciale per capire la nascita, la crescita e
l’affermarsi del radicalismo islamico: di fronte a un nemico invisibile o
irraggiungibile, perché ti bombarda con robot teleguidati da migliaia
di chilometri di distanza o con caccia che, senza una contraerea, non
possono essere colpiti, che cosa resta a una resistenza? O subire
passivamente o darsi al terrorismo (continua)
Massimo Fini (Il Fatto Quotidiano, 20 agosto 2014)
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