«Votatelo, pesatelo, se sbaglia impiccatelo»,
diceva un antico adagio veneziano. Certo, se anche le accuse contro
Giorgio Orsoni, Giancarlo Galan e gli altri politici e affaristi
coinvolti nell’inchiesta trovassero conferma nei processi e nelle
sentenze, nessuno pretende corda e sapone. Il quadro di corruzione
disegnato dai giudici, però, è così vasto da imporre finalmente una
guerra vera, non a chiacchiere, contro la mazzetta.L’«affare» del Mose è
esemplare. Perché c’è dentro tutto (continua)
Gian Antonio Stella (Jack's Blog - Corriere della Sera - 5 giugno 2014)
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