MANAUS - Hiandra non ha dormito stanotte. Alle quattro del mattino era
ancora sveglia, alle sei già pronta con la sua medaglia più bella al
collo, il vestito rosa a fiori, le infradito prestate dalla vicina
perché le sue, un po' rotte, ha detto non le metto, con queste non sono
elegante, vado scalza. Hiandra Cecilia ha sette anni. Vive a Nova
Cidade, il quartiere a Nord di Manaus dove le strade sono di terra e non
hanno nome. Laggiù, si dice indicando con la mano: dopo l'albero. La
madre le ha spiegato: scalza allo stadio non ti fanno entrare, metti
quelle di Jakeline.
Il biglietto coi colori del pappagallo Fifa lo ha tenuto sotto il cuscino, in quelle due ore di dormiveglia. "Lo metto qui, se no Weslem me lo ruba". Weslem, 13 anni, è suo fratello: gioca all'ala, dice subito. Lei a calcio no (continua)
Il biglietto coi colori del pappagallo Fifa lo ha tenuto sotto il cuscino, in quelle due ore di dormiveglia. "Lo metto qui, se no Weslem me lo ruba". Weslem, 13 anni, è suo fratello: gioca all'ala, dice subito. Lei a calcio no (continua)
Concita De Gregorio (La Repubblica - 15 giugno 2014)
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