giovedì 17 luglio 2014
Palermo, 1981
Il
viaggiatore che fosse sbarcato a Palermo nell'aprile del 1981, si
sarebbe certo meravigliato di vedere appeso in alto sul monte Pellegrino
un gigantesco cerchio bianco con dentro disegnato un garofano rosso, di
notte reso ancor più visibile da fasci di luce convergenti.
Era il biglietto da visita del congresso socialista che volemmo in Sicilia perché i socialisti siciliani erano stati gli ultimi e i più refrattari a farsi conquistare da Craxi (continua)
Era il biglietto da visita del congresso socialista che volemmo in Sicilia perché i socialisti siciliani erano stati gli ultimi e i più refrattari a farsi conquistare da Craxi (continua)
Claudio Martelli (da "Ricordati di vivere" - 2013 - Bompiani / RCS Libri)
La resistibile ascesa delle riforme di Matteo e Silvio: come si costruisce una svolta autoritaria
Da
oltre vent'anni in Italia si punta il dito sull'anomalia rappresentata
da un sistema legislativo incentrato su due Camere che hanno uguali
competenze e che comportano una duplicazione del procedimento
legislativo e del dibattito per la fiducia e l'indirizzo politico fra
Governo e Parlamento, con il fenomeno (nella realtà piuttosto raro!) dei
disegni di legge che fanno la navetta all'infinito fra Camera e Senato,
fin quando non vengono approvati nel medesimo testo dai due rami del
Parlamento. Ciò comporta un inevitabile affaticamento della decisione
politica ed un rallentamento dei tempi (continua)
Domenico Gallo (Micromega - 7 luglio 2014)
"Un mese fa oltre il quaranta per cento degli italiani ci ha chiesto di cambiare l’Italia" .... ovvero .... quando la matematica diventa un'opinione ....
La continua
citazione ed enfatizzazione dei risultati alle ultime europee da parte del
Partito Democratico - e dei “renziani” in particolare - induce a rileggere e
ponderare i dati elettorali in relazione all’elevato grado di astensionismo fatto
registrare dagli elettori. La
percentuale degli elettori votanti è stata infatti del 58,69% (circa 29 mln di
aventi diritto), quella dei voti assegnati ai partiti del 55,57%
(3,12% tra schede bianche, nulle e contestate non assegnate). L’elevato
fenomeno di astensionismo ha fatto si che il 41,31% degli italiani aventi diritto al voto non si è nemmeno recato alle
urne (continua)
Essec
MONITI E DISTINTIVO
L’ha fatto ancora. Dopo qualche settimana di
astinenza, Napolitano ha monitato di nuovo. E, siccome gli scappava da
un bel po’, ha espettorato ben tre moniti in un giorno. Credendosi il re
d’Italia, è andato a Redipuglia. E di lì, a 100 anni dalla grande
guerra, ha tuonato contro “le guerre e i nazionalismi” (brutti) e a
favore dell’“integrazione europea” (bella). Concetti forti, soprattutto
nuovi (continua)
Marco Travaglio (Jack's Blog - Il Fatto quotidiano - 8 luglio 2014)
A cent'anni da Sarajevo i Balcani rischiano di ripiombare nel caos
Con
l'assassinio il 28 giugno del 1914, a Sarajevo, dell'Arciduca Francesco
Ferdinando e di sua moglie per mano di un giovane serbo, Gavrilo
Princip, ha inizio l'età contemporanea. Non quella moderna che era
partita molto prima. In genere a scuola e nelle università si fa
iniziare la Modernità con la scoperta delle Americhe, che poi scoperta
non era, di Cristoforo Colombo (1492). Ma non è solo una data
convenzionale è anche priva di senso. La Modernità comincerà due secoli e
mezzo dopo con la Rivoluzione industriale che (continua)
Massimo Fini (Il Gazzettino, 4 luglio 2014)
Mi fa molto piacere il fatto che “Il desiderio di essere come tutti” abbia vinto l’edizione 2014 del Premio Strega.
Forse
alla stessa Einaudi, quando scelsero di pubblicarlo, non ci credevano neanche
loro, chissà, sta di fatto che io comprai il libro nell’offerta di lancio, con
lo sconto del 25% sul prezzo di copertina. Mi è piaciuto molto e, quando dopo
un paio di settimane tornai ad
acquistarne altre copie da regalare a dei miei cari amici, le dovetti
pagare a prezzo pieno. Mi fa quindi molto piacere il fatto che “Il desiderio di essere come tutti” abbia
vinto l’edizione 2014 del Premio Strega.
Personalmente
ho scoperto Francesco Piccolo come scrittore attraverso “Momenti di
trascurabile felicità”, edito nel 2010 sempre dalla Einaudi. La curiosità
derivò da suoi ripetuti interventi nella trasmissione “Che tempo che fa” di
Fabio Fazio, dove vennero proposte letture di suoi diversi piccoli capitoli. Una
narrazione spesso originale di aneddoti e storie (continua)
Essec
lunedì 14 luglio 2014
BACI ALLA FRANCESE
Che cos’abbia spinto un ragazzo sveglio come
Renzi a inscenare l’imbarazzante conferenza stampa sulle “linee guida”
della giustizia, cioè sul nulla mischiato con niente, in mezzo alle
statue di cera del duo Orlando & Alfano, è noto: anche sulla
giustizia, come su tutto, il premier non ha alcunché di pronto, di
scritto, di pensato e soprattutto di concordato con il partner
privilegiato B. (che ieri la Cassazione ha definito complice del
“socialmente pericoloso Dell’Utri” nel “patto con la mafia”). Siccome
però Matteo Supercazzola aveva promesso e ripromesso la riforma della
giustizia entro e non oltre giugno (luglio è già impegnato dal fisco,
come no), presentarsi a mani vuote pareva brutto. Avrebbe dato ragione
ai “gufi” e “professoroni” che ancora si permettono di dubitare di lui (continua)
Marco Travaglio (Jack's Blog- Il Fatto Quotidiano - 2 luglio 2014)
RIVOLUZIONE VIRTUALE ovvero "le «dodici palle» di Orlando"
Prendete un qualunque manuale di diritto.
Consultate il capitolo «fonti normative ». Cercate la voce «linee guida
». Non la troverete. Dunque, dal punto di vista giuridico, al Consiglio
dei ministri non è successo nulla. La sede è ufficiale, la rivoluzione è
virtuale. Il governo «parla» di riforma della giustizia. Non «approva»
la riforma della giustizia. Accenna un «indice» generico. Non licenzia
un provvedimento legislativo .
È una differenza sostanziale, che lo spin renziano tende a
dissimulare. Ma nella giustizia, come nell’economia, è necessario
distinguere con rigore i risultati dagli obiettivi (continua)
Massimo Giannini (Jack's Blog - La Repubblica - 1 luglio 2014)
La lettera di Renzi al M5S: «Ecco le mie dieci condizioni per le riforme» - La risposta di Di Maio su FB
"Gentili onorevoli Di Maio, Toninelli, Brescia e Buccarella,
vi ringraziamo innanzitutto per la disponibilità al confronto sulla
legge elettorale e sulle riforme. E anche per la civiltà del confronto
dello scorso 26 giugno. Si possono avere idee diverse ma riuscire a
parlarsi ed ascoltarsi serve. Serve sempre.
Come forse ricorderete la nuova segreteria del Pd – eletta da un processo democratico che ha coinvolto circa tre milioni di persone – ha immediatamente tentato di aprire un canale di collegamento con voi. L’esito non è stato fortunatissimo (continua)
Come forse ricorderete la nuova segreteria del Pd – eletta da un processo democratico che ha coinvolto circa tre milioni di persone – ha immediatamente tentato di aprire un canale di collegamento con voi. L’esito non è stato fortunatissimo (continua)
COSÌ, PROPRIO LÌ
La parola chiave è l’avverbio “così”. Quando
appare in un titolo col verbo “cambiare” coniugato al futuro, conviene
indossare le mutande di ghisa, perché sta arrivando il cetriolo della
fregatura. La new wave dei giornali di anticipare epocali riforme
inesistenti o solo annunciate o appena appena pensate, per compiacere i
governi (spesso all’insaputa dei medesimi), nacque ai tempi di Monti,
dilagò sotto Letta jr. ed è esplosa con Renzi (continua)
Marco Travaglio (Jack's Blog - Il Fatto Quotidiano - 1 luglio 2014)
GELA, 30 DICEMBRE 2007. I PIZZINI NELLA PANCIA.
Rosario
Crocetta è il sindaco di Gela, votato dal 70% della città. Ha 57 anni, è
gay, è comunista, è il Gary Cooper di una delle città più mafiose, più
povere, più distrutte, l'ultimo lembo d'Italia, quello in cui Enrico
Mattei scoprì il petrolio. Siamo usciti dal suo ufficio - porte
blindate, vetri antikalashnikov - «in convoglio». Siamo all'hôtel
Sileno, chiuso per l'occasione, scortatissimi. La proprietaria si
informa se il sindaco ha preso la pastiglia per il diabete (continua)
Enrico Deaglio (tratto da "Patria 1978-2008 edito da "Il Saggiatore" nel 2009)
Se il Bene porta guerre, allora preferisco il Male
Nell'orgia
di retorica seguita alla scomunica dei mafiosi, del tutto priva di
significato nella sua genericità, è passata inosservata una frase di
Papa Bergoglio: «Chi non adora Dio di conseguenza adora il Male». Frase
di una gravità inaudita che non può essere «voce dal sen fuggita» perché
detta da uno che sa, o dovrebbe sapere, quel che dice. Io non adoro
Dio, semplicemente non credo alla sua esistenza. Ma se mai ci credessi
penserei che è un sadico perché ha creato l'uomo, l'unico essere vivente
ad avere una lucida consapevolezza della propria fine (continua)
martedì 8 luglio 2014
Quanto è bravo il Premier, ma chi ripara gli errori che sta facendo?
Molte cose sono accadute in questi giorni
in Europa e in Italia. Ne passerò in rassegna le principali ma ho la
sensazione che, al di là dei loro effetti sulla politica e sull'economia
che ci riguardano direttamente come cittadini di questo continente e di
questo paese, esse abbiano un più profondo significato ed è di questo
che voglio ora parlare; ci sono infatti notevoli cambiamenti di un'epoca
e di un vissuto collettivo e individuale, dove le scelte che siamo
chiamati a decidere hanno motivazioni ben più remote e conseguenze ben
più profonde di quelle connesse all'immediatezza che ci sta davanti (continua)
Eugenio Scalfari (La Repubblica, 29 giugno 2014)
Renzi e Berlusconi, doppio peso all’italiana
Perché a Matteo Renzi viene perdonato tutto ciò che non è stato perdonato a Silvio Berlusconi?Breve promemoria. Nel famigerato ventennio, più volte gli scherani del sultano di Arcore provarono a liberarsi delle intercettazioni telefoniche e ambientali comprovanti i loro traffici. Con la scusa della privacy
da difendere, minacciarono la chiusura dei giornali che avessero
pubblicato quei verbali e altri sfracelli. Si coniò giustamente il
termine “bavaglio”, si organizzarono piazze ricolme di
sdegno e gli strilli fecero tremare le vetrate del Quirinale e di
Palazzo Chigi. Non se ne parlò più (continua)
Antonio Padellaro (Il Fatto Quotidiano, 28 Giugno 2014)
SCOMMETTO CHE EVADI
Per i Mondiali di calcio è boom di puntate. Ma a fare affari
sono solo 5 mila agenzie fantasma. Senza licenza. E che non pagano tasse.
Sottraendo all’erario 500 milioni l’anno
Una scommessa su Brasile 2014 al Fisco l’hanno fatta. E sono
sicuri di vincere: «Milioni di euro andranno in fumo, un’evasione da campionato
del mondo». Ma stavolta non ci sono da immaginare mega-truffe, né giri di soldi
illeciti o valigette che varcano il confine in gran segreto. No, qui tutto
avviene alla luce del sole. Lo sa la polizia, lo sa l’Agenzia delle Entrate, lo
sanno i Monopoli di Stato e lo sa il Parlamento (continua)Tommaso Cerno (Jack’s Blog -L’Espresso- 28 giugno 2014)
Immunità parlamentare e Nazionale di calcio va in onda l'Italia peggiore
Mentre
la Nazionale italiana perde la faccia (tranne Buffon, ma Buffon, come
il suo grande predecessore Zoff, è friulano, appartiene a un'altra
razza, Gemona insegna), i nostri uomini politici, che la faccia non
l'hanno mai avuta, si azzuffano sulla questione se i componenti del
nuovo Senato debbano godere dell'immunità parlamentare, come i loro
colleghi deputati, pur non essendo eletti dal popolo. La
questione è molto semplice: l'immunità va tolta a tutti, senatori e
deputati, tranne che per «le opinioni espresse e i voti dati
nell'esercizio delle loro funzioni» come recita l'articolo 68 della
Costituzione (continua)
Massimo Fini (Il Gazzettino, 27 giugno 2014)
“Il ritorno del Principe” è uno di quei volumi che non merita di accumulare polvere nello scaffale di una libreria
Oggi, che si parla molto di riforme
istituzionali, ritorna d’attualità il libro “Il ritorno del Principe”, pubblicato
nel giugno 2008 dalla casa editrice Chiare Lettere.
L’acutezza ed al contempo la semplicità con le quali
vengono trattati i complessi argomenti, mostrano tuttora la validità di un
saggio che avrebbe meritato maggiore eco e di certo degno di poter figurare fra
i migliori prodotti socio-politici editi nell’ultimo decennio.
Utilizzando un classico schema di scrittura il
giornalista Saverio Lodato pone una serie di questioni al Procuratore generale
di Palermo Roberto Scarpinato che, con estrema chiarezza le disamina, leggendone le varie
sfaccettature.
Uno scritto a quattro mani, che si incentra su
una serie di aspetti riguardanti il potere: dal raggiungimento alla gestione,
dal suo mantenimento al consolidamento.
La sicilianità e la competenza specifica di
entrambi gli autori li porta ad addentrarsi nelle questioni di mafia, focalizzandone anche l’espansione finanziaria, ma non
solo (continua)
ESSEC
Renzi, dall’anti-casta all’impunità. Metamorfosi di un leader
La legge sull’immunità parlamentare da concedere anche ai fortunati sindaci e consiglieri regionali che siederanno nel nuovo Senato minaccia di far finire in anticipo sul previsto la luna di miele tra Matteo Renzi e il suo 40 per cento di elettori. Tre giorni di goffo scaricabarile tra gli esponenti del Pd sulla paternità del provvedimento, amplificati dall’eloquente e imbarazzato silenzio del premier, bastano (e forse avanzano) per riportare alla mente le molte dichiarazioni in materia di privilegi della casta che tanto avevano reso popolare Renzi quando ancora era sindaco di Firenze.
Frasi forti e ricche di buon senso che oggi paiono essere state
pronunciate da una persona diversa dall’attuale inquilino di Palazzo
Chigi (continua)
Peter Gomez (Il Fatto Quotidiano - 24 giugno 2014)
“Banchieri: Storie dal nuovo banditismo globale” rappresenta un saggio imperdibile, indipendentemente da come uno la pensi
Gli
accadimenti quotidiani che ci toccano determinano sempre un coinvolgimento
reale. La lettura ha una peculiarità in più poichè impone temporanei distacchi
dal nostro mondo, isolamenti. Flussi di
parole, se ben scelte e coordinate, ti portano di fatto a sentire mentalmente
ciò che leggi … solamente con gli occhi.
Mentre
romanzi e racconti immergono in mondi che la tua fantasia arricchisce di
particolari, magari mai descritti o neanche accennati dall’autore e che la tua
cultura sedimentata semplicemente immagina, un libro di saggistica invita a
vedere le cose, gli avvenimenti, la storia passata e contemporanea da
prospettive diverse, almeno tridimensionali, che molto più di frequente sono
altre rispetto al pensiero unico che ci avvolge più comodamente nel quotidiano (continua)
ESSEC
Renzi: dopo gli indizi, le prove
Agata Christie diceva che tre indizi fanno una prova. Di conseguenza –
secondo la celebre giallista – risulterebbe ampiamente dimostrato che
Renzi non è altro che un mentitore cronico in sfrenata fregola di
potere. Difatti:
1) “Enrico stai sereno” (immediatamente dopo sgarrettato),
2) “mai farò il premier senza essere eletto” (difatti!),
3) “relizzeremo una riforma al mese” (mai vista ad oggi neanche una…).
1) “Enrico stai sereno” (immediatamente dopo sgarrettato),
2) “mai farò il premier senza essere eletto” (difatti!),
3) “relizzeremo una riforma al mese” (mai vista ad oggi neanche una…).
Eppure,
quando in questo blog si opinava a proposito della vera natura del
premier “che va di fretta”, moltitudini in crescita esponenziale,
folgorate sulla via di Damasco all’altezza di Rignano sull’Arno da una
luce che ripeteva Matteo, Matteo, si scandalizzavano davanti a cotanta
miscredenza e inveivano pretendendo “la prova provata”. Ossia – come
dicono negli USA – “la pistola fumante” (continua)
Pierfranco Pellizzetti (Il Fatto Quotidiano - 23 giugno 2014)
Trent’anni e zero sogni
«Prima
ci avete dato tutto, poi ci avete privato della capacità di sognare.
Come faremo ad avere anche noi dei sogni?» La domanda mi perseguita. Me
la fa una donna di 30 anni. Bruna, sottile. Sta seduta nel lato sinistro
della platea, visto dal palcoscenico dove mi trovo. È tra le ultime a
parlare, quella sera al Teatro Argentina di Roma. Ho appena presentato
il mio ultimo libro, che si definisce un manifesto generazionale per non
rinunciare al futuro: rivolto, in prima istanza, ai miei coetanei. Con
mia sorpresa, però, quella sera ci sono molti giovani (continua)
Federico Rampini (Banchieri - 2013 - Arnoldo Mondadori Editore)
LA BRUTTA COPIA
«Gentile Presidente del Consiglio Renzie, figlio
di Troika, desideriamo manifestarLe la nostra intenzione di aprire un
confronto, anche alla luce della considerazione che il governo che Ella
presiede, guidato dal Pdmenoelle e sostenuto da una coalizione di
mafiosi, tangentisti e burattini dei poteri forti (continua)
Sebastiano Messina (Jack's Blog - La Repubblica - 17 giugno 2014)
Lettera aperta a Matteo Renzi
"Gentile Presidente del Consiglio Matteo Renzi,
sono passati ormai sei mesi da quando la Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità delle principali disposizioni della legge per l’elezione della Camera e del Senato. A seguito di tale sentenza, risulta oggi in vigore una legge elettorale marcatamente proporzionale che prevede la possibilità di esprimere un voto di preferenza.
Lei ha più volte manifestato la volontà di modificarla, perché essa non sarebbe in grado di garantire la governabilità (continua)
sono passati ormai sei mesi da quando la Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità delle principali disposizioni della legge per l’elezione della Camera e del Senato. A seguito di tale sentenza, risulta oggi in vigore una legge elettorale marcatamente proporzionale che prevede la possibilità di esprimere un voto di preferenza.
Lei ha più volte manifestato la volontà di modificarla, perché essa non sarebbe in grado di garantire la governabilità (continua)
Lo scandalo Mose e le "cose raccapriccianti" che finanziano i partiti
Oggi
è di moda sparare sulla burocrazia. Non c'è uomo politico, non c'è
partito che non accusi la burocrazia, per le sue complicatezze,
soprattutto in materia fiscale, di essere un peso insopportabile per
l'imprenditoria italiana oltre che un angoscioso tormento per la vita
del singolo cittadino. Bene, secondo uno studio della Confartigianato
negli ultimi sei anni, da metà aprile del 2008 a marzo di quest'anno, il
Parlamento ha approvato 629 norme in materia fiscale, di queste solo 72
semplificano le procedure, 389 le complicano (continua)
Massimo Fini (Il Fatto Quotidiano, 15 giugno 2014)
domenica 6 luglio 2014
Hiandra, Adriel, i bambini di Manaus: "Ma dopo la partita ci porti da Balotelli?"
MANAUS - Hiandra non ha dormito stanotte. Alle quattro del mattino era
ancora sveglia, alle sei già pronta con la sua medaglia più bella al
collo, il vestito rosa a fiori, le infradito prestate dalla vicina
perché le sue, un po' rotte, ha detto non le metto, con queste non sono
elegante, vado scalza. Hiandra Cecilia ha sette anni. Vive a Nova
Cidade, il quartiere a Nord di Manaus dove le strade sono di terra e non
hanno nome. Laggiù, si dice indicando con la mano: dopo l'albero. La
madre le ha spiegato: scalza allo stadio non ti fanno entrare, metti
quelle di Jakeline.
Il biglietto coi colori del pappagallo Fifa lo ha tenuto sotto il cuscino, in quelle due ore di dormiveglia. "Lo metto qui, se no Weslem me lo ruba". Weslem, 13 anni, è suo fratello: gioca all'ala, dice subito. Lei a calcio no (continua)
Il biglietto coi colori del pappagallo Fifa lo ha tenuto sotto il cuscino, in quelle due ore di dormiveglia. "Lo metto qui, se no Weslem me lo ruba". Weslem, 13 anni, è suo fratello: gioca all'ala, dice subito. Lei a calcio no (continua)
Concita De Gregorio (La Repubblica - 15 giugno 2014)
Renzi ha ottenuto il 40,8 per cento del 50 per cento che ha votato. Dunque possiede tra le sue mani il favore del 20,62 per cento degli italiani.
Matteo Renzi appartiene alla schiera dei “figli-padroni”. Un
figlio-padrone fa più simpatia di un padre-padrone, non è mica
Andreotti? È giovane, teorico di quella che si chiama la grande
sveltezza. È infatti sveglio e svelto, ma resta che simpaticamente
comanda come un padrone.
Un renziano le risponderebbe così: Salvatore Settis è pura archeologia, è il simbolo della sinistra chic, elitaria e perdente.
Ho
dispiacere di non apprezzare la speranza che cova in così tanti animi.
Purtroppo quando guardo alla sostanza delle cose mi convinco che la mia
diffidenza affonda in un terreno fertile.
Iniziamo allora a dire che il continuo, insopportabile richiamo alla
volontà popolare è il frutto di una possente alterazione della realtà.
Ha lo stesso stampo del trucco berlusconiano sul mandato del popolo. Ho
fatto due conti: il 40,8 per cento degli italiani ha votato Pd. E pure
ammesso che siano tutti voti per Renzi, dal primo all’ultimo, verifico
che il primo partito è di chi si è rifiutato di votare: ha il 41,32 per
cento. Se aggiungo astenuti e nulle, assisto al miracolo rovesciato.
Renzi ha ottenuto il 40,8 per cento del 50 per cento che ha votato.
Dunque possiede tra le sue mani il favore del 20,62 per cento degli
italiani. È questo venti per cento una maggioranza strabiliante? Una
moltitudine senza pari? A me appare molto più drammatico per la
democrazia che la maggioranza degli italiani si sia rifiutata di
consegnarsi a questa politica (continua)
Antonello Caporale per "il Fatto Quotidiano"
Governo Renzi: il giornalismo italiano? Corre in soccorso del vincitore Matteo
Sono molto affascinato dalla correttezza del giornalismo italiano, soprattutto quello piddino (cioè quasi tutto).
Secondo una strana regola tutta italiana, chi vota Pd è libero e
illuminato mentre chi non vota Pd è “fazioso” e “servo”, ancor più se
grillino. I berlusconiani, tutto sommato, vanno bene: in fondo sono i
migliori alleati di Renzi (continua)
Andrea Scanzi (Il Fatto Quotidiano - 14 giugno 2014)
La bandiera della riduzione delle imposte è stata monopolizzata da movimenti di destra che ne hanno fatto un’alibi per l’elusione delle rendite finanziarie, per i paradisi fiscali.
Un’antica
regola della stampa anglosassone imponeva al giornalista di
«scomparire» come persona quando scrive, per garantire al lettore
neutralità, imparzialità.
Pur essendo un ammiratore di quel modello, qualche volta sono più credibile se mi metto in gioco, se la mia vita personale è inquadrata nell’obiettivo, fa parte delle cose che racconto. Così si sa da che parte sto, e perché.
Nel quinto anniversario della grande crisi del 2008, gli sviluppi che posso misurare nella mia vita quotidiana sono consistenti. Nell’azienda dove lavoro il mio nome è finito in una lista di «prepensionabili». È una perfida nemesi, per uno che ha scritto un Manifesto generazionale per non rinunciare al futuro che cominciava così: «Capita ogni volta che torno per qualche giorno in Italia: mi sento ingombrante (continua)
Pur essendo un ammiratore di quel modello, qualche volta sono più credibile se mi metto in gioco, se la mia vita personale è inquadrata nell’obiettivo, fa parte delle cose che racconto. Così si sa da che parte sto, e perché.
Nel quinto anniversario della grande crisi del 2008, gli sviluppi che posso misurare nella mia vita quotidiana sono consistenti. Nell’azienda dove lavoro il mio nome è finito in una lista di «prepensionabili». È una perfida nemesi, per uno che ha scritto un Manifesto generazionale per non rinunciare al futuro che cominciava così: «Capita ogni volta che torno per qualche giorno in Italia: mi sento ingombrante (continua)
Federico Rampini (Prefazione al volume "Banchieri" - 2013 - Arnoldo Mondadori Editore)
LA VENDETTA DEL PALAZZO
Trent’anni fa, a Padova, si spegneva Enrico
Berlinguer. Oggi la politica trova il modo più indegno per celebrare
l’uomo che mise per la prima volta l’Italia di fronte alla Questione
Morale. Nello stesso giorno in cui i pm di Napoli indagano per
corruzione il secondo generale della Guardia di Finanza e quelli di
Venezia scoprono un filo rosso che lega gli scandali del Mose e
dell’Expo, il Parlamento non serra i ranghi contro i «ladri», ma
brandisce la clava contro le «guardie».
Che altro giudizio si può dare, sulla norma che reintroduce la responsabilità civile «diretta» dei magistrati, inasprendo le sanzioni per gli errori commessi nell’esercizio della funzione? Un emendamento della Lega (continua)
Che altro giudizio si può dare, sulla norma che reintroduce la responsabilità civile «diretta» dei magistrati, inasprendo le sanzioni per gli errori commessi nell’esercizio della funzione? Un emendamento della Lega (continua)
Massimo Giannini (Jack's Blog - La Repubblica - 12 giugno 2014)
Pd e Mose: perché gli arresti non fanno perdere voti ai partiti
I grandi scandali di questi giorni, dall’Expo al Mose, come vediamo coinvolgono esponenti del Pd e di Forza Italia. È naturale credere che notizie di questo tipo destabilizzino gli elettori dei partiti coinvolti, che indignati davanti a tanta corruzione potrebbero decidere di non votarli più. Magari ai ballottaggi di domenica.
Ma non è così e non lo è mai stato. Lo abbiamo visto ancora recentemente: dopo gli arresti di Greganti e Genovese, il loro partito, il Pd, ha ottenuto risultati eccezionali alle europee (continua)
Marco Venturini (Il Fatto Quotidiano - 7 giugno 2014)
LA ‘NDRANGHETA NATA AL NORD CHE NESSUNO VOLEVA VEDERE
La ‘ndrangheta comanda al nord. È una sentenza storica questa
della Cassazione che conferma le condanne e tutto l’impianto accusatorio del
processo Infinito. Quando ne parlai, in prima serata tv, nel novembre del 2010,
su Raitre (foto in alto), le mie accuse generarono una reazione incredibile.
Raccontare come la ‘ndrangheta comandasse nel nord Italia sembrò un’accusa
insopportabile: ancor più, svelare che la criminalità interloquiva con tutti i
poteri politici. Una bestemmia, per di più pronunciata all’ora di cena in tv,
nella casa di ogni italiano.
Quando, poi, l’inchiesta smentì la diversità della Lega, che anzi
era spesso complice o nel silenzio o nella connivenza — come si vedrà con il
caso Belsito anni dopo — la scoperta scatenò tutti i pretoriani del governo
Berlusconi — e un impegno diretto dell’allora ministro dell’Interno (continua)
Roberto Saviano (Jack’ Blog – 8 giugno 2014)
PRENDI I SOLDI E CIANCIA
Il guaio vero non è solo quello che i politici non fanno contro la
corruzione, ma anche quello che non dicono. Il che fa pensar male comunque,
perché delle due l’una: o hanno la testa vuota e non sanno di che cosa parlano,
o lo sanno benissimo ma hanno la testa bacata.
Prendiamo Renzi che, essendo appena arrivato, non dovrebbe avere
nulla di personale da nascondere. Appena uno scandalo gli esplode in mano, se
ne esce con dichiarazioni tonitruanti. Dopo il caso Expo annunciò “il Daspo per
chi ruba”. Risultati concreti: zero assoluto (continua)
Marco Travaglio (Jack's Blog - Il Fatto Quotidiano - 8 giugno 2014)
Lo scandalo Mose è la rappresentazione dell'Italia di oggi
Due
giugno, Festa della Repubblica. Il Presidente Napolitano ha fatto,
tutto festante, un bagno di folla traendone i più beneauguranti auspici
(bisognerebbe stare attenti ai bagni di folla, visto i precedenti). Il
premier Renzi si è fermato ad accarezzare i bambini (bisognerebbe stare
attenti a strumentalizzare i bambini ad uso di propaganda politica,
visto i precedenti) e poi si è fermato a prendere un caffè in un bar
dell'Ara Coeli, sotto i flash dei fotografi, per far vedere che lui è
'uno come tutti gli altri' (continua)
Massimo Fini (Il Gazzettino, 6 giugno 2014)
#mazzettastaiSerenissima
Se esistesse ancora un minimo di decenza,
milioni di persone perbene – elettori, giornalisti, intellettuali,
eventuali politici e imprenditori – dovrebbero leggersi l’ordinanza dei
giudici di Venezia sul caso Mose e poi chiedere umilmente scusa a Beppe
Grillo e ai suoi ragazzi. Anni e anni sprecati ad analizzare il suo
linguaggio, a spaccare in quattro ogni sua battuta, a deplorare il suo
populismo, autoritarismo, giustizialismo, a domandarsi se fosse di
destra o di centro o di sinistra, a indignarsi per le sue parolacce, a
scandalizzarsi per le sue espulsioni, ad argomentare sui boccoli di
Casaleggio e sul colore del suo trench, a irridere le gaffes dei suoi
parlamentari, a denunciare l’alleanza con l’improbabile Farage (continua)
Marco Travaglio (Jack's Blog - Il Fatto Quotidiano - 5 goigno 2014)
mercoledì 2 luglio 2014
IDEA, NON PUNIRE PIU’ I DELINQUENTI: LO DICE LA LEGGE
Venghino signori, venghino. Corrotti ed evasori, frodatori e
pirati informatici, danneggiatori e bancarottieri: le belle sorprese non
mancano mai per la banda dei “diversamente onesti”, colletti bianchi in
testa che, ancora una volta, incassano l’assist del legislatore. Un
regalo non da poco, perché chi commetterà certi tipi di reato, per
quanto gravi (anche delitti che prevedono la reclusione fino a 5 anni),
potrà evitare sia il carcere, sia i domiciliari, sia i servizi sociali,
sia addirittura la macchia sulla fedina penale. In sostanza, non verrà
proprio punito (continua)
Beatrice Borromeo (Jack's Blog - Il Fatto Quotidiano - 5 giugno 2014)
MA QUANDO DICHIARIAMO GUERRA ALLE MAZZETTE?
«Votatelo, pesatelo, se sbaglia impiccatelo»,
diceva un antico adagio veneziano. Certo, se anche le accuse contro
Giorgio Orsoni, Giancarlo Galan e gli altri politici e affaristi
coinvolti nell’inchiesta trovassero conferma nei processi e nelle
sentenze, nessuno pretende corda e sapone. Il quadro di corruzione
disegnato dai giudici, però, è così vasto da imporre finalmente una
guerra vera, non a chiacchiere, contro la mazzetta.L’«affare» del Mose è
esemplare. Perché c’è dentro tutto (continua)
Gian Antonio Stella (Jack's Blog - Corriere della Sera - 5 giugno 2014)
Corruzione, la Grande Ipocrisia - MA QUANDO DICHIARIAMO GUERRA ALLE MAZZETTE?
Cos'altro deve succedere, per convincere la politica a
muovere un passo concreto, tangibile e inequivocabile, contro la corruzione che
torna a minare le basi della convivenza civile e della concorrenza economica?
Quante altre retate devono accadere, per spingere il governo e il Parlamento a
ripristinare con un atto definitivo, responsabile ed efficace, il principio di
legalità di cui in questi anni di fango hanno fatto strame tutti, ministri e
sottosegretari, amministratori centrali e cacicchi locali? (continua)
Massimo Giannini (La Repubblica – 5 giugno 2014)
Massimo Giannini (La Repubblica – 5 giugno 2014)
Iperinflazione della Germania di Weimar
Allo scoppio
della prima guerra mondiale, nel 1914, per fronteggiare l’immane sforzo
bellico, la Germania
abolì la convertibilità aurea del marco
(il collegamento tra il Marco e l’oro fu abbandonato). Quando la Grande Guerra
divenne sempre più probabile, la popolazione ritirò dalla banca del Reich
monete d’oro per un valore di 100 milioni di marchi. Durante la guerra, furono
utilizzati per le monete i metalli più vili e convenienti (continua)
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