martedì 14 dicembre 2010

Ad Annozero l'intervista all'ex boss di Altofonte. Francesco Di Carlo svela i legami con la cupola.


Per anni i magistrati si sono interrogati su un quesito semplice: cosa c’entrano i fratelli Graviano, autori delle stragi del 1992-1993, con Dell’Utri e Berlusconi? Il pentito Gaspare Spatuzza aveva parlato delle confidenze ricevute dal boss sui contatti con i due fondatori di Forza Italia nel 1994. Ora un’intervista del pentito Francesco Di Carlo ad Annozero offre una chiave di lettura: la famiglia Graviano potrebbe avere investito nelle prime imprese milanesi del Cavaliere per il tramite di Marcello Dell’Utri e quel legame potrebbe essere stato riattivato al momento della discesa in campo nel 1993-94.
Di Carlo ha ripetuto a Sandro Ruotolo il racconto dell’incontro tra il boss della mafia palermitana Stefano Bontate (ucciso nel 1981 dai corleonesi) e Silvio Berlusconi. Quel racconto, che rappresenta l’architrave delle motivazioni della sentenza di condanna in appello a sette anni per concorso esterno in associazione mafiosa per Dell’Utri, nonostante sia stato ritenuto credibile da una decina di magistrati di Palermo, tra pm e giudici di primo e secondo grado, è passato inosservato ai direttori dei tg di Raiset. Proprio in seguito a quell’incontro del 1974 negli uffici milanesi di Berlusconi – secondo i giudici – i boss di Palermo inviarono Vittorio Mangano a villa San Martino a proteggere Berlusconi che così comincia a pagare il pizzo a Cosa Nostra fino almeno al 1992 (continua)

Marco Lillo (Il Fatto Quotidiano - 26 novembre 2010)

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