domenica 23 maggio 2010

Intervista impossibile con Giuseppe Garibaldi:"L’unificazione d’Italia è la storia di una sconfitta. E tanti dei miei hanno tradito"


Ho solo ricordi, ragazzo mio, e dunque tutti ricordi tristi. Se devo esser sincero, l'immagine più vivida che mi rimane di tutta la mia trascorsa esistenza è quella di Anita morente. La rivedo agonizzante, in quel capanno nei pressi della Chiavica di Mezzo, sull'argine sinistro del Po di Primaro. Eravamo reduci da settimane di marce sfiancanti nelle paludi, sempre braccati, sempre più soli, e lei portava in grembo il nostro figlio che non sarebbe mai nato. Più volte avevo cercato di lasciarmela indietro, in un luogo sicuro, ma lei niente. Anche allora, divorata dalle febbri, arsa dalla sete, con già una spuma bianca che le sboccava dalle labbra, mi chiamò a sé e, con l'ultimo rantolo, mi rimproverò: “Tu vuoi lasciarmi!". Chiesi un brodo ai figli dei custodi. Si uccise una gallina ma Anita non riuscì a berlo. Qualche minuto dopo era morta».
Su, Garibaldi, si faccia animo. Non può essere questo l'unico ricordo che conserva di Anita...
«No. È vero, ne ho un altro. Mi ritorna come in sogno (continua)

ANTONIO SCURATI

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