lunedì 31 maggio 2010
APPROVATO: articolo 50-bis/Repressione di attività di apologia o istigazione… COMPIUTA A MEZZO INTERNET
Questo blog – e questo giornale- sono contenti e orgogliosi di aver dato il loro contributo nella battaglia contro l’emendamento D’Alia, quello che minacciava parecchio la libertà della Rete. Quello che tuttavia dispiace è che evidentemente non a tutti è giunta la notizia che quella battaglia è stata (per una volta) vinta, e grazie al buon senso di molti deputati (compresi alcuni della maggioranza), l’emendamento D’Alia è stato bocciato, cassato, cestinato. No, tocca dirlo perchè chiacchierando questa mattina con il mio amico Vittorio Zambardino si notava che da qualche giorno gira per la Rete la storia di un simpatico frate cappuccino che, un filo in ritardo con gli eventi, lancia una campagna «per fermare l’attacco a Facebook e YouTube», che però è stato già fermato (continua)
Alessandro Gilioli (Piovono le Rane)
Passaparola: "L'orchestrina del Titanic"
Perché non la voleva firmare? Perché voleva evidentemente, dopo averla attribuita per giorni e giorni all’Europa e a Tremonti, condividere la responsabilità tra l’Europa, Tremonti e Napolitano e lui dire che non c’entrava niente, tant’è che l’aveva firmata dopo.
Evidentemente, dopo aver citato il Duce, crede di essere già il Duce e invece ancora le forme vanno rispetto e quindi in teoria prima il Governo e il Parlamento fanno le leggi e poi il Capo dello Stato le firma, anche se va detto che con questa malabestia della cosiddetta moral suasion di cui abbiamo parlato infinite volte, il Presidente della Repubblica ha autorizzato il governo a pensare che in fondo si possa fare anche così e cioè che il Capo dello Stato viene consultato prima e non dopo l’approvazione delle leggi, partecipa, come pare stia facendo, con suggerimenti al confezionamento delle leggi medesime e così quando arrivano sul suo tavolo dovendo dire o sì o no, spesso non può dire no, si sente in imbarazzo a dire no perché ha partecipato al confezionamento delle leggi. E' una vecchia storia di cui continuiamo a occuparci, mi pare, praticamente soltanto noi. Ma siamo alla puntata 99°, oggi, del Passaparola di quelle che ho fatto io, poi c’è quella che fece Poter Gomez sostituendomi durante l’assenza a causa della nube, quindi non è tempo di celebrazioni (continua)
Marco Travaglio (Passaparola del 31 maggio 2010)
sabato 29 maggio 2010
C’è una nuova categoria di impuniti: i delinquenti amici dei parlamentari.
Nel giugno del 2003 i nostri legislatori, sprezzanti di ogni senso del ridicolo, emanarono una legge che imponeva ai magistrati che volessero intercettare uno dei loro di dirglielo prima: così avrebbero potuto valutare e, se del caso, autorizzare l’intercettazione. Naturalmente non una sola autorizzazione è stata concessa; e, per una volta, non tanto perché i cani non mangiano i loro simili; ma perché un magistrato così deficiente da mettere sotto controllo il telefono di una persona che è stata avvertita che sarà intercettata non c’è mai stato. La legge non era solo assolutamente cretina; era anche inaccettabile sotto il profilo della lotta alla criminalità, considerato che i non intercettabili ope legis costituivano una categoria ad alto indice di delinquenza e che impedire indagini, processi e condanne nei loro confronti certamente non rendeva un buon servizio al paese. Dopo qualche entusiasmo passeggero, i nostri ebbero un brusco risveglio. Gli abituali partners di malaffare gli telefonavano spesso (continua)
Bruno Tinti (da il Fatto Quotidiano del 28 maggio 2010)
Rita Levi Montalcini: Aforismi
Rita Levi Montalcini (http://aforismi.meglio.it)
San Francesco: Un rivoluzionario
I milioni di italiani che in questi decenni hanno lavorato sodo, per salari e stipendi modesti, e che adesso si sentono intimare dal governo “è arrivata l'ora dei sacrifici duri” come se fossero loro i responsabili della crisi, si domandano come in una vecchia canzone dei Rokes: Ma che colpa abbiamo noi?. È tutta la vita che facciamo sacrifici, che cosa si pretende ancora da noi? Diteci chi sono i veri responsabili perché abbiamo il diritto di farli a pezzettini. E qui viene il difficile. Responsabile è l'attuale governo? È poco credibile perché, per quanto possa aver commesso errori, è alla guida del Paese da soli due anni. È allora colpa del governo precedente? Meno ancora, in fondo Padoa Schioppa, senza fare il chiasso di Tremonti, un paio di misure per riassestare i nostri conti pubblici le aveva prese. Bisogna quindi risalire agli '80, gli anni della "Milano da bere" (continua)
Massimo Fini (Il Fatto Quotidiano - 29 maggio 2010)
I timori di golpe di Ciampi il mondo politico si interroga
"Non c'è democrazia senza verità. Questo è il tempo della verità. Chi c'è dietro le stragi del '92 e '93? Chi c'è dietro le bombe contro il mio governo di allora? Il Paese ha il diritto di saperlo, per evitare che quella stagione si ripeta...". Dopo la denuncia di Piero Grasso 1, dopo l'appello di Walter Veltroni 2, ora anche Carlo Azeglio Ciampi chiede al governo e al presidente del Consiglio di rompere il muro del silenzio, di chiarire in Parlamento cosa accadde tra lo Stato e la mafia in uno dei passaggi più oscuri della nostra Repubblica.
L'ex presidente, a Santa Severa per un weekend di riposo, è rimasto molto colpito dalle parole del procuratore nazionale antimafia, amplificate dall'ex leader del Pd. E non si sottrae a una riflessione e, prima ancora, a un ricordo di quei terribili giorni di quasi vent'anni fa (continua)
Massimo Giannini (La Repubblica - 29 maggio 2010)
Moglie, nome comune di cosa
Così dicono gli esperti. Tre anni. L'amore vero dura tre anni. Qualcosina in più di mille giorni. Dopodiché buongiorno bignola, ciao contadina. Non è più la stessa cosa. Prima saliva il desiderio e calavano le mutande, poi succede il contrario. Cala il desiderio e risalgono le mutande. E non solo in senso metaforico, perché si abbandonano i tanga e si ritorna al caldo abbraccio della braga ascellare. Per la miseria. Bisogna imparare a rinverdire 'sto desiderio. Che è già un bel controsenso (continua)
Luciana Littizzetto (Col cavolo - 2004)
Elena, Elena, Amore mio: Premessa
Appartengo a una generazione che non ha mai giocato agli indiani e cow-boy. Quali le ragioni non saprei dirlo: sarà che negli anni Quaranta non erano ancora arrivati i fìlm di John Wayne, o che Mussolini ci spingeva di più verso la «classicità» che non verso il Far West, certo è che noi balilla, quando dovevamo fare a botte, preferivamo dividerci in Greci e Troiani piuttosto che in Sioux e soldati del Settimo Cavalleggeri. La prima guerra tra ragazzi di cui conservo memoria fu quella combattuta tra la quarta B e la quarta C del Liceo Ginnasio Umberto Primo di Napoli in Villa Comunale, nel tratto compreso tra piazza Vittoria e la cosiddetta Cassa Armonica (che nella circostanza ci rimise tutti i vetri colorati della fascia inferiore). Avevamo spade di legno e utilizzavamo come scudi i coperchi dei bidoni dell'immondizia, sui quali in precedenza avevamo scritto a grandi lettere: «A MORTE I FIGLI DI TROIA». Il perché poi noi fossimo i Greci e loro i Troiani, non sono mai riuscito a spiegarmelo; probabilmente perché eravamo stati noi della quarta B i primi a pensarci. In realtà avremmo voluto essere tutti Achille, solo che per sostenerlo a voce alta bisognava fare i conti con un certo Avallone, un bisonte, mio compagno di classe, dotato di due mani grosse come prosciutti (continua)
Luciano De Crescenzo (Elena, Elena, Amore mio - Mondadori - 1991)
Pensione di 6500 euro a 47 anni
"Accudisco mio padre tutte le mattine e poi lo rivedo la sera, prima di tornare a casa mia, a Bagheria, a due passi dalla sua abitazione. Lo potevo fare anche da direttore generale? Certo, ma la legge mi ha consentito di andare in pensione e ne ho usufruito. L'assegno che ricevo adesso? Seimila 468 euro netti al mese, che al lordo fanno una pensione annua di 125.854 euro".
L'assessore Pier Carmelo Russo, andato in pensione a 47 anni per accudire il padre non autosufficiente, si sente "sotto attacco" dai giornali. In questi giorni il periodico "S" ha messo in copertina il suo volto con su scritto "La pacchia", in riferimento alla sua pensione anticipata a cinque zeri. A difenderlo è sceso in campo lunedì il capogruppo del Pd all'Ars, Antonello Cracolici (continua)
Antonio Fraschilla (La Repubblica - Palermo - 26 maggio 2010)
Parla Walter Veltroni: "Non si può assistere da spettatori indifferenti a notizie che in altre democrazie sarebbero priorità assolute"
"Il Paese non può assistere da spettatore indifferente a notizie sconvolgenti che in altre democrazie sarebbero priorità assolute. Mettiamo per un momento da parte tutto il resto, la manovra finanziaria e la crisi, Berlusconi e Fini, le questioni interne ai partiti e fermiamoci tutti, destra e sinistra, a riflettere sulle parole di Piero Grasso. Si, i galantuomini di destra e di sinistra, perché in ballo ci sono i fondamentali della democrazia. C'è davvero un pezzo dello Stato dietro la morte di Falcone e Borsellino, le stragi del '92 e '93? Se é così, che cosa c'è di più importante da chiarire ora e subito?". La denuncia di Walter Veltroni arriva dopo quella scioccante del procuratore antimafia Piero Grasso: "Nel '93, Cosa nostra ha avuto in subappalto una vera e propria strategia della tensione" "Le stragi furono organizzate anche da pezzi dello Stato per aiutare una nuova forza politica" (continua)
Curzio Maltese (La Repubblica - 28 maggio 2010)
martedì 25 maggio 2010
Passaparola: "Silenzio, si ruba"
Zitti tutti - Non voglio dilungarmi su quello che prevede la legge perché ce lo siamo raccontati più volte, ma in estrema sintesi i giornalisti non possono più pubblicare notizie e atti di inchieste, neanche parlarne, riassumerli e sintetizzarli.
Proprio non possiamo fare riferimento a quello che succede nelle indagini fino alla fine dell’udienza preliminare, le televisioni non possono riprendere i magistrati nei palazzi di giustizia, nei processi se una delle due parti si rifiuta non si può riprendere il dibattito che invece è un fatto pubblico, le intercettazioni si possono né riassumere né trascrivere, né raccontare, né nulla di nulla, di nulla, neanche se contenute dei mandati di cattura che vengono notificati alle persone arrestate, non si possono piazzare cimici nei luoghi dove si pensa che verrà commesso un reato. Bisogna avere già la certezza che in quel posto si sta commettendo un reato, quindi per prevenire reati che potrebbero essere organizzati o commessi non si può più fare niente; il caso tipico: i delinquenti che si danno appuntamento in un certo posto per parlare, se non si ha la certezza che in quel posto vogliono ammazzare o rapinare qualcuno, ma si pensa che potrebbero farlo, non c’è possibilità di controllarli e lo stesso vale per le telecamere negli stadi dove si tiene d’occhio lo stadio per avere immediatamente le immagini di tifosi violenti: se uno non ha la certezza che il tifoso sta già commettendo qualche violenza, non si può cominciare a mettere la telecamera e quindi naturalmente bisogna chiedere al tifoso di aspettare di commettere atti di violenza, di interrompere i suoi atti di violenza per dare il tempo alle forze dell’ ordine di mettere la telecamera, siamo a queste barzellette!I magistrati naturalmente verranno perseguitati (continua)
Marco Travaglio (Passaparola del 24 maggio 2010)
domenica 23 maggio 2010
Intervista impossibile con Giuseppe Garibaldi:"L’unificazione d’Italia è la storia di una sconfitta. E tanti dei miei hanno tradito"
Ho solo ricordi, ragazzo mio, e dunque tutti ricordi tristi. Se devo esser sincero, l'immagine più vivida che mi rimane di tutta la mia trascorsa esistenza è quella di Anita morente. La rivedo agonizzante, in quel capanno nei pressi della Chiavica di Mezzo, sull'argine sinistro del Po di Primaro. Eravamo reduci da settimane di marce sfiancanti nelle paludi, sempre braccati, sempre più soli, e lei portava in grembo il nostro figlio che non sarebbe mai nato. Più volte avevo cercato di lasciarmela indietro, in un luogo sicuro, ma lei niente. Anche allora, divorata dalle febbri, arsa dalla sete, con già una spuma bianca che le sboccava dalle labbra, mi chiamò a sé e, con l'ultimo rantolo, mi rimproverò: “Tu vuoi lasciarmi!". Chiesi un brodo ai figli dei custodi. Si uccise una gallina ma Anita non riuscì a berlo. Qualche minuto dopo era morta».
Su, Garibaldi, si faccia animo. Non può essere questo l'unico ricordo che conserva di Anita...
«No. È vero, ne ho un altro. Mi ritorna come in sogno (continua)
ANTONIO SCURATI
Mio zio, un eroe del secolo
Si nasce segnati dal destino? O creiamo il nostro destino mano a mano che procediamo? Questa domanda, che ogni scrittore si pone quando crea un personaggio, mi viene sempre in mente quando penso a Salvador Allende e ad altri che, come lui, si assumono il compito di movimentare la storia. In un romanzo i protagonisti hanno vita propria, crescono, agiscono e hanno delle emozioni mentre si appropriano del testo. Sono loro a determinare gli accadimenti. Nella vita reale, il grande romanzo dell'umanità è scritto da quegli uomini e quelle donne straordinari il cui ruolo - o destino - è produrre dei cambiamenti. Che siano giudicati eroi o codardi, senza di loro non si scrive la storia. Salvador Allende è stato uno di quei protagonisti: eroe per alcuni, codardo per altri, ma senza dubbio un uomo eccezionale. Non si può scrivere la storia del Cile, dell'America Latina o del ventesimo secolo senza dargli il posto che gli spetta. Come quasi tutti i grandi personaggi, era pieno di contraddizioni che non lasciavano gli altri indifferenti. Per alcuni rappresentò la speranza di una società più giusta, per altri il pericolo del marxismo (continua)
( Isabel Allende - Traduzione di Guiomar Parada)
Lotteria Elettorale
Il pesce puzza dalla testa e la testa è il Parlamento. Deputati e senatori non servono il loro Paese, ma il loro signore, il loro benefattore. L'Italia è un sistema vassallatico-democratico. Tutti i deputati e i senatori sono stati nominati dai padroni dei partiti. Coloro che comandano in Parlamento, e quindi nel Paese, si contano sulle dita di una sola mano. Pdl e Pdmenoelle hanno instaurato una dittatura parlamentare.
Nessun deputato o senatore chiede la revisione immediata della legge elettorale che impedisce la nomina diretta del candidato da parte dei cittadini. Nessuno di loro si dimette dalla vergogna. Nessuna Istituzione interviene, men che meno Morfeo Napolitano. Eppure, con questa legge elettorale, nuove elezioni politiche sono inutili. Una presa per il culo e uno spreco di denaro pubblico. Non ha senso andare a votare con una legge incostituzionale (a proposito perché non si esprime la Divina Corte Costituzionale?). In caso di fine della legislatura è più semplice e corretto che Casini, Berlusconi, Bersani e gli altri si riuniscano in concilio, decidano le liste elettorali e le comunichino al popolo. Il risultato sarebbe uguale senza scomodare decine di milioni di italiani (continua)
Blog Beppe Grillo (16 maggio 2010)
Michele Santoro: 'E' il momento di fare da soli'
I nemici, gli amici, i conti in tasca e la tv: il conduttore a tutto campo
“Scusa, Marco, ma tu pensi davvero che, se la Rai mi offriva di dirigere una rete o un tg, o se soltanto mi chiedeva di continuare Annozero senza più guerre, io me ne sarei andato a fare un salto nel buio?”.
Michele, è un’ipotetica del terzo tipo: alla Rai comanda Berlusconi.
Certo, ma il Pd ha tre consiglieri, tra cui il presidente. A me sarebbe bastato che un pezzo del Cda facesse una battaglia per noi. Invece, appena ricevuta la proposta di Masi sulla transazione per farmi uscire dall’azienda, anche i consiglieri del Pd si sono affrettati a votarla. La prova che non considerano Annozero una risorsa strategica per la Rai.
Secondo te perché?
Prima del 2002,a ogni tornata di nomine Rai, si faceva il mio nome per dirigere tg e reti. Nel ’94 la presidente Letizia Moratti (Forza Italia) mi voleva direttore del Tg3. Dall’editto bulgaro in poi, il mio nome è scomparso anche dalle rose di nomi, anche del centrosinistra. La verità è che l’editto bulgaro vige tutt’oggi, per giunta condiviso dal centrosinistra. La pregiudiziale contro di noi è unanime, anche molto in alto... (continua)
Media&Regime | Marco Travaglio (Il Fatto Quotidiano del 22 maggio 2010)
La sinistra del brillante
Come avrà reagito la casta intellettuale alla Waterloo, anzi alla Walterloo delle elezioni? In attesa che gli editorialisti girotondini, ieri stranamente silenti, lancino il consueto appello all'emigrazione di massa, un primo squarcio affiora in questo email inviato da una professoressa della Capitale. «Qui all'Università il lutto è strettissimo. Le colleghe più "disinistra" si stringono nel cashmere quattro fili (da noi non fa caldo) e i loro trilogy mandano bagliori sinistri di rabbia (continua)
Massimo Gramellini (La Stampa - 16 aprile 2008)
Passaparola: "Il corruttore anticorruzione"
Lo scandalo delle case - Perché si sta attivando su questa inchiesta mentre invece non si era attivato su altre inchieste, anzi aveva coperto, difeso i suoi fino a coprirsi di vergogna e di ridicolo a livello mondiale, evocando complotti di questo genere in ogni circostanza in cui ognuno dei suoi uomini, per non parlare naturalmente di lui stesso, era stato indagato o imputato o condannato?
Perché evidentemente ha capito che la saldatura tra uno scandalo molto popolare, come questo che riguarda vicende di case, è molto comprensibile soprattutto in un paese dove l’83% dei cittadini è proprietario della casa in cui abita e il momento che stiamo vivendo, la crisi, la crisi che ci avevano assicurato essere superata, la crisi che ci avevano detto: l’Italia avrebbe superato meglio degli altri paesi. La crisi che invece si sta abbattendo in maniera pesantissima anche sui conti pubblici, costringerà il governo a una manovra (continua)
Marco Travaglio (Passaparola del 17 maggio 2010)
Una lezione dai bambini."mangiamo meno ma mangiamo tutti"
Oggi pomeriggio sono andata alla scuola De Gasperi di Palermo con Davide Faraone invitate da un comitato di mamme: denunciano "NOI NON CE LA FACCIAMO!!!" .
Cammarata ha raddoppiato il contributo mensa per i bambini delle scuole elementari: da 70 a 145 euro le fasce medie per il pasto caldo dei loro bimbi.
Le fasce povere ne pagano uno minimo. Ma se le fasce medie sono ormai povere anche loro? Sono fatte di impiegati che magari hanno due o tre figli, e si chiedono se è meglio la palestra per i loro figli o il pasto caldo a scuola?
La De Gasperi è in un quartiere residenziale, come tanti in Italia, della media borghesia (continua)
Mila Spicola responsabile scuola PD Palermo
Passaparola: "Il ratto del Colosseo"
Scajola e il mezzanino - No, pare, dopo vedremo il significato di questo “pare” ,perché poi i verbi attenuativi, oppure i condizionali si usano in televisione di solito per dire voci, qui non stiamo parlando di voci ma lo vediamo tra un attimo, che il costruttore Diego Anemone che era uno degli assi pigliatutto degli ultimi anni, degli appalti della protezione civile e prima del Ministero dell’Interno, abbia gentilmente fatto pervenire un’ottantina di assegni per coprire la gran parte del costo dell’appartamento che si affaccia sul Colosseo a Roma.
Nell’ipotesi peggiore Scajola è un corrotto, perché ha fatto favori a Anemone in cambio di questi soldi oppure perché ha avuto questi soldi in cambio di favori, visto che era anche, fino al 2002, Ministro dell’Interno, nella più lieve delle ipotesi sempre che quel “pare” sia confermato, Scajola sarebbe un evasore fiscale perché ovviamente questa parte l’avrebbe pagata in nero, c’è anche la possibilità che tutto congiuri contro Scajola e cioè la testimonianza di 4 diverse persone implicate in quell’operazione finanziaria e immobiliare e soprattutto che anche questi 80 assegni di cui pare esistano le fotocopie, ma per questo date un’occhiata al sito del Fatto quotidiano e al Fatto quotidiano, anche gli assegni si siano messi a cospirare contro il povero Ministro dello sviluppo economico (continua)
Marco Travaglio (Passaparola del 3 maggio 2010)
Nicola Porro: "Non credo a Scajola"
Ho intervistato Claudio Scajola, recentemente, sul giornale. La vicenda è nota. Ha comprato nel 2004 un appartamento al Colosseo. Dice di averlo pagato con un mutuo da 610mila euro ancora in essere. Un losco figuro (oggi in galera) e le venditrici (le due sorelle Papa) dicono di aver ricevuto oltre ai 610mila euro, 200mila cash in anticipo dal ministro e la bellezza di 900mila euro spezzati in 80 assegni circolari, fatti appunto dal losco individuo. Riguardo a questi assegni si sa:
1. esistono davvero
2. sono stati in effetti incassati dalle signore
3. sono di taglio piccolo e dunque sotto la soglia della segnalazione alla Banca d’Italia
4. Di questi assegni parlano sia il losco figuro sia le signore, in una sintesi di un’informativa per un’altra indagine fatta dalla Guardia di finanza.
Dico subito che non credo al ministro che ho intervistato (continua)
Nicola Porro (Blog di Nicola Porro - 2 maggio 2010)
giovedì 13 maggio 2010
Passaparola: "Tutti insieme appassionatamente mafiosi"
Il 9 maggio 2009, celebrando Il Giorno della Memoria delle vittime del terrorismo e delle stragi, il Presidente della Repubblica Napolitano, disse delle cose molto giuste sul ruolo, di connivenze, di depistaggi di apparati dello Stato per inquinare le indagini su alcuni dei più foschi misteri della nostra storia recente, disse anche una cosa che mi era sembrata molto sbagliata e non soltanto a me, cioè disse: il nostro Stato democratico, proprio perché è sempre rimasto uno stato democratico e in esso abbiamo sempre vissuto, non in un fantomatico doppio Stato, porta su di sé questo peso delle verità non complete e a questo punto su Il Corriere della Sera il vicedirettore Pierluigi Battista disse che finalmente il Capo dello Stato aveva affondato l’ideologia del doppio Stato e fece l’elenco di tutti gli storici che avevano sostenuto invece il fatto in Italia lo Stato non si è mai limitato a quella versione ufficiale, pubblica che vediamo davanti alle quinte sul palcoscenico, ma ha sempre avuto anche un doppio fondo, un dietro le quinte, un altro Stato, un doppio Stato che faceva esattamente il contrario di quello che lo Stato ufficiale proclamava e rivendicava pubblicamente, mentre lo Stato ufficiale andava ai funerali dei caduti delle stragi piangendo e promettendo verità piena e promettendo linea dura contro l’eversione rossa, nera, mafiosa etc. in segreto poi c’erano in realtà rappresentanti dello stesso Stato che occultavano, depistavano, facevano sparire prove, mettevano su false piste i magistrati etc.
Perché mai il Capo dello Stato abbia definito fantomatica la teoria del doppio Stato e perché mai Il Corriere della Sera se la sia presa con gli storici che l’hanno sostenuta con le prove alla mano, non si è mai capito e devo dire che quello che sta venendo fuori grazie a uno scoop di Repubblica di Attilio Bolzoni sui retroscena della strage tentata e fallita per puro caso dell'Addaura contro Giovanni Falcone che avrebbe dovuto morire, secondo una parte dello Stato italiano, del doppio Stato italiano, rimane un mistero. Ora però Bolzoni rivela che la Procura di Palermo sta indagando su un’altra versione, probabilmente quella più attendibile di quel falso attentato che avrebbe dovuto portare Falcone a morire con 3 anni di anticipo rispetto alla strage di Capaci del maggio del 1992, avrebbe dovuto morire all'Addaura il 21 giugno 1989. Cosa succede all'Addaura? (continua)
Marco Travaglio (Passaparola del 10 maggio 2010)
sabato 8 maggio 2010
Perché Internet ci rende più cattivi
Il Web ci umilia. Il Web ci rende feroci. In compenso, il Web ci rende curiosi e ci fa navigare tra chi non la pensa come noi. A leggere analisi e ricerche rese note negli ultimi giorni, il bilancio sembra in pareggio. Il «Wall Street Journal» si indigna su quello (o quelli, la storiella è ormai leggenda metropolitana) che ha postato la foto nuda della fidanzata traditrice su Facebook, sperando venisse diffusa.
Social networks uguale rischio umiliazione, state attenti. Il New York Times e Slate invece raccontano della ricerca che sta ribaltando i già radicati luoghi comuni dell’informazione online: non è (non sarebbe) vero che Internet polarizza e radicalizza le opinioni politiche, perché gli utenti tendono ad autoghettizzarsi nei siti con cui sono d’accordo. Anzi: chi si informa online è molto meno «ideologicamente segregato» di chi guarda la tv e legge solo giornali di carta. Perché tutto è a portata di clic, oramai. Notizie, opinioni e possibilità di sfogare rabbie varie in tempo reale (continua)
Maria Laura Rodotà (Corriere della sera - 07 maggio 2010)
lunedì 3 maggio 2010
Primo Maggio in catene
Non ho mai capito la festa del Primo Maggio, festa del lavoro. Che cosa, in realtà, festeggiano in questo giorno i lavoratori? La loro schiavitù. Non è una festa, gli "han fatto la festa". Il lavoro diventa un valore con la Rivoluzione industriale e i pensatori che cercano di razionalizzarla. Per Marx è "l’essenza del valore", per i liberal-liberisti è quel fattore che, combinandosi col capitale, dà il famoso "plusvalore". Prima il lavoro non era affatto un valore. Tanto è vero che è nobile chi non lavora e artigiani e contadini lavorano solo per quanto gli basta. Il resto è vita. Non che artigiani e contadini amassero il loro mestiere – che peraltro è un concetto diverso dal lavoro come spiega R. Kurz in "La fine della politica e l’apoteosi del denaro" – meno di un operaio di fabbrica o di un impiegato o di un ragazzo dei call-center, certamente lo amavano molto di più perché gli permetteva di esprimere le proprie capacità e la propria creatività, ma non erano disposti a sacrificargli più di tanto del loro tempo che è "il tessuto della vita" come dice Benjamin Franklin che peraltro lo usava malissimo: a fare denaro (continua)
Massimo Fini (Da il Fatto Quotidiano dell'1 maggio 2010)
La versione (sola) di Scajola
Scajola fa rima con “Sòla”. Se non altro quella romanissima che il ministro si illude di poter rifilare agli elettori raccontando favole amène sulla sua povera casetta di via del Fagutale. Dopo prime dichiarazioni difensive da non dimenticare (frasi come “E’ stato violato il segreto istruttorio!” o “Si sta cercando di mettere in mezzo mia figlia!”) Scajola ha rilasciato ben tre interviste esilaranti con cui pretende di far credere agli italiani che ha pagato una casa di dieci stanze in un condominio esclusivo con vista sul Colosseo quanto un quadrilocale al Tiburtino terzo con terrazzino abusivo (continua)
Luca Telese (Il Fatto Quotidiano - 3 maggio 2010)
Napolitano, il diversamente influente
La fama di Napolitano è arrivata anche oltreoceano. Il TIME ha pubblicato l'elenco delle 100 persone più influenti del pianeta e nessun italiano era presente. Il TIME ha pubblicato anche l'elenco delle 100 persone MENO influenti del pianeta. Napolitano è al 17° posto mondiale. Prima di lui si sono classificati pezzi da novanta come Kurmanbek Bakiyev, ex presidente del Kyrgyzstan, Mamadou Tandja, ex presidente del Niger e l'attrice Rue McClanahan. La menzione al diversamente influente Napolitano recita: "He makes decisions, and Silvio Berlusconi ignores them. It's pretty funny." (Lui prende decisioni e Berlusconi le ignora. Questo è abbastanza buffo). E' una grave imprecisione che segnalerò al TIME. Chi prende le decisioni è infatti Berlusconi, Napolitano si limita a firmare. E anche questo è abbastanza buffo.
Blog Beppe Grillo 1 maggio 2010
Passaparola: "Imputati e contenti"
L’orientamento che hanno preso ci spiega il perché del silenzio, dell’informazione “ufficiale” su questi due atti, cominciamo dalla sentenza Mills, sapete che il 25 febbraio di quest’anno la Cassazione depositò il dispositivo della sentenza con cui definitivamente si giudicava la posizione di Mills e la Cassazione ritenne prescritto il suo reato di corruzione in atti giudiziari per avere mentito sotto giuramento in due processi a carico di Silvio Berlusconi in cambio di una tangente di 600 mila dollari versatagli subito dopo quelle testimonianze.
C’era il dilemma di quando materialmente lui aveva avuto a disposizione quei soldi e quindi la Procura riteneva che la messa a disposizione scattasse nel momento in cui lui entrava materialmente in possesso di quel denaro, secondo altri bisognava retrodatare di qualche mese, sapete che la diatriba era veramente di pochissimi mesi secondo i fautori della prescrizione un pelino più lunga il reato si sarebbe consumato nel gennaio 2000, secondo gli altri nel novembre 1999, importantissimo perché essendo quella sentenza della Cassazione arrivata il 25 febbraio 2010, se il reato fosse stato commesso nel febbraio 2000, la Cassazione sarebbe arrivata in tempo prima che scattassero i 10 anni di termine massimo della prescrizione, termine massimo che è diventato di 10 anni, mentre prima era 15, grazie alla legge ex Cirielli, varata proprio dopo che si è scoperto questo reato (continua)
Marco Travaglio (Passaparola del 26 aprile 2010)