lunedì 19 aprile 2010

Campanile che fu



L'OMO E LA SCIMMIA


L' Omo disse a la Scimmia:

-Sei brutta , dispettosa:
ma come sei ridicola!
ma quanto sei curiosa!
Quann' io te vedo, rido:
rido nun se sa quanto!...

La Scimmia disse :

- Sfido!

T' arissomijo tanto!

Trilussa

Banderuola nascosta



Ecco perchè è stata votata la salva-liste


L’hanno ribattezzata legge salva-liste, ma per
Beppe Grillo è la legge salva Errani-Formigoni. L'artista genovese non ha dubbi: il testo approvato alla Camera giovedì scorso con i voti del Pdl e di gran parte del Pd serve a salvare un governatore per parte, ovvero Vasco Errani nella rossa Emilia-Romagna e Formigoni in Lombardia. Entrambi a rischio, per la legge che vieta la ricandidabilità dopo due mandati consecutivi (continua)

Alberto Grossi (Da il Fatto Quotidiano del 18 aprile 2010)

Portone dall'interno



Casino


E’ un motivo ricorrente, ma che l'imperversare dell'Aids ripropone: riaprire le case chiuse? Pare che più della metà de gli italiani sarebbe favorevole: per motivi igienici, per garantire un maggior controllo della prostituzione. Che per il momento è libera: senza la sorveglianza dei medici e senza l'obbligo della ricevuta fiscale. Sembra che il rischio maggiore non sia costituito dalle professioniste, che sono attente alle precauzioni, ma dalle ragazze tossicodipendenti, che si vendono per procurarsi la droga. In Germania funzionano da tempo gli Eros Center, che dalle nostre parti venivano chiamati, meno pomposamente, casini (continua)


Enzo Biagi (I come italiani - 1993 - Rizzoli)

Ormeggio sicuro



LA LETTERA: "Il premier mi vuole zittire ma sui clan non tacerò mai"


Presidente Silvio Berlusconi, le scrivo dopo che in una conferenza stampa tenuta da lei a Palazzo Chigi sono stato accusato, anzi il mio libro è stato accusato di essere responsabile di "supporto promozionale alle cosche". Non sono accuse nuove. Mi vengono rivolte da anni: si fermi un momento a pensare a cosa le sue parole significano. A quanti cronisti, operatori sociali, a quanti avvocati, giudici, magistrati, a quanti narratori, registi, ma anche a quanti cittadini che da anni, in certe parti d'Italia, trovano la forza di raccontare, di esporsi, di opporsi, pensi a quanti hanno rischiato e stanno tutt'ora rischiando, eppure vengono accusati di essere fiancheggiatori delle organizzazioni criminali per il solo volerne parlare (continua)

Roberto Saviano (La repubblica 17 aprile 2010)

Contrizione



Vilipendio di cadavere


Ieri mattina, sciaguratamente, ho acceso la tv e mi sono imbattuto su una rete Mediaset nella telecronaca diretta del funerale di Raimondo Vianello. Del grande attore scomparso, per sua fortuna, non c’era traccia, essendo già ben chiuso nella sua bara. In compenso imperversava dappertutto un altro comico, anzi un guitto tragicomico con le gote avvizzite e impiastricciate di fard fucsia e il capino spennellato di polenta arancione, che officiava la cerimonia, dirigeva le pompe funebri, smistava il traffico delle préfiche, abbassava il cofano del carro, salutava la folla come Gerry Scotti, poi nella chiesetta sbaciucchiava a favore di telecamera la povera vedova pietrificata in carrozzella e cercava di farla ridere con qualche battuta all’orecchio, chiamava i battimani associandosi ai cori da stadio (continua)

Marco Travaglio (Da il Fatto Quotidiano del 18 aprile 2010)


Per la madonna



"Anno 2012: L'impero finito"


- Blair, vedo un isoletta con albero circa un miglio a sud-ovest. Come mai non è stato preventivamente abbattuto? Sai che odio gli alberi!
- Presidente - disse timidamente Blair - è l'ultimo ciliegio. La sua signora vorrebbe fare le marmellate per l'inverno.
- Macché marmellate e marmellate. Si comincia con le marmellate e ci si ritrova con gli arabi in casa - disse Bush. Fatelo abbattere. E non dite che le alluvioni sono dovute al disboscamento o all'inquinamento! Fate fuori quel sovversivo e le sue ramificazioni.
Blair prese una sega, si spalmò di catrame anti-caimano e nuotò lentamente verso l'isoletta. Bush sbuffò. Era molto infelice. Aveva ormai arraffato tutto il petrolio del mondo. Aveva raso al suolo l'Iraq, la Norvegia, l'Arabia Saudita, il Venezuela, la Groenlandia e la Cina. Eppure non gli bastava (continua)

Stefano Benni (Il Manifesto - 2002)

Corso Vittorio Emanuele: Specialità granite



Passaparola: "Fahrenheit Calderoli"


Calderoli, il riformatore
- La prima cosa che volevo sottolineare è che ancora una volta il king maker delle riforme all’italiana è uno strano soggettino che si chiama Roberto Calderoli, è stato lui l’altro giorno a essere ricevuto al Quirinale dal Capo dello Stato per illustrargli gli orientamenti del governo e della maggioranza, per consegnargli una bozza preliminare di lavoro sulla quale si sta lavorando, è andato su al Quirinale senza neanche avvertire Berlusconi, la Lega ormai si comporta da padrona anche in casa d’altri, anche in casa del centro-destra, approfittando del buon risultato elettorale che ha avuto (continua)

Marco Travaglio (Passaparola del 12 aprile 2010)

sabato 17 aprile 2010

E' primavera

Giorgio Bocca: il Colle degli inciuci


Il legittimo impedimento? Napolitano ha scelto i compromessi. Berlusconi è già un "piccolo dittatore". Tra il Quirinale e l’Aventino: il legittimo impedimento abita qui. Giorgio Bocca, scrittore ed editorialista di Repubblica e de L’Espresso, non è più nemmeno turbato.

Impedimento firmato. Legittimo?

La decisione di concedere il legittimo impedimento, che di fatto è un privilegio, viene giustificata con il paragone con altri Stati come la Francia. Ma noi non abbiamo le difese e le garanzie democratiche di altri Paesi. Forse anche per colpa della Chiesa che ha educato gli italiani a un potere sovrano. In Italia le voglie autoritarie sono galoppanti.

È preoccupato?

No, sono rassegnato. La marcia verso la democrazia autoritaria è inarrestabile. Il motivo è semplice: gli italiani continuano a votare per Berlusconi. Lui sta facendo di tutto per cambiare il nostro ordinamento, ma i cittadini lo aiutano, e molto, con il voto.

Perché?

E perché hanno accettato il fascismo? Perché hanno combattuto la guerra partigiana e poi l’hanno ripudiata? Sono i misteri dei popoli, purtroppo. O, se preferisce, difetti di fabbricazione incorreggibili.

Questo sentimento "appannato" della democrazia dipende dal fatto che l’Italia è una Repubblica giovane?

Dall’Unità d’Italia sono passati 150 anni: avremmo potuto anche maturare.

Il suo giudizio su Napolitano?

I casi sono due: o fa il coraggioso e viene spazzato via, o si adatta. Ecco, mi pare abbia scelto di adattarsi al compromesso. E’ il presidente degli inciuci italiani. (continua)

Silvia Truzzi Da il Fatto Quotidiano del 9 aprile


Salpa con noi

Un referendum contro il legittimo impedimento


Il legittimo impedimento è legge
. E’ l'ennesima "legge-porcata" del nostro Presidente del Consiglio, creata ad hoc per questa servile maggioranza parlamentare che chiude entrambi gli occhi, pur di assicurarsi la candidatura alle prossime elezioni. Che cos'e' il legittimo impedimento? Una legge che allarga a tutti i ministri, e non solo al Presidente del Consiglio, la possibilità di non essere processati. Basta dichiarare: "faccio il ministro, e in quanto tale, tu magistrato - anche se sono accusato di reati gravi - non mi puoi processare". Oggi si tratta di fatti di corruzione, della falsa testimonianza di Mills. Niente esclude, però, che domani possa riguardare episodi come lo spaccio di droga, l'omicidio, lo stupro. Anche in questi casi basta essere Ministro o Presidente del Consiglio per non essere processati. Cosa fare rispetto a questa preoccupante degenerazione del sistema dello Stato di diritto? (continua)

Blog Antonio Di Pietro 9 aprile 2010


giovedì 8 aprile 2010

Lungotevere d'autunno

Quando essere vecchi significava saggezza


La vecchiaia non è solo un destino biologico, ma anche storico-culturale. Quando il tempo era ciclico e ogni anno il ritmo delle stagioni ripeteva se stesso, chi aveva visto di più sapeva di più. Per questo "conoscere è ricordare", come annota Platone nel Menone, e il vecchio, nell’accumulo del suo ricordo, era ricco di conoscenza. Oggi con la concezione progressiva del tempo, non più ciclico nella sua ripetizione, ma freccia scagliata in un futuro senza meta, la vecchiaia non è più deposito di sapere, ma ritardo, inadeguatezza, ansia per le novità che non si riescono più a controllare nella loro successione rapida e assillante. Per questo Max Weber già nel 1919 annotava: “A differenza delle generazioni che ci hanno preceduto, oggi gli uomini non muoiono più sazi della loro vita, ma semplicemente stanchi”. Per questo la vecchiaia è dura da vivere, non solo per il decadimento biologico e il condizionamento storico-culturale, ma anche per una serie di destrutturazioni che qui proviamo ad elencare (continua)

Umberto Galimberti (La Repubblica - 29 febbraio 2008)

Maschere e fregi

Napolitano, 11 volte vergogna


Il capo dello Stato ha firmato anche la legge sul legittimo impedimento,
per salvare Berlusconi e i ministri dai processi, anche se è palesemente incostituzionale

Con la promulgazione del "legittimo impedimento" per Berlusconi e i suoi ministri, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha firmato l’undicesima legge vergogna in quattro anni di mandato. Le altre dieci erano: l’indulto extralarge esteso ai reati dei colletti bianchi, il decreto Mastella per distruggere i dossier della security Telecom, l’ordinamento giudiziario Mastella-Castelli, la legge salva-Pollari, il lodo Alfano, la norma della penultima finanziaria che raddoppia l’Iva a Sky, i due pacchetti sicurezza Maroni contenenti norme razziali anti-rom e anti-immigrati, lo scudo fiscale Tremonti, il decreto salva-liste del Pdl. Resta da capire il perché di quel mese di melina, che aveva suscitato speranze nelle persone perbene e timori nel partito dell’impunità: semplicemente, dopo tanto firmare, il Presidente aveva finito l’inchiostro, o aveva inceppato la penna, o magari aspettava il dopo elezioni per dare un colpo al cerchio e uno alla botte: respinto il ddl sul Welfare (che estende l’arbitrato ai rapporti di lavoro), promulgato il legittimo impedimento (continua)

Marco Travaglio (Il Fatto Quotidiano - 7 aprile 2010)

Noi Iper

Il più grande


Leggo e rileggo la lista dei cinquanta italiani illustri che da ieri si contendono su Raidue il televoto dei loro connazionali e rimango allibito. Lui non c’è. Ma com’è possibile? Quale autorevolezza potrà mai avere un referendum sul più grande italiano di sempre che non contempli il più grande presidente del Consiglio degli ultimi 150 anni, migliore persino di De Gasperi? Nella griglia dei finalisti c’è Garibaldi, e va bene. C’è Fiorello, e ci mancherebbe. Ci sono addirittura due Mazzini (Giuseppe, patriota, e Mina, cantante). E non si è trovato uno strapuntino per quel gigante del pensiero (anche se non di statura)? Nessuno può vantare una storia di successo così fulminante e, a suo modo, romantica (continua)


Massimo Gramellini (La Stampa - 21 gennaio 2010)

Kouki - Vetri soffiati

Calciopoli


Un (ex) arbitro molto importante sta finalmente raccontando la sua calciopoli: ecco la prima parte delle sue confessioni.
La giornata è caldissima e il sole è a picco da due giorni in questo capoluogo del sud. Respiriamo solo la sera grazie ad una brezzolina di mare. Due giorni ci vogliono prima che il nostro uomo si convinca e comprenda che HSL è l'unico canale mediatico attraverso il quale far giungere agli italiani la verità, quella tosta. Il suo nome non uscirà, certamente molti potrebbero capire di chi si tratta ma nessuno potrà mai provare che certe affermazioni le ha fatte lui. Finalmente si libera dai suoi fardelli e libera un po' anche noi "uomini che tentano di essere davvero liberi" e che ancora sono innamorati del calcio. L'unica cosa che lo convince e che lo stupisce, conoscendoci come giornalisti professionisti da molti anni dipendenti di testate diverse, è che anche noi resteremo anonimi e che nessuno ci guadagnerà soldi o fama.

Ecco a tutti voi la prima mezzora di sbobinamento (continua)

Dal Blog di Oliviero Beha del 28 maggio 2007

Effimere tracce

La canzone a teatro - Introduzione


«Chi è Giorgio Gaber e perché parla male di tutti?». Così, parafrasando un celebre film americano, l’Unità del 24 novembre '78 titolava la mia recensione di Polli d’allevamento. Avevo già visto gli altri spettacoli di Gaber, ma era la prima volta che ne scrivevo: e fu un articolo piuttosto faticoso. Ero diviso tra l’ammirazione per la bravura dell’interprete, per la perfezione formale dello spettacolo, e la forte perplessità sui contenuti. «Parlare male di tutti» mi sembrava un esercizio troppo facile, troppo ovvio per un artista in possesso di mezzi espressivi così efficaci e così fuori dalla norma. E, sotto sotto, mi influenzava ancora il famigerato «cui prodest?» che portava – in tempi ormai remoti, per carità – i critici comunisti a confondere le ragioni di bandiera con le ragioni dell’arte. Mi seccava, insomma, che uno strumento così implacabile quale mi appariva Gaber sul palcoscenico non fosse al servizio di quella che ritenevo – e ritengo ancora – «la parte giusta».
Avevo ragione e avevo torto. Ragione perché intuivo che la fase del rifiuto, dell’invettiva, dell’analisi negativa non poteva esaurire il potenziale artistico di Gaber, giunto ormai, con Polli d’allevamento, all’estrema codificazione scenica del suo gran rifiuto nei confronti dei miti degli anni Settanta. Torto perché un contenutismo pedestre influenzava il mio giudizio impedendomi di risolvere il mio rapporto con la scena nell’unico modo che consente di interpretare serenamente e correttamente uno spettacolo ed il suo interprete: partendo, cioè dalla struttura, dall’individuazione di un linguaggio e del modo di intenderlo. Ma l’errore non era solo mio: gli spettacoli di Gaber, infatti, sono stati quasi sempre interpretati a partire dal cosiddetto «messaggio», il temibile cancro che ha portato alla metastasi, negli anni Settanta, l’immaginario collettivo della sinistra.
In questa chiave, il teatro di Gaber è stato visto come un’ininterrotta metafora dell’impotenza (continua)

Michele Serra (Giorgio Gaber: La canzone a teatro - 1982 - Il Saggiatore)

Monumento agli eroi

Passaparola: "Il trionfo del crimine"


Da Mastella ad Alfano, passando per Napolitano
- In questi giorni, il ministro Alfano si è detto disponibile a modificare la legge. Si è detto disponibile a modificare la legge ma, naturalmente, è una truffa, una presa per i fondelli, nel senso che questa legge potrà essere modificata in qualche virgola, in qualche aggettivo, purché rispetti gli ordini che ha impartito il Cavalier Silvio Berlusconi e cioè che non si devono più fare intercettazioni nei confronti di persone con le quali parla lui.
Lui già non è intercettato, adesso vuole evitare che vengano intercettate anche le persone con cui lui parla. Quindi, per non farsi prendere in giro è bene sapere di che cosa stiamo parlando, anche per capire gli eventuali esiti di eventuali modifiche.Questa legge, voi sapete, è figlia della legge Mastella; in alcune parti la peggiora, in altre la migliora, ed è stata approvata già in un ramo del Parlamento nel 2009 , dopodiché al momento di approvarla nell'altro, cioè alla Camera, è intervenuto il Capo dello Stato che con quella strana prassi che chiamano moral suasion ha fatto sapere che se fosse stata approvata nello stesso modo anche nell'altro ramo del Parlamento non l'avrebbe firmata, quindi ha chiesto modifiche, quindi è entrato ancora una volta con le sue mani dentro la fabbricazione di una legge, nel percorso di questa legge, anziché fare come, secondo me molto più correttamente ha fatto l'altro giorno, quando ha atteso che gli portassero la legge sul lavoro, il ddl sul lavoro che estende l'arbitrato ai contratti di lavoro, e poi se l'è tenuta, se l'è soppesata e il giorno dopo le elezioni l'ha rimandata indietro spiegando perché non gli piaceva. E tra le spiegazioni non c'è l'incostituzionalità manifesta della legge, il che dimostra che forse avevamo ragione quando abbiamo detto spesse volte che non è necessario che una legge sia manifestamente incostituzionale perché il Capo dello Stato la respinga: la Costituzione dice che può respingere le leggi che non gli piacciono per tutti i motivi che lui può illustrare nel suo messaggio alle Camere (continua)

Marco Travaglio (Passaparola del 5 aprile 2010)

Un altare ..... dal basso

RESURREZIONE


Uno scorcio di campagna palestinese, anno 33 d.C..

Il sole volge al tramonto, e i suoi ultimi raggi colorano di rosso i pochi alberi di ulivo su cui cominciano a nascere le piccole gemme che nel giro di qualche mese si trasformeranno in olio. La strada non è altro che una striscia di sassi e polvere, attraversata da scorpioni, serpenti gurlandini, piccoli esemplari di unicorno galileo. Due umani entrano in scena da sinistra: indossano una tunica Azzurra e una tunica Verde, i piedi sono nudi, e uno si aiuta con un lungo bastone per sostenere il passo. Parlano tra di loro.

A - Ho sentito una storia strana.
V - Su chi?
A - Un tizio: crocifisso, morto, sepolto.
V - E' pieno di gente così da queste parti!
A - Sì, ma non tutti escono dal sepolcro...
V - Cosa stai insinuando? (continua)

Le Formiche Elettriche

Simbologie

Passaparola: "La Polizia della Casta"


Irruzione a Sky
- Parliamo invece di un tema che credo stia diventando importante, il ruolo delle forze dell’ ordine nella nostra democrazia, sapete che ci sono continuamente, vengono fuori continuamente casi di persone che vengono malmenate dopo un fermo, un arresto, di alcune conosciamo i nomi il caso di Uva, di Aldrovandi, tanti altri casi che sono stati raccontati in questi anni, in questi ultimi mesi che indicano un pericoloso aumento delle violenze da parte di coloro che invece la violenza la dovrebbero reprimere, contenere o ne dovrebbero fare un uso istituzionale.
Abbiamo avuto recentemente il ribaltamento in appello delle sentenze in parte assolutorie che c’erano state in primo grado sulle torture e le violenze di Bolzaneto al G8 del 2001 con la condanna o a pene detentive oppure a risarcimenti di danni nel caso in cui i reati fossero ormai prescritti di alcune decine di agenti di Polizia e Polizia penitenziaria e abbiamo anche negli ultimi tempi delle segnalazioni di persone che vengono prelevate durante manifestazioni, soltanto perché esprimono il loro pensiero parlando, urlando, sventolando striscioni, cartelli e non si sa per quale motivo debbano essere identificate o addirittura portate via, ci sono persone che vengono addirittura convocate dalle forze dell’ordine in corrispondenza con manifestazioni del centro-destra in modo da essere sicuri che sono in Questura o sono in caserma e non vanno alle manifestazioni del centro-destra, non sono cose che si possono fare, anche se purtroppo vengono fatte ugualmente. Da questo punto di vista non è tanto preoccupante il fatto che avvengano, poi in ogni categoria ci sono le mele marce, personalmente parto sempre dal presupposto che la Polizia abbia ragione, i Carabinieri hanno ragione, i magistrati hanno ragione, tra le guardie e i ladri sto dalla parte delle guardie, fino a prova contraria, purtroppo negli ultimi tempi di prove contrarie ne arrivano e non soltanto in casi eclatanti come quello di Cucchi, ma anche in altri meno noti e meno raccontati (continua)

Marco Travaglio (Passaparola del 29 marzo 2010)



Istat

I sette nani vanno in Borsa


IN MEZZO a un bosco, vivevano i sette gnomi di Zurigo. Erano i più ricchi e abili speculatori delle borse mondiali, ma erano rimasti persone semplici. La loro casetta era di sole centonovanta stanze, tutta circondata da cerbiatti e coniglietti, alcuni vivi, altri penzolanti dal reticolato a duemila volt. Nella sala delle riunioni prese la parola l'autorevole Dotto. Era laureato in aggiotaggio a Harvard e aveva studiato scienza della liquidazione con Romiti. Anche Wall Street temeva le sue previsioni.
- Fratelli gnomi - disse - il momento è difficile. Il mercato è impazzito ed è sotto quello che noi chiamiamo l'effetto Clinton, cioè va a tiramenti e non si sa mai se quello che dice è vero. Perciò dobbiamo elaborare nuove strategie di investimento.
- Io ho un'idea - disse Eolo, tirò una riga di coca e esplose in uno starnuto - questo è il momento di investire sul mercato della droga. L'economia sudamericana è debole, e si possono comprare tonnellate di roba a prezzi stracciati. Basta scegliere un socio onesto e affidabile, la mafia italiana, la triade cinese, le nuove mafie russe. E si stanno aprendo nuovi settori di vendita. Ci sono al mondo duecento milioni di giocatori di calcio. Se li convinciamo che la cocaina fa lo stesso effetto della creatina, siamo ricchi.
- Zitto, drogato di merda - disse il mite Mammolo. - Il mercato migliore resta il Giappone (continua)

Stefano Benni (settembre 1998)

Roberto Cavalli - Pubblicità

Donne, guaio senza soluzione


Le donne sono una razza nemica. Bisognerebbe capirlo subito. Invece ci si mette una vita, quando non serve più. Mascherate da “sesso debole” sono quello forte. Attrezzate per partorire sono molto più robuste dell’uomo e vivono sette anni di più, anche se vanno in pensione prima. Hanno la lingua biforcuta. L’uomo è diretto, la donna trasversale. L’uomo è lineare, la donna serpentina. Per l’uomo la linea più breve per congiungere due punti è la retta, per la donna l’arabesco. Lei è insondabile, sfuggente, imprevedibile. Al suo confronto il maschio è un bambino elementare che, a parità di condizioni, lei si fa su come vuole. E se, nonostante tutto, si trova in difficoltà, allora ci sono le lacrime, eterno e impareggiabile strumento di seduzione, d’inganno e di ricatto femminile. Al primo singhiozzo bisognerebbe estrarre la pistola, invece ci si arrende senza condizioni (continua)

Massimo Fini (Da il Fatto Quotidiano del 27 marzo 2010)

Simbologie

Libero Stato in libera Chiesa


Non è il Vaticano a essere circondato dall'Italia, ma l'Italia a essere circondata dal Vaticano. Se contate le chiese sul territorio italiano ve ne renderete conto. Io sono cresciuto con il suono delle campane di Sant'Ilario e il MoVimento 5 Stelle è nato il 4 ottobre, il giorno di San Francesco. Però sostengo il concetto di Cavour: "Libera Chiesa in libero Stato", ma anche quello di "Libero Stato, in libera Chiesa" e della non ingerenza del Vaticano, che è uno Stato, nelle elezioni di un altro Stato sovrano. Il Papa Re non solo è anacronistico, ma danneggia la stessa Chiesa. Don Farinella con la consueta franchezza ne illustra i motivi (continua)
Don Paolo Farinella (Blog Beppe Grillo)

Luci e ombre

“La mia indignazione di cittadino italiano e cattolico praticante per il «baciamo-le-mani, Santità!»”


Come sarebbe bello se tutti i cattolici "dissidenti" prendessero carta e penna e scrivessero personalmente al proprio vescovo pregandolo di inoltrare al papa il proprio dissenso dall'orrenda visita di Berlusconi al papa con "baciamo-le-mani" incorporato. L'effetto sarebbe più grande che non una raccolta di firme perché sarebbe personale e spedita via posta, segno che si è pensato, scritto, andato alla posta e imbucato. Non importa se non risponderà nessuno. Ciò che importa è il gesto profetico in se stesso.

PS. Il Giornale di Berlusconi questa volta con un titolo virgolettato "Farinella: Arsenico per il Papa", chiede alla gerarchia la mia sospensione a divinis. Non sapevo che il mio vescovo fosse Paolo Berlusconi, ma tutto è possibile, anche l'impossibile, se è possibile che Berlusconi Silvio sia ricevuto dal papa (continua)

Don Paolo Farinella (Micromega)

Foglie morte

Santoro: "Non siamo al fascismo ma certe assonanze preoccupano"


BOLOGNA
- Un filmato montato con un parallelo tra un comizio di Mussolini e l'intervento di Berlusconi alla manifestazione del Pdl di Piazza San Giovanni e le loro domande "retoriche" rivolte al popolo. Così al Paladozza di Bologna è iniziata "Raiperunanotte", la trasmissione nata dall'iniziativa ideata da Michele Santoro contro la decisione della Rai di sospendere tutti i talk show politici per rispettare la par condicio. Niente Rai, niente "Annozero", ma "Raiperunanotte". Un evento reale e visibile, al Paladozza di Bologna e sui maxischermi nella piazza fuori, per miglia di persone che hanno voluto partecipare direttamente all'insolito talk show. Un evento mediatico trasmesso da altre tv, in particolare da Sky Tg 24, ma anche da emittanti locali. E che ha soprattutto giocato la carta del web. Dirette sono state effettuate dal sito "Raiperunanotte", creato per l'occasione, dai siti di Corriere, Repubblica, Stampa, da YouDem e altri ancora (continua)


Corriere della Sera - Redazione online - 25 marzo 2010

Decori barocchi

IL SUICIDA GENTILE


Personaggi: LUI, LEI, UOMO

(In una strada solitaria. Lui e lei, passando, vedono l’uomo che si punta la rivoltella alla tempia).

LEI - Guarda: un uomo che sta per tirarsi un colpo di rivoltella!
LUI - (All’uomo) - Che fa, sciagurato?
UOMO - Non vede? Mi uccido.
LEI - Non faccia pazzie, ci pensi bene, prima.
UOMO - Ci ho pensato molto, e la mia decisione è irrevocabile. M’uccido per amore.
LUI - Per amore? E’ mai possibile uccidersi per l’amore, che è il sentimento della felicità?
UOMO - Ragazzo! Che sai tu dell’amore! Lasciami morire!
LEI - Per carità, signore, non lo faccia. Pensi che la vita è bella, che le strade del mondo sono piene di donne e che il tempo risana qualunque ferita.
UOMO - Tutto è vano, signora. Io non torno sulle mie decisioni (continua)

Achille Campanile

Burattini in vendita

Il regime travestito


Io credo che la dittatura vera e propria, la dittatura "propriamente detta" per usare un ironico sberleffo di Mino Maccari ("i fascisti si dividono in due categorie: i fascisti propriamente detti e gli antifascisti") sia meglio della dittatura mascherata da democrazia che è quella che stiamo vivendo soprattutto da quando Berlusconi è "sceso in campo" ma anche da prima, diciamo dalla metà degli anni Settanta, quando la partitocrazia consociata a difesa dei propri privilegi, intrallazzi, clientelismi, ruberie, formava un unico blocco di potere. La dittatura vera e propria è meno subdola. Perlomeno ha il vantaggio di rendere le cose chiare. Da una parte ci sono gli oppressori, dall’altra gli oppressi che, se pensiamo al fascismo, vengono emarginati, mandati al confino, costretti all’esilio. La dittatura sotto le vesti della democrazia è invece una cosa melmosa, molle, melliflua, confusa dove gli oppressori possono mascherarsi da vittime (si pensi alla manifestazione del governo in piazza San Giovanni) e gli oppressi passare per oppressori.

È facilissimo cambiare le carte in tavola. Tutti possono dirsi vittime di qualcuno o qualcosa (continua)

Massimo Fini (Da il Fatto Quotidiano del 25 marzo 2010)


L'eterno "MONDEZZARO"

Passaparola: "La feccia che risale il pozzo"


Feccia del nord - Partiamo dal nord, partiamo dal Piemonte, dove il PDL schiera l’ex Assessore regionale al bilancio della Giunta regionale Ghigo, Angelo Burzi, che è stato rinviato a giudizio per tangenti nel ramo della sanità.
Con il centrodestra, con il leghista dalla faccia pulita Cota c’è anche un meccanismo che porterebbe, nel caso in cui Cota venisse eletto, a essere eletto in Parlamento come primo dei non eletti e quindi come primo escluso che scivolerebbe al suo posto, nel caso in cui Cota diventasse governatore del Piemonte, un leghista che si chiama Grassano, che è stato Presidente del Consiglio Comunale di Alessandria e che è rinviato a giudizio per truffa ai danni del comune di cui era Presidente, rischia di diventare parlamentare, perché è il primo dei non eletti della Lega Nord, un ottimo motivo per fare in modo che Cota non diventi Presidente della Regione Piemonte.
In Piemonte anche il PD non vuole essere da meno e conseguentemente (continua)

Marco Travaglio (Passaparola del 22 marzo 2010)

sabato 3 aprile 2010

Dopo il tramonto

"Qualcuno era comunista" di Giorgio Gaber e Sandro Luporini (Testi)


Come? Se ero comunista? Mi piacciono le domande dirette. Volete sapere se ero comunista?
Finalmente, perché non ne parla più nessuno, tutti fanno finta di niente e invece è giusto chiarirle queste cose, una volta per tutte.
Se ero comunista? Mah? In che senso? No, voglio dire...
Qualcuno era comunista perché era nato in Emilia.
Qualcuno era comunista perché il nonno, lo zio, il papà... la mamma No.
Qualcuno era comunista perché vedeva la Russia come una promessa, la Cina come una poesia, il comunismo come il Paradiso terrestre.
Qualcuno era comunista perché si sentiva solo.
Qualcuno era comunista perché aveva avuto un'educazione troppo cattolica.
Qualcuno era comunista perché il cinema lo esigeva, il teatro lo esigeva, la pittura lo esigeva, la letteratura anche. Lo esigevano tutti.
Qualcuno era comunista perché "La storia è dalla nostra parte!"
Qualcuno era comunista perché glielo avevano detto.
Qualcuno era comunista perché non gli avevano detto tutto.
Qualcuno era comunista perché prima era fascista (continua)

Tratto da: Giorgio Gaber - La libertà non è star sopra un albero - edizioni Einaudi


venerdì 2 aprile 2010

Palermo: Castello di Maredolce

DRAMMA DI MEZZANOTTE


Personaggi: IL PENSATORE, LA SUA FIDANZATA

L’orologio della torre batte dodici rintocchi. Nella notturna penombra d’una via solitaria sotto la luna, IL PENSATORE e LA SUA FIDANZATA, i quali stavano baciandosi, all’ultimo rintocco si staccano precipi­to­samente. (Tutta la scena con sottofondo musicale)

LEI (atterrita) Mezzanotte!

LUI Mezzanotte di ieri o di domani, amore?

LEI Come sarebbe a dire? Mezzanotte di oggi.

LUI No, tesoro. La mezzanotte non è mai di oggi, perché sta proprio in mezzo fra ieri e domani. Infatti a mezzanotte l’oggi diventa ieri e il domani diventa oggi, ma non è più ieri e non è ancora domani; e tanto meno è oggi, perché la mezzanotte sta precisamente fra due oggi, dei quali però uno è ormai ieri e l’altro non è ancora domani.

LEI Taci, amore, mi farai diventare pazza. Già, è vero, non lo so mica se la mezzanotte di oggi sia quella di ieri, o quella di domani.

LUI E non si saprà mai, questa è la cosa atroce. Perché non si sa se il giorno comincia o finisce alla mezzanotte.

LEI Ne finisce uno e ne comincia un altro.

LUI Vedi, dunque, gioia, che la mezzanotte non potrà essere mai quella di oggi.

LEI E’ mezza di ieri e mezza di domani, ma nelle rispettive metà tanto ieri quando domani sono oggi.

LUI Ma sono rispettivamente ieri e domani e perciò non oggi.

LEI Cioè, quando ieri era oggi, l’oggi di oggi era domani.

LUI Precisamente, amor mio: l’ieri di ieri era ieri, quando l’oggi di oggi non era oggi; ma oggi che l’oggi è oggi, l’oggi di ieri è ieri (continua)

Achille Campanile


Ananas fresco

SIAE: nuova tassa si applicherà quasi sulla totalità degli apparecchi informatici ed elettronici dotati di una memoria


A partire dal 23 Marzo 2010, entrerà in vigore un decreto che consentirà alla SIAE, Società Italiana di Autori ed Editori, di spillare ancora più quattrini a chiunque acquisti qualcosa di “tecnologico” in questo Paese. Ebbene si, infatti questa nuova tassa si applicherà quasi sulla totalità degli apparecchi informatici ed elettronici dotati di una memoria, sia essa SSD, sia un hard disk, un DVD, un Blu-ray o un CD (continua)

http://www.allmobileworld.it


Regalmuto

Guido Rossi: ogni istituzione recuperi la consapevolezza del proprio ruolo


«Viviamo in uno stato di allarme continuo. I fatti, o meglio le notizie che continuamente riceviamo, non fanno altro che evidenziare un conflitto permanente tra istituzioni dello Stato. Esecutivo, Parlamento e la stessa magistratura, paiono essere in una competizione senza fine. Nessuno si sente responsabile delle proprie parole e dei propri atti, ripeto, magistratura compresa. E quel che è peggio prevale una filosofia del piagnisteo, figliastra povera di quell’allarme che ci rende incapaci di uscire da una situazione che a essere gentili è di evidente stallo» (continua)

Daniele Manca (Corriere della Sera - 20 marzo 2010)


Che fame!

Don Ciotti: “C’è bisogno di onestà, di giustizia e di speranza”


Luigi Ciotti
nasce nel 1945 a Pieve di Cadore. Emigrato a Torino, fonda nel 1966 il gruppo “Abele” che accoglie e aiuta persone emarginate. Nel 1972 viene ordinato sacerdote e come parrocchia gli viene assegnata la “strada”. Nel 1995 fonda “Libera - associazioni, nomi e numeri contro le mafie”. La prima petizione popolare promossa da Libera porta all’entrata in vigore della legge 109 del 1996 sull’uso sociale dei beni confiscati ai mafiosi. Sabato Libera e Avviso pubblico organizzano a Milano la 15esima edizione della “Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie” (continua)

Elisabetta Reguitti (da Il Fatto Quotidiano del 17 marzo 2010)

Timidezza

L'ossessione televisiva: "Mentre il Pil crolla e i conti peggiorano il premier trascorre le serate a trovare il modo di chiudere le trasmissioni"


La televisione conta poco o nulla nel consenso a Berlusconi? A parlare dei processi e degli scandali che riguardano il premier gli si fa soltanto un favore? Invece di rompere le tasche da anni a noi "antiberlusconiani", i professorini di liberalismo dovrebbero spiegare questi concetti al diretto interessato. Dalle intercettazioni pubblicate da Il Fatto e riprese da tutti, pare infatti che il Cavaliere non si occupi d'altro che di controllare la televisione e i suoi controllori.

Mentre il Pil crolla e i premi Nobel per l'economia pronosticano la bancarotta dello Stato italiano, il presidente del Consiglio trascorre le serate a "concertare" con il commissario dell'Agcom Giancarlo Innocenzi e con altri sottoposti il modo di chiudere Annozero, si sbatte per impedire in futuro l'accesso agli studi Rai a Eugenio Scalfari ed Ezio Mauro, ordina l'oscuramento perpetuo di Antonio Di Pietro, perde perfino tempo a spiegare a Minzolini che cosa deve dire nell'editoriale del giorno dopo. Tutto purché non passi nel servizio pubblico una mezza informazione sui processi e gli scandali che lo riguardano. Al resto, ci pensano i fidi direttori dei tiggì (continua)

Curzio Maltese (La Repubblica - 15 marzo 2010)

Sri Lanka: Ritorno da scuola



Il testo della dichiarazione di Berlusconi sulla giustizia


"In una democrazia liberale nessuno è al di sopra della legge, e dunque le sentenze si rispettano come si rispetta la presunzione d'innocenza degli imputati. In una democrazia liberale i giudici applicano la legge, non fanno politica e non fanno 'resistenza, resistenza, resistenza' a chi è stato scelto dagli elettori per governare. In una democrazia liberale la magistratura liberale non si giudica da sè e non si autoassolve in ogni sede disciplinare, penale e civile così come avviene oggi in Italia. In una democrazia liberale chi governa per volontà sovrana degli elettori è giudicato, quando è in carica e dirige gli affari di Stato, solo dai suoi pari, dagli eletti del popolo, perchè la consuetudine e le leggi di immunità e garanzia lo mettono al riparo dal rischio della persecuzione politica per via giudiziaria. Succede così nel mondo, ma non nel nostro Paese". "In Italia - prosegue Berlusconi - le correnti politicizzate della magistratura, giusto dieci anni fa, imposero a un Parlamento intimidito e condizionato, un cambiamento della Costituzione del 1948 che ha messo nelle loro mani il potere di decidere al posto degli elettori (continua)

(La Repubblica - 29 gennaio 2003)

La colomba della pace

Cav. che abbaia


Nei Paesi normali, un capo del governo che urla a un’autorità dello Stato «fate schifo», «siete una barzelletta» e ordina di chiudere un programma del servizio pubblico sarebbe costretto ad andarsene nel giro di un’ora. Sempre in quei famosi Paesi, quando un’autorità dello Stato viene trattata dal capo del governo alla stregua di una cameriera, si dimette in un sussulto d’orgoglio oppure esegue l’ordine. Ma noi siamo nella terra degli arlecchini: più servili che servi. Tutti inchini e promesse, niente sostanza (continua)

Massimo Gramellini (La Stampa - 18 marzo 2010)

Arezzo

Nessuna pietà dai Menosauri


Quando il Maestro Kersc Rac mi venne a dire, al termine dell'allenamento pomeridiano, che avrei combattuto contro un Menosauro non feci sicuramente una bella faccia: avrei dovuto essere contento per l'onore accordatomi, nonostante fossi l'ultimo arrivato del gruppo, e forse uno dei più incostanti, ma la paura prevaleva in me. La nostra scuola aveva avuto il privilegio di essere estratta a sorte dall'Arbitro Dorato, che organizzava ogni nove mesi questi eventi sportivi per rendere sempre vivo il ricordo della fondazione della "nostra civiltà", come veniva pomposamente chiamata la società violenta e iniqua che si era creata dopo l'elezione a Presidente del Segretario Unico Aid Aikon e i primi, incredibili esperimenti di bioingegneria (continua)

Le Formiche Elettriche

Risalita

Il Pdl in marcia contro se stesso


Mancano due settimane alle elezioni regionali ma raramente si è assistito a una campagna così accesa. A una mobilitazione altrettanto ampia. E un'attenzione ai temi locali così ridotta. Ieri la grande manifestazione del centrosinistra, a piazza del Popolo, contro gli interventi del governo sulle regole elettorali - e non solo. Sabato prossimo, ancora a Roma, la manifestazione del Pdl, con un obiettivo simmetrico: protestare contro i giudici e la sinistra. Accusati di impedire alla maggioranza di presentare le proprie liste. Anche in questa occasione, dunque, le elezioni "regionali" hanno assunto un significato politico "nazionale". In fondo è sempre successo, dopo la fine della prima Repubblica. Da allora, infatti, le elezioni regionali hanno funzionato come una sorta di primo turno rispetto alle elezioni politiche dell'anno seguente. Anticipandone, puntualmente, l'esito. Nel 1995 il centrosinistra si è imposto in 9 regioni su 15. L'anno successivo, l'Ulivo, guidato da Prodi, ha vinto le elezioni politiche. Viceversa, nel 2000 il centrodestra, guidato da Berlusconi, ha prevalso in 8 regioni su 15 (ma in Molise la consultazione verrà successivamente annullata). Provocando le dimissioni di D'Alema. Per poi vincere le elezioni politiche del 2001. Infine, nel 2005, l'Unione di centrosinistra ha travolto il centrodestra, conquistando 12 regioni su 14 (continua)

Ilvo Diamanti
http://www.repubblica.it/politica/2010/03/14/news/pdl_in_marcia_contro_se_stesso-2648118/

Lucca

Il silenzio assordante dei laici


Qualche settimana fa la Repubblica ha pubblicato una serie di articoli firmati da Curzio Maltese sul costo della Chiesa per i contribuenti italiani. Si trattava di un’indagine giornalistica seria e documentata che analizzava i costi a carico dei cittadini italiani per la Chiesa cattolica, dalle esenzioni fiscali all’otto per mille, al finanziamento alle scuole private, all’ora di religione. Immediatamente si è levata la voce del Segretario di Stato della Santa Sede, Cardinal Tarcisio Bertone, che si è espresso con un inusuale e perentorio “Finiamola”.“Finiamola con questa storia dei finanziamenti alla Chiesa – ha detto testualmente il cardinal Bertone – l’apertura alla fede in Dio porta solo frutti a favore della società”. E ancora: “C’è un quotidiano che ogni settimana deve tirare fuori iniziative di questo genere (continua)

Dedalus - da www.scuolaoggi.org del 7.11.2007

Panorama

Congresso Nazionale Italia dei Valori - L'alternativa per una nuova Italia - Roma 5-6-7 febbraio 2010 - SINTESI DEL PROGRAMMA


Congresso Nazionale Italia dei Valori - L'alternativa per una nuova Italia

Roma 5-6-7 febbraio 2010

SINTESI DEL PROGRAMMA

1. Lavoro
Per evitare i licenziamenti si deve generalizzare i contratti di solidarietà e raddoppiare la cassa integrazione ordinaria da 52 a 104 settimane
Disporre ammortizzatori sociali a favore di tutti coloro che ne sono privi
Abbattere il costo del lavoro per favorire le assunzioni a tempo indeterminato
Stabilire un salario minimo d’ingresso per i giovani pari ad almeno 1000 euro al mese
Recuperare l’evasione fiscale da destinare “metà e metà”: 50% per abbattere il debito dello Stato e 50% per ridurre le tasse sui lavoratori
Tassare con aliquota minima gli aumenti salariali dei prossimi contratti nazionali
Semplificare i contratti di assunzione in un'unica tipologia di inserimento lavorativo: l’apprendistato
Detassare la tredicesima mensilità per l’anno 2010
Individuare più stringenti sistemi e controlli per garantire la sicurezza sui luoghi di lavoro
Prevedere la copertura dei periodi di assenza per maternità, malattia e infortunio per le partite Iva con un reddito inferiore a 20.000 euro l’anno
Ripristinare tutte le norme approvate dal governo Prodi in tema di sicurezza sul lavoro
Fissare un tetto massimo per le retribuzioni dei manager di banche, di aziende pubbliche e di aziende che ricevono aiuti di Stato 20-20-20: in sintesi proponiamo 20% l’aliquota minima su stipendi e pensioni, 20% la tassazione sulle rendite escluso i titoli di Stato, 20% aumento di stipendi e pensioni nei prossimi 3 anni per rilanciare i consumi (continua)

Italia dei Valori

Arezzo

Quanto vale internet - Internet visto da Saviano


E’ stato varato ieri
(16 marzo 2010) robertosaviano.it, il nuovo sito dell’autore di Gomorra. Sul sito sono state implementate alcune funzioni: dalle gallerie di foto alle iniziative che ruotano intorno allo scrittore; dagli archivi "dei suoi ritrattisti più affezionati" pubblicati su Flickr, ai brani musicali che gli sono stati dedicati. Per l’occasione Roberto ha pubblicato online una nota con la sua visione e la sua esperienza della Rete: "La connessione Internet. È questa la prima cosa che cerco quando entro in una stanza d’albergo o quando entro in quella che so già sarà la mia casa per pochi giorni" le parole dello scrittore (continua)

Federico Mello (Da il Fatto Quotidiano del 17 marzo 2010) -
Roberto Saviano

Panorama toscano: Dopo la trebbiatura

Quelli del triplo incarico (e stipendio)


La Giunta delle elezioni ha esaminato 123 casi di poltrone multiple
- Più poltrone, più potere. Equazione ideale e logica per un parlamentare polivalente: deputato a Roma, presidente di provincia a Brescia, consigliere comunale o regionale in Calabria. Cariche politiche. E poi gli affari: consulente di una società, direttore generale di una spa, persino presidente del consiglio di amministrazione. Soltanto nella legislatura corrente, la Giunta delle elezioni ha esaminato 123 casi di doppia-tripla poltrona (e relativo doppio-triplo stipendio) e votato la compatibilità con il “mandato” nella Capitale. La legge impedisce l'incarico multiplo ai presidenti di provincia e ai sindaci (nelle città con oltre 20 mila abitanti), ma concede via libera a chi è onorevole e vuole candidarsi alle consultazioni locali (e sono oltre 30). Report di Milena Gabanelli aveva un’inchiesta pronta, il bavaglio della par condicio l’ha rimosso dal palinsesto di RaiTre.
Delibere - I colleghi della Giunta hanno costretto alla rinuncia ben 42 colleghi assessori e consiglieri regionali. I fantuttoni (continua)

Carlo Tecce (da il Fatto Quotidiano dell'11 marzo 2010)

San Galgano (SI)

La grande sete di spiritualità


Con i funerali di oggi «l'orgia massmediatica», come l'ha chiamata sul nostro giornale il professor Silvio Lanaro, che ha vampirizzato la carne di Wojtyla avrà il suo culmine ma anche la sua fine.
Di quest'orgia sono certamente responsabili gli stessi mass media che, da qualche anno, sono soliti enfatizzare e retoricizzare fino al grottesco qualsiasi avvenimento e in particolare morti, avvertite come uno scandalo intollerabile, dei personaggi, a qualsiasi titolo, famosi. Se si dedicano nove pagine alla morte di Battisti (non Cesare ma Lucio, il cantante), come fece a suo tempo il Corriere della Sera, è poi difficile pensare che i giornali e le televisioni si contengano quando di mezzo c'è una figura come Papa Wojtyla. Ma all'origine di quest'orgia c'è anche, se non soprattutto, Wojtyla stesso che è stato, fino all'ultimo, fino alla sua esibita agonia, un papa massmediatico. E qui sta la ragione della sua immensa popolarità ma anche il punto di debolezza del suo pontificato.
Durante i 26 anni del suo papato la popolarità di Karol Wojtyla non ha fatto che crescere smisuratamente fino a espressioni di autentico fanatismo, come nelle persone che hanno affrontato 14 ore di coda sotto il sole per vederne di sfuggita la salma, ma, nello stesso periodo di tempo, le vocazioni sono crollate drasticamente e il sènso del sacro è scomparso in tutto l'Occidente, soprattutto quello cattolico. Ciò significa, lo si voglia o no, che Papa Wojtyla è stato percepito dalla gente, anche da buona parte di quella che oggi fa la fila per vederne le spoglie mortali, come una grande star del firmamento internazionale, quasi una rockstar alla maniera di Elton John, di Michael Jackson, di Bruce Springsteen, con un carisma quindi mondano ma, al fondo, privo di un autentica portata morale. Tanto è vero che quando Wojtyla tuonò contro la guerra in Iraq non solo la cattolicissima Spagna di Aznar se ne infischiò, ma alla guerra ci sono andati allegramente anche i «suoi» devotissimi polacchi (continua)

Massimo Fini (Il Gazzettino 08/04/05)