Specialmente per tutti i nuovi amici (e meno amici) di Rivoluzione Italiana, due parole su di me, così da non ripetere sempre le stesse cose. Io lasciai il mio posto, molto ben remunerato, alla Stampa, per soccorrere Berlusconi nel 1999 - quando era al suo punto più basso - e andai al Giornale con l’ottimo Maurizio Belpietro con la carica del tutto onorifica di vicedirettore editorialista. Dal 2006 sono pensionato e con il Giornale ho un rapporto di collaborazione esterna. Io, come molti giornalisti e intellettuali di area socialista e liberale o ex comunista, pensai che si potesse aiutare l’imprenditore Berlusconi a varare quella rivoluzione liberale che l’Italia non ha mai avuto (e che meno che mai ha adesso) e di cui ha estremo bisogno: libertà, cultura, ricerca scientifica, televisione intelligente, scuola di altissimo livello, premio delle eccellenze, giornalismo libero e Stato laico nel rispetto di tutte le religioni, distruzione a mano armata dell’anti-Stato mafioso che occupa il territorio della Repubblica, decentramento amministrativo federale ma con un rilancio forte delle prerogative dello Stato centrale sul modello americano, creazione di una società con la massima attenzione per i bambini, i giovani e le donne e per queste ultime una particolare attenzione nella ricostruzione del rispetto loro dovuto (continua)
Paolo Guzzanti (7 agosto 2009)
Paolo Guzzanti (7 agosto 2009)
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