domenica 30 agosto 2009
La satira vive delle pagine della storia. E quindi se tu sei nella satira sei nella storia
Il 13 maggio 1998 il direttore del settimanale satirico “Boxer” Davide Riondino e il disegnatore Vauro incontrarono all’hotel Bel Azur di Hammamet Bettino Craxi. Nel numero del 19 giugno di “Boxer” apparve un resoconto completo: tutto era nato dalla notizia che Stefania Craxi era stata condannata a pagare un’ammenda di 400.000 lire “per aver dato dello stronzo a Rutelli in un ristorante”. In effetti, dopo che Rutelli aveva auspicato di vedere Craxi mangiare il rancio in galera, Stefania, incontrandolo casualmente in un ristorante, lo aveva insultato. Non solo la Cassazione le riconoscerà l’attenuante della provocazione “per avere reagito a un fatto ingiusto”, ma l’ammenda le era stata rateizzata in 36 rate (continua)
Massimo Pini (tratto da “Craxi – Una vita, un’era politica” – 2006 - Mondadori)
La colpa, insomma, è sempre degli altri
La tendenza alla rimozione è purtroppo uno dei tratti tipici accertati del carattere nazionale. La prima e più rilevante rimozione sembra quella – praticata forse già nel grembo materno – della responsabilità individuale. Dove tutti sono responsabili, nesuno è responsabile. Contro quest’alibi facile e ricorrente ai è basato – e ha perso – Gaetano Salvemini, uno dei pochi intellettuali “protestanti” (nel senso di anticonformista, rigoroso, coerente) prodotti dalla Penisola. L’idea che “gli italiani sono fatti così”, e non ci sia niente da fare per correggere anzitutto la loro auto-indulgenza, gli ripugnava profondamente. Non meno di quanto detestava Giovanni Giolitti, quando da Primo Ministro sosteneva che “a un gobbo non poteva fare che un abito da gobbo”. Per Salvemini, al contrario, quel gobbo che era il popolo italiano si poteva raddrizzare (continua)
Antonio Caprarica (Gli italiani la sanno lunga …. O no? – 2008 – Sperling & Kupfer)
Il cappello e la coppola
Era una notte buia, ma non tempestosa. Nello scuro fitto di quella strada che avrebbe dovuto essere illuminata da un lampione che i picciottazzi avevano pigliato a petrate astutandolo, il cappello di gran marca, tanticchia scantato, camminava di prescia per arrivare dove doveva arrivare. Girato l’angolo, capì che il temuto malo incontro gli stava proprio capitando: davanti a lui, ferma come se lo aspettasse, c’era una coppola (continua)
Andrea Camilleri (Favole del tramonto - 2000 - Edizioni dell’Altana)
L'artiglieria pesante del Cavaliere
Il sito del nuovissimo Giornale registrava ieri come "il più letto" l'articolo intitolato "Boffo, il supercensore condannato per molestie". L'ho letto anch'io. E ho letto anche, come tutti i giorni da molti anni, l'Avvenire. Alla fine mi sono chiesto se le "rivelazioni" su Dino Boffo, direttore dell'Avvenire, anche a prescindere dalla loro dubbia accuratezza (e in assenza della versione dell'imputato) avessero influito sulla mia lettura del quotidiano, tirando addosso ai suoi argomenti un sospetto di ricatto o di coda di paglia. Mi sono risposto francamente di no. Ci ho letto, con il solito interesse, una pagina dedicata a Timor dieci anni dopo: infatti l'Avvenire è fra i quotidiani più attenti ai problemi internazionali, e fa tesoro delle fonti peculiari di comunità e missioni cattoliche. Ho letto gli articoli che ogni giorno trattano di questioni cosiddette bioetiche, e come ogni giorno ne ho tratto argomenti al mio dissenso. Ho letto con riconoscenza le pagine sull'umanità immigrata e sull'umanità incarcerata. Ho letto gli articoli sulla Perdonanza di Celestino, che piuttosto vistosamente eludevano la cena fra Bertone e Berlusconi, andata poi felicemente di traverso. Ho letto le pagine culturali di Agorà e quella delle lettere, fino alla rubrica quotidiana di Rosso Malpelo, che mi pizzica ogni tanto, ripizzicato (continua)
Adriano Sofri (La Repubblica - 29 agosto 2009)
Verità di Stato e verità di mafia
"Buongiorno a tutti, ben ritrovati dopo le vacanze anche se magari qualcuno c'è ancora. Io no, purtroppo. Vorrei parlare subito di una questione che secondo me segnerà questa stagione della politica, dell'informazione, della cronaca, della giustizia ed è probabilmente la vicenda più importante che si sta svolgendo, anche se i giornali ne parlano poco, tra alti e bassi, tra fiammate e docce gelate. Anzi, forse proprio per il fatto che i giornali ne parlano poco, tanto per cambiare. E' la faccenda di questi improvvisi squarci che si sono aperti quest'estate sulla vicenda della trattativa tra lo Stato e la mafia nel 1992, che poi null'altro è se non il paravento che cela i mandanti esterni, i suggeritori occulti delle stragi del 1992, almeno per quanto riguarda quella di Borsellino, e del 1993 di Roma, Firenze e Milano. Ci sono molte novità che è difficile notare: eppure basta incrociare e confrontare ciò che esce sui giornali, senza bisogno di andare a vedere verbali giudiziari che sono ancora segreti e quindi né io né voi possiamo conoscere. Già quello che si è letto sui giornali è piuttosto significativo su quello che sta venendo fuori e io penso che se ci sarà una spinta dal basso della società civile, se qualcuno sul fronte politico prenderà finalmente sul serio questa faccenda e se i magistrati verranno lasciati lavorare, soprattutto quelli di Palermo, Caltanissetta e Firenze che sono quelli competenti per materia e per territorio sulle trattative del “papello”, Palermo sui mandanti delle stragi (continua)
Marco Travaglio (Blog Beppe Grillo - 24 agosto 2009)
Quando voleva esprimersi in modo non ufficiale, Craxi usava lo pseudonimo di Ghino di Tacco
Quando voleva esprimersi in modo non ufficiale, Craxi usava lo pseudonimo di Ghino di Tacco: l’idea gli era stata suggerita da un paragone stilato da Eugenio Scalfari nel novembre 1995: “Craxi somiglia a Ghino di Tacco, taglieggiatore e bandito di strada”. Utilizzando il nome del personaggio dantesco, Craxi si esprimeva ufficiosamente; e dietro quello pseudonimo si celava ogni tanto Franco Gerardi, stretto collaboratore del Presidente del Consiglio. Dopo le dimissioni del 27 giugno (continua)
Massimo Pini (tratto da “Craxi – Una vita, un’era politica” – 2006 - Mondadori)
Riformisti, il coraggio di parlare controcorrente
Il dibattito sulla crisi del riformismo in Europa ha tenuto banco per qualche settimana dopo le elezioni europee. Poi è sparito nel nulla senza aver prodotto alcun apparente risultato. Lontano dalle polemiche elettorali e favoriti dalla quiete estiva conviene ritornare sull’argomento. Che i partiti riformisti siano in profonda crisi non è contestabile: il centro-sinistra è stato sconfitto nella maggioranza dei paesi europei proprio durante una crisi economica che ha rivalutato molte delle proposte che erano tipiche di questi partiti. Per spiegare questo paradosso conviene fare qualche passo indietro e ritornare al momento in cui, dopo un lungo periodo in cui la politica mondiale era stata dominata dal binomio Reagan- Thatcher, la situazione si rovesciò con la vittoria di Blair che sembrava in grado di cambiare i destini europei con il new labour, la terza via che avrebbe dovuto rinnovare il riformismo europeo e lo schema politico mondiale collegandosi con le novità che Clinton proponeva negli Stati Uniti. Con un pizzico di esagerazione, ma anche per esaltare il ruolo italiano in questo processo, si era arrivati perfino a parlare di “ulivo mondiale”. La causa della sconfitta di questa grande stagione è da individuare nel fatto che, mentre in teoria il nuovo labour e l’ulivo mondiale erano una fucina di novità, nella prassi di governo di Tony Blair e i governi che ad esso si erano ispirati si limitavano ad imitare le precedenti politiche dei conservatori inseguendone i contenuti e accontentandosi di un nuovo linguaggio. Sul dominio assoluto dei mercati, sul peggioramento nella distribuzione dei redditi, sulle politiche europee, sul grande problema della pace e della guerra, sui diritti dei cittadini e sulle politiche fiscali le decisioni non si discostavano spesso da quelle precedenti (continua)
Romano Prodi
Bel Presidente del Consiglio “socialista” che si rivolge ad un ex Presidente del Consiglio socialista: è davvero un capitano coraggioso!”
Risvegliatosi dall’anestesia, Bettino salutò la moglie attraverso lo schermo di un vetro, facendo con la mano un gesto, a dire: “ci vediamo dopo”. ……….. Intanto avevano telefonato Francesco De Martino, Ottaviano Del Turco, Giuliana Nenni, Claudia Cardinale e Veronica Berlusconi: “Tutti carini” desse Anna. “Per la prima volta ho avuto la sensazione di una maggiore comprensione da parte degli italiani”. Quello che li rappresentava più di tutti, il Presidente Ciampi, aveva già inviato parole che fecero ad Anna “un immenso piacere”. “E’ una bella soddisfazione per uno che è considerato latitante” ella fece notare. Poi arrivò allo spedale militare Stella Gregoretti, l’amica della famiglia Craxi che il nuovo ambasciatore a Tunisi, Armando Sanguini, aveva reintegrato nell’incarico impiegatizio. Ella era latrice di un fonogramma di dieci righe di augurio del Presidente Massimo D’Alema (continua)
Massimo Pini (tratto da “Craxi – Una vita, un’era politica” – 2006 - Mondadori)
La stampa francese su Berlusconi "I suoi sono attacchi fuori luogo"
PARIGI - "Un milione per dieci domande". Così titola Libération, che in un articolo pubblicato oggi sottolinea l'attacco del premier contro "uno dei rari media che non è ancora sotto il suo diretto controllo". Il giornale della gauche ricorda le domande che ha posto Repubblica al Cavaliere, facendo notare che il primo ministro non risposto "neanche a una" delle dieci. Paradossalmente, la denuncia degli avvocati di Berlusconi sta provocando ancora più curiosità e interesse nei media francesi per le "10 domande" che gli sono state presentate da Repubblica il 14 maggio e poi, in una nuova versione, il 26 giugno. "Avevamo già pubblicato i primi quesiti" racconta Philippe Thureau- Daugin, direttore di Courrier International. "Adesso - annuncia - pubblicheremo anche le 10 nuove domande" (continua)
ANAIS GINORI (La Repubblica - 29 agosto 2009)
Tutti ladri, nessun ladro
Vorrei capire che cosa importa a me se, per dire, il direttore di un settimanale per vegetariani è uno che ogni sera si fa una fiorentina al sangue. Al massimo, smetterò di comperare quel settimanale, ammesso che lo abbia mai letto e che abbia mai influito sulla mia vita e penserò che il direttore è un ipocrita, come un po’ siamo in fondo tutti. Leggermente diverso è scoprire che una persona responsabile del governo dell’intera nazione (continua)
Vittorio Zucconi ("Tempo Reale" - Il blog del Direttore - 29 agosto 2009)
Di fronte a un'ingiustizia l'inconscio ci spinge a mentire
UNA CILIEGIA tira l'altra? Per le bugie avviene la stessa cosa soprattutto se servono a vendicare una situazione che avvertiamo come ingiusta. Uno studio pubblicato sulla rivista Psychological Science dimostra, con un semplice esperimento, come le persone siano inconsciamente portate a diventare disoneste soprattutto di fronte a un ingiusta perdita di denaro o a un mancato guadagno.
I ricercatori hanno studiato il comportamento di oltre 170 studenti universitari durante tre distinte fasi (continua)
GIUDITTA MOSCA
Le convulse giornate della perdonanza
Venerdì scorso il Tg1 diretto dall'ineffabile Minzolini, incurante del fatto che le notizie del giorno fossero l'attacco del "Giornale" contro il direttore dell'"Avvenire", lo scontro tra la Cei e la Santa Sede da un lato e il presidente del Consiglio dall'altro e infine la querela di Berlusconi a Repubblica per le 10 domande a lui dirette e rimaste da giugno senza risposta; incurante di queste addirittura ovvie priorità, ha aperto la trasmissione delle ore 20 con l'intervento del ministro Giulio Tremonti al meeting di Comunione e Liberazione. Farò altrettanto anch'io. Quell'intervento infatti è rivelatore d'un metodo che caratterizza tutta l'azione di questo governo, mirata a sostituire un'onesta analisi dei fatti con una raffigurazione completamente artefatta e calata come una cappa sulla pubblica opinione curando col maggiore scrupolo che essa non percepisca alcun'altra voce alternativa. Cito il caso Tremonti perché esso ha particolare rilievo: la verità del ministro dell'Economia si scontra infatti con dati ed elementi di fatto che emergono dagli stessi documenti sfornati dal suo ministero, sicché l'improntitudine tocca il culmine: si offre al pubblico una tesi che fa a pugni con i documenti ufficiali puntando sul fatto che il pubblico scorda le cifre o addirittura non le legge rimanendo invece colpito dalle tesi fantasiose che la quasi totalità dei "media" si guardano bene dal commentare (continua)
Eugenio Scalfari (La Repubblica - 30 agosto 2009)
sabato 22 agosto 2009
Favola inutile
Una vespa si posò sul collo di un contadino. “Ora ti pungo” - fece la vespa. “Ragioniamo un momento” - disse il contadino - “Che te ne viene? Io massimo massimo mi faccio due giorni di febbre, tu invece, dopo avermi punto, sei costretta a morire. Ti pare cosa?” La vespa non rispose e lo punse. Colto da choc anafilattico, il contadino morì. Il suo ultimo pensiero fu: “Se l’ammazzavo con una botta invece di farla ragionare, a quest’ora sarei ancora vivo”. A poca distanza, sconciata, la vespa stava per morire. Il suo ultimo pensiero fu: “Se ragionavo invece di pungerlo, a quest’ora sarei ancora viva”.
Questa è una favola assolutamente inutile.
Andrea Camilleri (Favole del tramonto - Roma, Edizioni dell’Altana, 2000)
Ho deciso: non parteciperò alle primarie!
Alla fine è una decisione sofferta, ma visto l'andazzo e le candidature espresse, e soprattutto visto gli "sponsor" e gli "staff" dietro a ciascun candidato, cosa non di secondo piano nell'organizzazione di un partito, ho deciso di passare questo giro. Non parteciperò alle primarie. Si facciano pure il loro segretario, io non mi farò complice di un'operazione la cui cronaca io affiderei senza batter ciglio a Giuseppe Tomasi di Lampedusa.
Ritengo peraltro il PD stia facendo un errore mortale con l'idea di fare un segretario anche futuro candidato presidente del Consiglio, scimmiottando Berlusconi che, al contrario, è un unicum irripetibile e inimitabile nel bene e nel male.
Ma chi lo ha detto che uno bravo in un ruolo lo sia anche nell'altro? Non è che comunque qualunque candidato raggiungerebbe comunque, in uno dei due ruoli, il suo livello di incompetenza? (continua)
http://www.democraticionline.it (19 agosto 2009)
Succede
E mi è successo. Dopo anni di sbattimenti, spettacoli nelle bettole e trasmissioni invedibili (in tutti i sensi), le cose sono cambiate. Le persone giuste si sono accorte finalmente di me e adesso moltissimi apprezzano il mio talento. Da imbecille a genio. Ma io non mi sento affatto cambiata. Sarà che sono rimasta imbecille o sono sempre stata un genio? Tant'è. Adesso mi capitano le cose più strane. Prima fra tutte mi si chiede il parere su qualsiasi cosa. Dai movimenti della tettonica a zolle al calo della libido. E io quasi mai ho qualcosa di veramente interessante da dire. Mi viene da rispondere: «Mah?». E mi rendo conto che è un po' pochino. Poi ricevo un sacco di inviti. Dal gran gala della trifola alla festa privata in disco dove: «Minchia, se vuoi puoi fare tutto lo spettacolo, noi ti diamo la cena, bibite comprese». Poi godo di un notevole fenomeno di riconoscibilità stradale che, a ragion del vero, mi fa un sacco piacere. Lo dice sempre anche mia zia: «Di sentirci amati non ne abbiamo mai a basta» (continua)
Littizzetto Luciana (SOLA COME UN GAMBO DI SEDANO - 2001 - Arnoldo Mondadori Editore S.p.A.)
La profezia
Nel 1943 la guerra devastava l'Europa. Il nazismo e il fascismo non avevano più la certezza di vincere, ma erano ancora molto forti. In quell'Europa, dentro una piccola città italiana, una città piemontese, lungo il Po, viveva Giovanni, un bambino di 7 anni e mezzo. Aveva una madre, Giovanna, di 36 anni. Aveva una nonna, Margherita detta Rita, di 60 anni. Aveva tre zie, sorelle di sua mamma: Ines, di 40 anni, Angiolina, di 38 anni, e Vanda, di 27 anni. Questa era la sua famiglia. C'erano poi degli uomini, anch'essi abbastanza giovani, attorno al bambino e alle cinque donne. Ma contavano poco.
Un giorno del gennaio 1943, la zia Vanda disse alla mamma di Giovanni: «Oggi pomeriggio vado da un'amica che sa fare le carte. Ci stai a fartele fare anche tu?». La mamma di Giovanni si scoprì combattuta. Il futuro la spaventava e la attraeva (continua)
GIAMPAOLO PANSA (MA L'AMORE NO - STORIA DI GENTE COMUNE NELL'ITALIA DELLA GUERRA CIVILE)
Silvio Berlusconi: dopo il libertinaggio, la cura della virtù Articolo di Personaggi d'Italia, pubblicato sabato 8 agosto 2009 in Francia.
[Libération]
Vacanze in famiglia, visite a L’Aquila: il Cavaliere vuole fare dimenticare le sue scappatelle.
Né sedute di trapianti di capelli come in passato, né le abituali feste dionisiache nella sua sontuosa residenza sarda di Villa Certosa: le vacanze estive di Silvio Berlusconi dovrebbero essere, quest’anno, all’insegna della tranquillità, della famiglia, del lavoro e della forma fisica. Ieri, il Presidente del Consiglio ha fatto la sua ultima trasferta prima della pausa [estiva, N.d.T.], andando a firmare un accordo energetico ad Ankara. Fino alla fine, il numero uno italiano ha tentato di dare l’immagine di un uomo d’affari anche in piena estate. Mentre gli attacchi sulla sua vita privata continuano – mercoledì, uno dei suoi ex senatori, Paolo Guzzanti, l’ha definito “un gran porco che disprezza le donne” - il Cavaliere cerca di coprire gli scandali con la sua attività politica.
Papi
http://italiadallestero.info/archives/7116
Sul profilo Facebook, leader Pd confessa: da 10 anni pago l’affitto in nero
Per fare outing sull’affitto ha scelto il social network più famoso del mondo. Sul profilo Facebook di Mario Adinolfi, ex candidato alla Segreteria del Partito democratico, infatti, è comparso ieri uno “stato-confessione” secondo cui Adinolfi avrebbe pagato l’affitto in nero per dieci anni senza mai denunciare il fatto (vedi immagine sotto). Questione di solidarietà, secondo quanto il proprietario del profilo spiega nei commenti: l’affittuaria è una donna sola con un figlio a carico (continua)
Emilio Fabio Torsello – 22 agosto 2009 (Diritto di critica)
Il 'manifesto' di Ignazio Marino
Come molti ragazzi della mia generazione preparavo gli esami di medicina in compagnia di un mito, un medico anche lui, Che Guevara, il cui sguardo spiccava sul poster appeso nella mia camera. Crescendo ho affiancato a quella immagine la foto di Enrico Berlinguer con i capelli scompigliati dal vento, pubblicata sulla prima pagina de l’Unità quando morì. In quegli stessi anni in cui si formava la mia coscienza di adulto, attraverso l’educazione familiare e lo scoutismo consolidavo le mie convinzioni di credente su principi che non escludevano la partecipazione al fermento sociale degli anni Settanta. Tempo dopo, vivendo e lavorando negli Stati Uniti, mi sono ritrovato a curare con il trapianto il fegato decine di veterani del Vietnam che si erano ammalati di epatite durante la guerra. Dai drammatici racconti di quei soldati contro i quali avevo manifestato da ragazzo, e dalle loro sofferenze di uomini, ho compreso meglio le responsabilità della politica, le colpe di governi che non esitano a manipolare la realtà e a privare della felicità le persone che, in genere, aspirano ad una vita serena e onesta (continua)
Prof. Ignazio Marino (chirurgo, senatore Pd)
I 4 Re
Scordato dintra a un cascione della càmmara di mangiare, il mazzo di carte addiventò tanticchia ammuffito. Nella lunga aspettanza che qualcuno lo ripigliasse in mano per giocarci, tra le quaranta carte del mazzo principiò a esserci un certo malumore. Il re di denari, ch’era un vero dongiovanni, non aveva altro pinsèro che di assicutàre fìmmine; il re di coppe era addiventato un alcoolizzato cronico; il re di spade un attaccabrighe pronto ad ammazzare per il solo piacere d’ammazzare; il re di bastoni uno che sfruttava i suoi sudditi con tasse sempre più alte e non aveva in testa che riempire i suoi forzieri. I quattro cavalieri dei diversi colori (continua)
Andrea Camilleri (Favole del tramonto - Roma, Edizioni dell’Altana, 2000)
venerdì 21 agosto 2009
Quanti amici ha Totò Riina. E scoppia la polemica con l'Arma
Giorgio Bocca (L'Espresso - 12 agosto 2009)
Un conflitto di interessi singolare
Il presidente del Consiglio sputa nel piatto dove mangia e dichiara che "vorrebbe passare alla storia come uomo che ha sconfitto la mafia". Ma questo, oltre ad essere un chiaro e singolare conflitto di interessi, e' anche una presa per i fondelli degli italiani e dei veri eroi della lotta alla mafia, uomini del calibro di Falcone e Borsellino.
Come intende sconfiggere la mafia Silvio Berlusconi allevandola in casa? Prendendone il controllo dall’interno? Invitando alle sue solite cene private i vari Provenzano, Riina, De Stefano? I padrini di Cosa Nostra non li può comprare a buon prezzo come Bossi o Fini, se ci stringi un patto (di sangue) viene stralciata la clausola di risoluzione del contratto!
E poi, con quali voti pensa di fare la differenza politicamente nel Paese, il Cavalier nostrano, se non con quella dei sodali malavitosi?
Non è per caso lui che ha ospitato un assassino di Cosa Nostra in casa propria sotto le mentite spoglie di uno stalliere?
Non è per caso il suo partito un ottimo vivaio - nel presente Dell’Utri e, nel passato, Cuffaro - per uomini con forti relazioni con la criminalità organizzata?
Non è per caso proprio lui ad aver favorito con le leggi gli affari e l’incolumità dei criminali, attraverso la depenalizzazione dei reati finanziari, la contrazione dei tempi di prescrizione, l’eliminazione delle intercettazioni, il condono fiscale? (continua)
Blog Antonio Di Pietro (19 Agosto 2009)
Unipol, D'Alema e l'Opa sul PD
Marco Travaglio (Blog di Beppe Grillo - 17 Agosto 2009)
Ontosofia del doberman
Hans Pahniermelsky è un pensatore di destra recentemente rivalutato dalla sinistra, che rilegge con attenzione le sue opere, fino a qualche anno fa ritenute inaccettabili e provocatorie.
Nato nel 1908 in Transilvania da genitori russo-tedeschi, fiancheggiatore del nazismo in modo assai ironico e originale, dopo la guerra ha insegnato Storia delle dottrine politiche all'Università di Asunción in Paraguay. Dieci anni fa è tornato in Europa, in un paesino della Baviera dove possiede un allevamento di dobermann. In questo periodo alcuni editori hanno ristampato le sue opere, specialmente Il sadismo della politica (1942) Tantra e Dialettica (1946) e soprattutto il discusso L'etica nazista e il caos orfico (1958) che gli attirò a lungo l'ostracismo della cultura progressista. La stessa cultura che oggi studia e discute appassionatamente l'ontosofia di questo singolarissimo pensatore.
Questa conversazione, ottenuta in condizioni assai difficili (chiusi in una gabbia circondata da cinquanta dobermann nervosissimi) è la prima intervista che il filosofo concede a un giornale italiano.
- Professor Pahniermelsky, cosa significa per lei oggi il termine "sinistra"? (continua)
Stefano Benni (tratto da 1/97)
La volpe e il corvo
Chi si compiace di falsi elogi, di solito lo sconta e se ne pente, pieno di vergogna.
Il corvo aveva rubato da una finestra un pezzo di formaggio; appollaiato sulla cima di un albero, era pronto a mangiarselo, quando la volpe lo vide e si mise a parlargli così: «Che lucentezza hanno le tue penne, corvo! Che nobile portamento è il tuo e che volto! Se avessi una bella voce, nessun uccello sarebbe superiore a te».
Allora quello sciocco, mentre voleva esibire la sua voce, lasciò cadere dalla bocca il formaggio, che la volpe astuta fu pronta ad afferrare con i suoi avidi denti. Solo allora il corvo ingannato deplorò la sua stupidità.
(Con questa storia si dimostra quanto vale l'intelligenza; l'accortezza vale più della forza.)
Fedro (Favole)
«Quando capii che la famiglia Berlusconi aveva bisogno del direttore di un quotidiano di partito, non potei più rimanere»
Gianvito Rutigliano (Diritto di critica – 6 agosto 2009)
Aldo Moro: Discorso alla Camera sullo scandalo Lockheed (11 marzo 1977)
Nilde Iotti
Enzo Biagi (Sogni perduti - Rizzoli)
Sono l’unico italiano che sia saltato DAL carro del vincitore, anziché SUL carro del vincitore
Paolo Guzzanti (7 agosto 2009)
Non lo sapevi prima che Berlusconi è amico di Putin?
Paolo Guzzanti (4 agosto 2009)
venerdì 7 agosto 2009
Il re e' nudo
Luigi De Magistris (Italia dei Valori - 6 agosto 2009)
lunedì 3 agosto 2009
Storie
in un sorriso,
racconta
la tua storia,
libera
le tue impressioni,
lascia
che la memoria
riscopra
fra i ricordi
testimonianze vive,
dove c'è
anche un pò
di chi
resta
dentro di te
indelebile
e non potrà
mai
morire.
da Storie (L'Autore Firenze Libri - Ed. 2000)
IL PRINCIPE FELICE
Nel punto più alto della città, su un'alta colonna, stava la statua del Principe Felice. Era tutto coperto di sottili lamine di oro preziosissimo, come occhi aveva due zaffiri lucenti, e un grande rubino brillava sull'impugnatura della spada. Era molto ammirato da tutti. "E' bello come una banderuola - notò un membro del Consiglio della Torre che si vantava di essere un esperto d'arte, - ma non è altrettanto utile" aggiunse, temendo che la gente potesse pensare che era una persona dotata di scarso senso pratico. "Perché non assomigli al Principe Felice? - domandava una mamma al suo bambino che era solito piangere per niente. - Il Principe Felice non si sogna neppure di piangere per qualcosa". "Mi fa piacere che ci sia qualcuno al mondo che è sempre felice" mormorò un uomo deluso dalla vita alzando lo sguardo sulla magnifica statua. "Sembra proprio un angelo" dissero i ragazzi della Carità mentre uscivano dalla cattedrale con le loro lucenti mantelline scarlatte e i lindi grembiulini (continua)
Oscar Wilde (Racconti)
L'UNITÀ DELLA SINISTRA
Guardiamo in faccia la realtà, compagni,
di fronte ai grandi mutamenti
occorsi in questo burrascoso fine secolo
non possiamo più giustificare,
di fronte ai compagni elettori,
questa antica, ma ancora dolorosa frattura della sinistra.
Essi ci chiedono di vincere tutti quegli ostacoli
e quelle riserve che ci hanno tenuti lontani,
che ci hanno reso avversari.
Di fronte ai loro occhi
quelle riserve non sono che oziosi cavilli
che un nostro sforzo di volontà
dovrebbe poter superare (continua)
Corrado Guzzanti (Il libro de Kipli)
"Conflitto di interessi, basta silenzi" ecco la proposta di legge Veltroni
Per primo si è mosso Veltroni. Del resto, nelle ultime settimane era tornato spesso sulla questione: "Muoviamoci e battiamo un colpo sul conflitto di interessi che si è aggravato e altera gravemente la democrazia italiana", e su cui c'è stata la "colpevole assenza" del centrosinistra, che non ha fatto quello che doveva quando poteva, cioè quando governava. Ha consegnato così l'Italia all'impero mediatico del premier Berlusconi. E quindi, l'ex segretario Pd ha presentato in corner, prima delle ferie, una proposta di legge semplice (13 articoli) e chiara: chi si trova in situazioni di conflitto d'interesse è incompatibile con le cariche di governo. Co-firmata da Roberto Zaccaria che ne ha predisposto gli articoli. Ma soprattutto - ed è quello che Veltroni rimarca - "il valore politico di questa iniziativa è per me in primo luogo nel fatto che è sostenuta e sottoscritta unitariamente da autorevoli parlamentari di tutta l'opposizione". Hanno aderito il presidente dei deputati dipietristi, Massimo Donadi e Leoluca Orlando, per l'Udc Bruno Tabacci, il portavoce dell'associazione Articolo 21, Beppe Giulietti (continua)
GIOVANNA CASADIO (La Repubblica, 2 agosto 2009)
Blog Beppe Grillo: "Comunicato politico numero ventiquattro"
L'assalto alla diligenza Italia è in corso. Tutti vogliono la loro parte di bottino. Partiti, lobby, criminalità organizzata, interessi locali, gruppi stranieri. Gli unici esclusi sono i cittadini, coloro che si ostinano a chiamarsi italiani e a pagare le tasse. La democrazia è diventato un semplice esercizio di potere. L'economia nazionale una crescita del debito a carico nostro e delle future generazioni. I partiti hanno il potere del debito e lo usano contro di noi. Creano capitoli di spesa per motivi elettorali, di conservazione della loro influenza, come per la Sicilia a cui hanno assegnato quattro miliardi di euro. Il debito pubblico è la risorsa infinita di Tremorti, il Grande Elemosiniere con il debito degli italiani. Da inizio anno il debito pubblico è cresciuto di quasi 90 miliardi. Chi autorizza questa gente a indebitarci? Anche il debito ha un punto di non ritorno, ed è vicino, Tremorti e Draghi lo sanno (continua)
Blog Beppe Grillo (1 agosto 2009)
Che cosa sono i Fas, l’oggetto misterioso che ha paralizzato le istituzioni
Sicilia Informazioni
REMBRANDT S.p.A.
Fruttero e Lucentini (IL DIO DEL TRENTASEIESIMO PIANO.
Bossi s’inventa il dialetto obbligatorio
Sicilia Informazioni (2 agosto 2009)
Fine di un'amicizia
Giampaolo Pansa (Prigionieri del silenzio)
Il ministro Sacconi e il conflitto di interessi sull’influenza “suina”
«Caro Berlusconi, chiedi cosa fa la moglie di Sacconi»; era il titolo di editoriale uscito il 30 gennaio scorso. Il giornalista faceva notare al premier un enorme conflitto di interessi presente nel suo attuale esecutivo: «Si dà infatti il caso che Sacconi sia coniugato con una donna talmente in gamba (Enrica Giorgetti n.d.r.) da essere stata assunta alla direzione generale di Farmindustria. Anche chi non ha dimestichezza con certi affari comprende che siamo di fronte a un gigantesco conflitto di interessi; il responsabile del dicastero (sia pure tramite il sottosegretario Fazio) controlla la Salute pubblica, e sua moglie è al vertice non di un’azienda di elettrodomestici ma bensì di un colosso farmaceutico (continua)
Simone Pomi – 29 luglio 2009 - Diritto di critica
Maurizio Sacconi (Conegliano, 13 luglio 1950)
Maurizio Sacconi (Conegliano, 13 luglio 1950) è un politico italiano, attuale Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali (dal 2008, nel Governo Berlusconi IV) ed ex funzionario di agenzia ONU. Negli anni settanta e ottanta militava nel Partito Socialista Italiano, con il quale è stato deputato. Terminata l'epoca del Garofano (simbolo del PSI), aderisce a (continua)
Wikipedia (agosto 2009)