mercoledì 20 ottobre 2010

Afghanistan, storia di un’invasione


Ogni volta che muore un soldato italiano in Afghanistan ci chiediamo “
Che cosa ci stiamo a fare lì?”. Ma c’è un’altra domanda da farsi: cosa abbiamo fatto in Afghanistan e all’Afghanistan?
Altro che peace keeping - Dismesse le pelose giustificazioni che siamo in Afghanistan per regalare le caramelle ai bambini, per “ricostruire quel disgraziato Paese“, per imporre alle donne di liberarsi del burqa, perché, con tutta evidenza, quella in Afghanistan, dopo dieci anni di occupazione violenta, non può essere gabellata per un’operazione di “peace keeping“, ma è una guerra agli afghani, l’unica motivazione rimasta agli Stati Uniti e ai loro alleati occidentali, per legittimare il massacro agli occhi delle proprie opinioni pubbliche e anche a quelli dei propri soldati, demotivati perché a loro volta non capiscono “che cosa ci stiamo a fare qui”, è che noi in Afghanistan ci battiamo “per la nostra sicurezza” per contrastare il “terrorismo internazionale”. È una menzogna colossale (continua)

Massimo Fini (Il Fatto Quotidiano, 12 ottobre 2010)

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