Se devo dire la verità, ma proprio la verità, a me il telegiornale dell'una mi piace, perché non lo vedo in quanto esco da scuola a più dell'una. Invece, il telegiornale della sera, quello lo odio proprio. Quando mio padre si arritira(1) la sera, noi mangiamo davanti alla televisione. Però, come cisediamo, comincia lui, e cioè il telegiornale. Comincia sempre quando noi cominciamo. Papà è lui che lo accende. Come lo accende il primo guaio, come arriva il primo piatto, il secondo guaio. A tavola mia si mangia coi guai. Poi, se abbiamo finito, e esce la faccia di Gheddafi, papà fa un rutto. Mio padre, quando vede che esce scritto NAPOLI, dice: «Statevi tutti zitti, vediamo qualaltro guaio è successo». Papà dice che quando fanno vedere Napoli è solo per dirci un guaio, e che quando il Napoli ha vinto lo scudetto, a Torino si sono mangiati il cazzo. Ci sta uno scemo che presenta il telegiornale che ha la faccia del colera(2) e ride come un cavallo. A me del telegiornale mi piace solo il calcio, però no quando perde il Napoli. Io vorrei che il telegiornale non lo farebbero giusto quando noi mangiamo, ma un po' più tardi, così mangiassimo in santa pace!
(1) Rientra dal lavoro.
(2) Ha il viso pieno di foruncoli.
Marcello D'Orta, IO SPERIAMO CHE ME LA CAVO Sessanta temi di bambini napoletani © 1990
(1) Rientra dal lavoro.
(2) Ha il viso pieno di foruncoli.
Marcello D'Orta, IO SPERIAMO CHE ME LA CAVO Sessanta temi di bambini napoletani © 1990
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