Adriano Celentano, ogni tanto, manda un suo scritto al Corriere. Non sempre siamo d'accordo con lui. Ma la libertà dell'artista, specie di questi tempi, è sacra ed è sempre una ventata d'aria fresca. Per fortuna. È un colloquio con Beppe Grillo su temi d'attualità. Grillo non è mai stato tenero con noi. Ma anche la sua libertà qui è rispettata. (f. de b.)
Quando sento che il mio cellulare squilla, mi viene spontaneo rispondere senza guardare chi è che chiama. Claudia infatti mi rimprovera sempre: «Ma perché non guardi prima di rispondere?». Ha ragione, ma il mio è quasi un riflesso condizionato. Al primo squillo, a volte anche prima del primo squillo, è come se una scossa elettrica mi scaraventasse sul piccolo mostro per gridare con forza: «Pronto, chi è che parla?!?». «Ciao Adriano. Sono Beppe!». «Ah, ciao Beppe!». Era Grillo. Sì ogni tanto ci sentiamo per scambiare due chiacchiere sul mondo. Del resto l'Europa l'avevamo già trattata quando mi invitò nella sua casa al mare (continua)
Adriano Celentano (Corriere della Sera - 07 febbraio 2011)
Adriano Celentano (Corriere della Sera - 07 febbraio 2011)
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