Il sorriso conserva l'innocenza disarmante di un bambino. E la voce è sempre quella, sembra uscire da una caverna preistorica. «La mia voce? - dice - Non me ne frega niente. Eppure ha avuto il suo successo. Non l'ho scoperta io, l'hanno scoperta gli altri. In casa, nessuno ha mai detto di ammirare la mia voce. Non mi ricordo. Mia moglie sì...». Anna ricambia il sorriso: «La voce? No, non è stata la prima cosa, direi di no...». Seduto alla sua scrivania, la pipa accesa tra le dita di una mano, il manico del bastone nell'altra (continua)
Paolo Di Stefano (Corriere della Sera - 31 gennaio 2011)
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