lunedì 8 marzo 2010

Sandro Pertini, cartoline dall’onestà


Ho conosciuto
Sandro Pertini quando, negli anni ‘70, ci chiamavano “pretori d’assalto”. Lo incontrai per la prima volta quando era presidente della Camera. Pertini rappresentava, per noi giovani, la storia, il collegamento tra le sofferenze della guerra trascorsa e le conquiste di libertà, le speranze di progresso e di sviluppo della nostra democrazia. Nell’inverno del 1974, l’Italia era in piena crisi petrolifera. Le case, gli ospedali, le scuole erano prive di riscaldamento. Mancava il gasolio e la benzina. Ero pretore a Genova. In seguito a indagini, intercettazioni telefoniche e sequestri di documenti, accertai che i petrolieri pagavano tangenti pari al 5% dei guadagni loro concessi da leggi approvate dal Parlamento. I petrolieri erano i corruttori e ministri e parlamentari i corrotti. All’epoca l’organo inquirente dei ministri era la Commissione inquirente, formata da deputati e senatori e gli atti del processo dovevano essere consegnati al presidente della Camera.
Pertini mi ricevette, lesse in mia presenza alcuni documenti. Pianse dalla rabbia e l’indomani dichiarò: "La morale è una scienza morta se la politica non cospira con lei e non la fa regnare nella nazione. La democrazia si difende, si sostiene e si rafforza con una grande tensione morale; la corruzione è nemica della democrazia, la corruzione offende la coscienza del cittadino onesto, l’esempio deve essere dato dalla classe dirigente e in primo luogo da me che vi parlo. Si colpiscano i colpevoli di corruzione senza pietismi, senza solidarietà di amicizia o di partito. Questa solidarietà sarebbe vera complicità, la politica deve essere fatta con le mani pulite" (continua)

Mario Almerighi (da il Fatto Quotidiano del 7 marzo 2010)



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