La vera scia avvelenata che rischia di lasciarsi dietro questo cupo week end non saranno le elezioni illegali in un paio di regioni, e nemmeno la rabbia di quelle minoranze – Dio le benedica – che tra sabato e domenica sono andate in piazza a protestare. La vera scia avvelenata che si lascerà dietro questo cupo week end è un cocktail pauroso di assuefazione e rassegnazione, un cocktail che è stato inoculato a dosi crescenti nell’ultimo anno e che adesso è arrivato con una siringata da cavallo. L’assuefazione allo stupro delle regole del vivere civile è cresciuta giorno dopo giorno, nelle cento leggi ad personam, nelle mille ordinanze comunali oltre il limite del razzismo, nei centomila conflitti d’interessi, nella fabbricazione di falsi dossier contro i giornalisti avversari, nei titoli urlati di bile dei giornali del premier, nelle bugie ininterrotte dei tg di regime. Così come in tanti segnali più deboli ma non meno significativi, come il pedinamento a telecamere accese di un giudice che aveva osato dare torto all’azienda del premier o l’automobile data a fuoco di un ragazza che poteva rivelare qualcosa sulle sue notti col Capo. Un avvelenamento lento, che ha mitridatizzato il ventre della società facendole considerare normale, accettabile, ciò che è solo vergogna. La rassegnazione è il passo successivo: quando la violenza diventa così plateale e sfrontata da produrre l’idea che non possa essere più fermata (continua)
Alessandro Gilioli (Blog L'Espresso: Piovono Rane - Scritto lunedì, 8 marzo, 2010)
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