Lui cercava di placare il suo odore, un effluvio, quasi un archetipo, e trovava invece il lezzo di se e delle sue angustie, scandagliate una ad una nelle sue notti d'insonne, mal calmierate dalle tisane e dai bicchieri colmi d'acqua e anice. Allora contava le crepe del soffitto che gli parevano più profonde, d'ora in ora più estese, come una gramigna, un'astenia mal celata. Seduto sul suo letto cercava le solite lenzuola di Marsiglia ma esse non l'accudivano come un tempo, non ne acquietavano gli umori. Le tele stavano lì, con gli acrilici e gli acquerelli, piatti colmi di colore sul tavolo già saturo di oggetti, in un disordine di tazze e scodelle. Era troppo (continua)
Francesco Greco
Nessun commento:
Posta un commento