L'uso astuto e disonesto della lingua è il primo atto di ogni guerra.
Dunque Berlusconi, che ha commesso il delitto, chiama "pacificazione"
l'abolizione del castigo che è la guerra del delitto al diritto,
l'esatto contrario della pace. E il voto del Parlamento, che è la
massima espressione civile della democrazia, per Cicchitto è un
"tribunale speciale" che, secondo Quagliarello, si trasforma esso stesso
in "plotone di esecuzione". Attenzione, però, questa non è una guerra
di parole ma sono parole di guerra (continua)
Francesco Merlo (La Repubblica, 22 agosto 2013)
Nessun commento:
Posta un commento