Fa impressione leggere il documento che accomuna il sindaco di Corleone, il senatore palermitano e – indirettamente – il premier sotto le mammelle dello stesso sistema politico-mafioso. Se il documento che Il Fatto pubblica sarà attribuito dai periti a Vito Ciancimino, come sostiene la sua famiglia, questa frase entrerà nella storia dei rapporti tra mafia e politica. I documenti sono stati consegnati nelle scorse settimane ai pm Antonio Ingroia e Antonino Di Matteo dalla signora Epifania Scardino in Ciancimino. Decine di fogli scritti a macchina e in parte annotati con una calligrafia che somiglia a quella del consigliori di Bernardo Provenzano. Don Vito ricostruisce i suoi rapporti imprenditoriali con Dell’Utri e Berlusconi e si scaglia contro i magistrati, colpevoli di avere condannato lui mentre Dell’Utri è stato prosciolto e Berlusconi è addirittura divenuto Cavaliere (continua)
Marco Lillo (Il Fatto Quotidiano del 18 settembre 2010)
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