mercoledì 15 maggio 2013

Scala


Giustizia, il piano del Cavaliere: "Ora si possono congelare i processi"


La paura è sempre la stessa, essere condannato, venir interdetto o, nella peggiore delle ipotesi, finire in cella. Mentre tratta, da potente leader del Pdl, per il nuovo governo, Berlusconi vive il suo atavico incubo, la catastrofe per via giudiziaria. I nomi sono quelli di sempre, Mediaset, Ruby, Unipol, De Gregorio, i processi in pista tra Milano e Napoli. I suoi avvocati sono preoccupati quanto lui. Si confessano. Il gioco si fa scoperto (continua)

Piano riflesso


Caro Grillo con Rodotà hai sbagliato i tempi


Bel colpo, Beppe. L'incaponirsi su Rodotà ha portato ai seguenti risultati. 1) Un bis di Napolitano che ha tollerato senza fiatare tutte le nefandezze di Berlusconi (non per nulla lo chiamavi 'Morfeo'), ha firmato le leggi 'ad personam' e ogni volta che l'energumeno, nelle vesti di premier, faceva dichiarazioni eversive, tipo «la Magistratura è il cancro della democrazia», si limitava a dei generici «abbassare i toni» validi 'erga omnes'. 2) Il governo di 'larghe intese' (chiamarlo inciucio è proibito) fra Pdl e Pd che per diciotto anni si sono alternati al potere portando il Paese alla bancarotta economica e sociale (oltre che morale), che ora tentano di addebitare, col mantra della 'responsabilità', a 5Stelle che nel Parlamento è appena entrato. Hanno avuto 18 anni per dimostrare 'responsabilità' verso il Paese. La scoprono solo ora, perchè temono che la casa che hanno distrutto gli caschi addosso (continua)

 

Spugne buttate


Governo Letta, il discorso integrale sulla fiducia

 
Signora Presidente, Onorevoli Deputati,
appena una settimana fa il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, pronunciava il suo discorso di insediamento alla Presidenza della Repubblica. A lui consentitemi di rivolgere nuovamente un sincero ringraziamento per lo straordinario spirito di dedizione alla nostra comunità nazionale con il quale ha accettato la rielezione per il secondo mandato.
Voglio inoltre ringraziare i Presidente del Senato, Pietro Grasso, e della Camera, Laura Boldrini, per la collaborazione offerta nella fase di consultazione in questo primissimo avvio dell'esperienza di governo.
Quella del presidente Napolitano è stata  -  lo sappiamo  -  una "scelta eccezionale". Eccezionale perché tale è il momento che l'Italia e l'Europa si trovano a vivere oggi. Di fronte all'emergenza il presidente della Repubblica ci ha invitato a parlare il linguaggio della verità" (continua)

 

Stefanel


Viviamo più a lungo ma diventiamo vecchi più rapidamente


L'Istat nel ristrutturare la composizione della popolazione italiana per fasce d'età, definisce gli over 65 'giovani anziani'. E' una caratteristica tipica di questa nostra società bizantina di mettere le parole al posto delle cose credendo cosi' di mutarne la natura. Smettiamola di prenderci in giro con questa ossessione della giovinezza a tutti i costi. I Romani che erano meno ipocriti e retorici di noi fissavano l'inizio della vecchiaia a 60 anni. E cosi' è anche oggi come sa chi abbia compiuto questo fatidico compleanno. Come immutato è il periodo di fecondità della donna, che raggiunge il suo apice a 27 anni per degradare poi e concludersi poco dopo i quaranta, a meno di non ricorrere a qualche artificio tecnologico degno del laboratorio del dottor Frankenstein (continua)

 

Cani al guinzaglio


Letta, Grillo, Berlusconi e le dieci bugie oggi di moda


“E’ tutta colpa di Grillo”. E’ sempre colpa di Grillo. Se cade il governo, se piove, se c’è il sole. La tesi autossolutoria del Pd – il cui elettorato tende incredibilmente a ingoiare di tutto, passando dalla fregola per l’iper-democrazia al giubilo per l’abbraccio mortale con Berlusconi – è ora quella di ripetere che “il governissimo c’è perché Grillo ci ha portato a farlo”. Sarebbe vero se non ci fosse stata l’apertura Rodotà. Ma quell’apertura c’è stata. Nel gioco delle percentuali, il Pd ha il 70% delle colpe e l’ortodossia di Grillo il 30% (continua)

 

 

Metalli vari


"Minico" di Rino Porrovecchio



Minico è un ragazzo di venticinque anni.
Ha perso il padre da un paio d'anni, per cancro.
Lui e sua mamma vivono con una misera pensione, in una casetta mal ridotta di Sferracavallo.
Lo conobbi ad una mostra fotografica.
Minico era il fidanzato di una mia amica fotografa.
Tarchiato, occhioni scuri e capelli neri come la pece, Minico, in quella occasione, rimase colpito da alcuni miei commenti alle foto in esposizione che tentavano maldestramente di cogliere differenze e similitudini tra la Palermo e la Berlino di strada (continua)