mercoledì 15 maggio 2013
Giustizia, il piano del Cavaliere: "Ora si possono congelare i processi"
La paura è sempre la stessa, essere condannato, venir interdetto o,
nella peggiore delle ipotesi, finire in cella. Mentre tratta, da potente
leader del Pdl, per il nuovo governo, Berlusconi vive il suo atavico
incubo, la catastrofe per via giudiziaria. I nomi sono quelli di sempre,
Mediaset, Ruby, Unipol, De Gregorio, i processi in pista tra Milano e
Napoli. I suoi avvocati sono preoccupati quanto lui. Si confessano. Il
gioco si fa scoperto (continua)
Liana Milella (La Repubblica - 27 aprile 2013)
Caro Grillo con Rodotà hai sbagliato i tempi
Bel
colpo, Beppe. L'incaponirsi su Rodotà ha portato ai seguenti risultati.
1) Un bis di Napolitano che ha tollerato senza fiatare tutte le
nefandezze di Berlusconi (non per nulla lo chiamavi 'Morfeo'), ha
firmato le leggi 'ad personam' e ogni volta che l'energumeno, nelle
vesti di premier, faceva dichiarazioni eversive, tipo «la Magistratura è
il cancro della democrazia», si limitava a dei generici «abbassare i
toni» validi 'erga omnes'. 2) Il governo di 'larghe intese' (chiamarlo
inciucio è proibito) fra Pdl e Pd che per diciotto anni si sono
alternati al potere portando il Paese alla bancarotta economica e
sociale (oltre che morale), che ora tentano di addebitare, col mantra
della 'responsabilità', a 5Stelle che nel Parlamento è appena entrato.
Hanno avuto 18 anni per dimostrare 'responsabilità' verso il Paese. La
scoprono solo ora, perchè temono che la casa che hanno distrutto gli
caschi addosso (continua)
Massimo Fini (Il Fatto Quotidiano, 27 aprile 2013)
Governo Letta, il discorso integrale sulla fiducia
“Signora
Presidente, Onorevoli Deputati,
appena una
settimana fa il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, pronunciava il suo
discorso di insediamento alla Presidenza della Repubblica. A lui consentitemi
di rivolgere nuovamente un sincero ringraziamento per lo straordinario spirito
di dedizione alla nostra comunità nazionale con il quale ha accettato la
rielezione per il secondo mandato.
Voglio inoltre
ringraziare i Presidente del Senato, Pietro Grasso, e della Camera, Laura
Boldrini, per la collaborazione offerta nella fase di consultazione in questo
primissimo avvio dell'esperienza di governo.
Quella del
presidente Napolitano è stata - lo sappiamo - una
"scelta eccezionale". Eccezionale perché tale è il momento che
l'Italia e l'Europa si trovano a vivere oggi. Di fronte all'emergenza il
presidente della Repubblica ci ha invitato a parlare il linguaggio della
verità" (continua)
Viviamo più a lungo ma diventiamo vecchi più rapidamente
L'Istat
nel ristrutturare la composizione della popolazione italiana per fasce
d'età, definisce gli over 65 'giovani anziani'. E' una caratteristica
tipica di questa nostra società bizantina di mettere le parole al posto
delle cose credendo cosi' di mutarne la natura. Smettiamola di prenderci
in giro con questa ossessione della giovinezza a tutti i costi. I
Romani che erano meno ipocriti e retorici di noi fissavano l'inizio
della vecchiaia a 60 anni. E cosi' è anche oggi come sa chi abbia
compiuto questo fatidico compleanno. Come immutato è il periodo di
fecondità della donna, che raggiunge il suo apice a 27 anni per
degradare poi e concludersi poco dopo i quaranta, a meno di non
ricorrere a qualche artificio tecnologico degno del laboratorio del
dottor Frankenstein (continua)
Massimo Fini (Il Gazzettino,25 aprile 2013)
Letta, Grillo, Berlusconi e le dieci bugie oggi di moda
“E’ tutta colpa di Grillo”. E’ sempre colpa di
Grillo. Se cade il governo, se piove, se c’è il sole. La tesi
autossolutoria del Pd – il cui elettorato tende incredibilmente a
ingoiare di tutto, passando dalla fregola per l’iper-democrazia al
giubilo per l’abbraccio mortale con Berlusconi – è ora quella di
ripetere che “il governissimo c’è perché Grillo ci ha portato a farlo”.
Sarebbe vero se non ci fosse stata l’apertura Rodotà. Ma quell’apertura
c’è stata. Nel gioco delle percentuali, il Pd ha il 70% delle colpe e
l’ortodossia di Grillo il 30% (continua)
Andrea Scanzi (Il Fatto Quotidiano - 26 aprile 2013)
"Minico" di Rino Porrovecchio
Minico è un ragazzo di venticinque anni.
Ha perso il padre da un paio d'anni, per cancro.
Lui e sua mamma vivono con una misera pensione, in una
casetta mal ridotta di Sferracavallo.
Lo conobbi ad una mostra fotografica.
Minico era il fidanzato di una mia amica fotografa.
Tarchiato, occhioni scuri e capelli neri come la pece,
Minico, in quella occasione, rimase colpito da alcuni miei commenti alle foto
in esposizione che tentavano maldestramente di cogliere differenze e similitudini
tra la Palermo e la Berlino di strada (continua)
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