La morte andò a trovare il vecchio. Ci andava quasi ogni giorno, ormai. Sedeva insieme a lui sulla riva e lo guardava pescare. Quando il vecchio prendeva un pesce e lo rimetteva in acqua, la morte scuoteva la testa. Il vecchio annusava l'odore delle alghe portate a riva dalle onde. Diceva ridendo:
- Sono morte, ma respirarle fa bene ai polmoni.
- Ridi pure, vecchio - diceva la morte, e si riparava dal sole con un cappellaccio di paglia sfondata.
Il pescatore osservava i colori del mare pennellati dal vento, una striscia chiara di bonaccia e laggiù una striscia indaco di maestrale, e pensava alle isole che aveva visitato. La morte pensava ai galeoni inabissati, agli scheletri che li abitavano, e ad antiche battaglie. La lenza vibrava sottile, quasi invisibile, sospesa tra due mondi.
- Le onde sono tutte diverse - diceva il vecchio. - Se ascolti bene, quando si infrangono a riva, non sentirai mai due volte lo stesso suono. Il mare è un grande musicista. E anche i pesci sono uno diverso dall'altro. Ci sarà sempre un riflesso, un ricamo sulla pinna, la miniatura di una squama che non avevi mai visto prima.
- Anche i soldati sembrano tutti uguali - disse cupa la morte.
- Bisogna averne visti morire molti per capire la differenza.
Una nuvola coprì il sole, e il vecchio rabbrividì (continua)
Stefano Benni (La Grammatica di Dio - Storie di solitudine e allegria - 2007 - Feltrinelli)
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