martedì 10 maggio 2011

Giuliano Ferrara e gli omicidi della partitocrazia


Giuliano Ferrara
in un suo Radio Londra (certo che ci vuole una bella faccia di bronzo, quella di Ferrara, per intitolare un programmino dichiaratamente di regime che va in coda al più berlusconiano dei Tg Rai a una radio che fu il simbolo dell’opposizione al fascismo) ha di fatto addebitato al pubblico ministero De Pasquale, che si è recentemente occupato del caso concussione-Ruby, la morte dell’ex presidente dell’Eni Gabriele Cagliari avvenuta in carcere per suicidio e ad altri magistrati eventi simili, come i suicidi di Moroni e di Gardini. Di questi casi si è fatto sempre un gran parlare non tanto per pietas verso questi uomini, che il suicidio riscatta ma non assolve, ma per gettar ombre e fango sull’attività dei magistrati anche se, evidentemente, non si può fermare davanti ai possibili contraccolpi psicologici degli indagati, si chiamino Cagliari o Bianchi, perché altrimenti si paralizzerebbe (continua)

Massimo Fini (Il Fatto Quotidiano, 15 aprile 2011)

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