domenica 22 novembre 2009
La dissoluzione del regime
Guido Buffarini Guidi, che per anni è stato il vero ministro degli
Giorgio Bocca (La repubblica di Mussolini - Arnoldo Mondadori Editore - 1994)
ESTERNAZIONE
Molti lo trovano ridicolo,
trovano i suoi scatti d'ira
impulsivi e irragionevoli.
Molti trovano patetico che si sia fatto
strumentalizzare dall'opposizione,
strumentalizzare dalla lega e dai missini,
dato in pasto alla stampa per affondare il suo stesso partito...
Molti ancora trovano ridicole le sue morbosità
per i carabinieri e per la televisione...
Altri, infine, trovano pietose le sue risse con i giudici,
stonate le liti con l'opposizione,
comica la minaccia dei misteriosi dossier...
non dico che abbiano torto:
forse sarà un presidente emotivo;
forse sarà un presidente stravagante e bilioso;
forse ingenuo.
Ma è il mio presidente; e mi levo il cappello quando rido!
Corrado Guzzanti (Il libro de Kipli)
Berluschino il breve
Buongiorno a tutti. Credo che, a furia di sentir parlare di processo breve e di leggere l’espressione processo breve sui giornali, la gente non abbia ancora ben capito di che cosa stiamo parlando: Berlusconi è un pubblicitario, è laureato in pubblicità con una tesi sulla pubblicità, ha sempre fatto pubblicità soprattutto a sé stesso e quindi, su quel versante, è bravo, è l’unico versante nel quale eccelle.
La legge sul processo morto - Conseguentemente è sempre riuscito a inventarsi degli slogan che funzionano, come il processo breve: in realtà bisogna chiamarlo con il suo nome, il processo che esce da questa cosiddetta riforma della giustizia, bisognerebbe cominciare a chiamarlo il processo morto, perché il processo non diminuirà neanche di un minuto nella durata media, ma anzi, semmai questa legge, creando più aspettativa di impunità con l’istituto nuovo della prescrizione del processo, anziché della prescrizione del reato, sarà un incentivo agli Avvocati difensori per allungare ulteriormente il brodo e puntare alla prescrizione del processo (continua)
Primarie Partito Democratico 2009: La mozione Franceschini
La terza parola è UGUAGLIANZA. Uguaglianza è stata la parola forte dei grandi movimenti riformisti del secolo scorso. Qualcuno pensa che sia caduta in "disuso" e superata. Ma non è così. E' una parola moderna, centrale nel mondo globalizzato. Un mondo in cui senza gli anticorpi della politica le disuguaglianze sono destinate ad aumentare drammaticamente, dentro i paesi e tra i paesi del mondo. Uguaglianza non come appiattimento delle differenze ma come valorizzazione delle diverse capacità delle persone, come uguaglianza delle opportunità, da sostenere non solo nelle condizioni di partenza ma nel corso della vita di ciascuno. L'Italia ha purtroppo un primato negativo: ha visto crescere le diseguaglianze tra i redditi, ha visto aumentare le distanze tra pezzi del suo territorio. Ha permesso il persistere di vaste sacche di povertà, specie nel mezzogiorno. Ha registrato un blocco dell'ascensore sociale che ostacola la possibilità delle persone di sviluppare le proprie capacità. Sono queste le diseguaglianze che sottraggono ai nostri giovani le aspettative dei coetanei di altri paesi europei, che impediscono al figlio dell'operaio di avere le stesse opportunità nella sua vita del figlio del notaio. Noi vogliamo cambiare questo destino che la destra ritiene inevitabile. Vogliamo invertire la tendenza partendo da proposte immediate (continua)
Dario Franceschini (Corriere della Sera - 19 ottobre 2009)
Oltre ogni limite
Noi speriamo che qualcuno lassù – Montecitorio, il Quirinale – sia stato avvertito della protesta che sale nel paese. Una tempesta di messaggi che intasano Internet e i pochi giornali di opposizione. Tutti dicono la stessa cosa: basta, è stato superato il limite. Basta con l’ennesimo provvedimento ad personam, il diciannovesimo in quindici anni. Basta con i trucchi e con il ricorso a tutti i possibili imbrogli legislativi per consentire l’impunità di un premier che se ne frega di tutto e di tutti (continua)
Il Fatto Quotidiano | Antonio Padellaro da Il Fatto Quotidiano n°45 del 13 novembre 2009
DISEGNO DI LEGGE: Misure per la tutela del cittadino contro la durata indeterminata dei processi
Schema di disegno di legge contenente misure per la tutela del cittadino contro la durata indeterminata dei processi, in attuazione dell’articolo 111 della Costituzione e dell’articolo 6 della Convenzione europea sui diritti dell’uomo.
Articolo 1
(Modifiche alla legge 24 marzo 2001, n. 89)
a) al comma 1, le parole “Chi ha subito” sono sostituite dalle seguenti: “In attuazione dell’articolo 111, secondo comma, della Costituzione, la parte che ha subito”;
b) al comma 3, la lettera b) è abrogata;
c) dopo il comma 3, sono aggiunti i seguenti: (continua)
Roma, Senato della Repubblica, 12 novembre 2009
I PACIFISTI ARMATI
NEW DELHI - venerdi , 29 maggio 1998 - Quarantasei gradi e mezzo all'ombra. Il caldo è soffocante. Il condizionatore d'aria non funziona perché da giorni l'elettricità va e viene. Apro il rubinetto dell'acqua, sperando di rinfrescarmi sotto la doccia, ma dopo un promettente gorgogliare d'aria, non esce nulla. Cerco di telefonare all'amministratore del mio condominio, ma il telefono è muto (continua)
Tiziano Terzani
Lo Struzzo Caimano
Brutta bestia, l’invidia. E anche la cattiva coscienza. Il mese scorso Francesco Piccolo, bravo scrittore e sceneggiatore nonché autore Einaudi, stroncava sull’Unità il Quaderno di José Saramago, rifiutato dalla mondadoriana Einaudi perché parla male di Berlusconi e pubblicato da Bollati Boringhieri (gruppo Garzanti). Ora, a stroncare Saramago provvede sul Sole 24 Ore un altro autore Einaudi, lo storico torinese Sergio Luzzatto (continua)
Articoli | Marco Travaglio da Il Fatto Quotidiano del 18 novembre 2009
Il cacciatore sfortunato
- Prendi il fucile, Giuseppe, prendi il fucile e vai a caccia, - disse una mattina al suo figliolo quella donna. - Domani tua sorella si sposa e vuol mangiare polenta e lepre.
Giuseppe prese il fucile e andò a caccia. Vide subito una lepre che balzava da una siepe e correva in un campo. Puntò il fucile, prese la mira e premette il grilletto. Ma il fucile disse: Pum!, proprio con voce umana, e invece di sparar fuori la pallottola la fece cadere per terra. Giuseppe la raccattò e la guardava meravigliato. Poi osservò attentamente il fucile, e pareva proprio lo stesso di sempre, ma intanto invece di sparare aveva detto: Pum!, con una vocetta allegra e fresca. Giuseppe scrutò anche dentro la canna, ma com'era possibile, andiamo, che ci fosse nascosto qualcuno? Difatti dentro la canna non c'era niente e nessuno.
- E la mamma che vuole la lepre. E mia sorella che vuol mangiarla con la polenta... (continua)
Gianni Rodari (Favole al telefono - Einaudi Ragazzi - 1993)
Una Repubblica fondata sul ricatto
"Buongiorno a tutti, vorrei parlarne forse per l’ultima volta, spero, forse no- se non ce ne sarà più bisogno non lo faremo, altrimenti ci ritorneremo- del caso Marrazzo, perché il caso Marrazzo non è importante soltanto per quello che è successo, ma è importante anche per quello che racconta al di fuori dei fatti avvenuti quel giorno, credo forse il 3 luglio scorso, in Via Gradoli 96. Intanto ci insegna come è importante avere dei giornali liberi e lo spiego tra un attimo, intanto ci insegna come è importante che i giornali liberi raccontino i particolari, i dettagli anche minimi di queste vicende senza il condizionamento e con grande professionalità. In terzo luogo, dimostra che non tutti quelli che sono iscritti all’ordine dei giornalisti in Italia fanno lo stesso mestiere e ancora dimostra come, in Italia, ci sia ormai da anni una centrale della diffamazione, della calunnia, del dossieraggio che, immancabilmente, si rivolge in una certa direzione, perché in quella direzione sa, oppure spera di poter trovare terreno fertile, soldi, posti, favori, in cambio di informazioni che possano sputtanare qualche avversario politico o qualche ritenuto avversario politico. Vado con ordine (continua)
Marco Travaglio (Passaparola - Blog Beppe Grillo)
La riforma dell'acqua su cui è stata posta la fiducia (Ddl Senato)
Il governo ha posto la fiducia sul decreto salva-infrazioni comunitarie che contiene anche la riforma dei servizi pubblici locali, compresa l'acqua. Il testo è dal 16 novembre all'esame dell'Aula della Camera dopo aver ottenuto il via libera dal Senato, ed è destinato a scadere il 25 novembre. Il decreto, approvato in prima lettura dal Senato, contiene l'attuazione di una serie di obblighi già giunti in scadenza per il ritardo o il non corretto recepimento della normativa comunitaria nell'ordinamento italiano (continua)
Ddl Senato - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 25 settembre 2009, n. 135, recante disposizioni urgenti per l'attuazione di obblighi comunitari e per l'esecuzione di sentenze della Corte di giustizia delle Comunità europee (testo)
Turbolenze italiote: "Palazzo Chigi - Dopo la riunione di governo i chiarimenti"
Non c'era bisogno che parlasse, infatti non ha parlato. Ma l'immagine che Berlusconi ha offerto ieri in Consiglio dei ministri — lo sguardo spento, il volto sofferente, un senso di estraniamento durante tutta la riunione — rendeva l'idea del distacco del premier. Il premier aveva lasciato fuori da Palazzo Chigi i timori di quello che considera il «nuovo complotto» ordito contro di lui dalla magistratura, le tensioni familiari che «mi stanno togliendo il sonno», e l'ira verso Fini con cui si è consumato un altro strappo. Era presente, ma era come se non ci fosse, assorto fino a dare l'impressione di essersi assopito, apriva gli occhi solo quando i ministri riempivano la stanza con urla e parole grosse. Le mani sul viso o tra i capelli, solo in un'occasione ha dato voce al proprio fastidio: «Dài, rinviamo. Se c’è un problema si risolve la prossima volta» (continua)
Francesco Verderami (Corriere della Sera - 13 novembre 2009)
LA BUGIA DEL DENARO FACILE
Il caso Parmalat getta una luce spietata su un sistema malato, scrive il corrispondente di Le Monde A dieci anni di distanza, i contribuenti francesi continuano a pagare di tasca loro gli errori del Crédit Lyonnais. E tra gli intellettuali parigini infuria il dibattito sul “declino della Francia”. Tutto questo induce l’osservatore francese a considerare con umiltà la situazione italiana e gli conferisce anche una certa competenza. L’Italia è realmente una grande Parmalat, un paese al tramonto, come suggerisce l’analisi – brillante ma molto pessimista – di Beppe Grillo? Il caso Parmalat – eccezionale per la sua ampiezza e rocambolesco per i dettagli svelati un giorno dopo l’altro – getta una luce spietata su un’epoca, un sistema, una società, proprio come ha fatto lo scandalo del Crédit Lyonnais sulla Francia degli anni ottanta e novanta. Manie di grandezza (continua)
Jean-Jacques Bozonnet, Le Monde
domenica 1 novembre 2009
L’altalena
Luigi cercava sempre di scansare viaggi in aeroplano. In volo, stava molto a disagio e non poteva manco attenuare il nirbùso col fumo perché sulle rotte nazionali la sigaretta era proibita. Per tornare da Torino a Roma, quel giorno, dovette assoggettarsi alla situazione: i ferrovieri avevano proclamato uno sciopero. Luigi si riempì le sacchette di caramelle, s’accattò un romanzo giallo e acchianò a bordo. L’aereo partì preciso, la giornata era chiara, atterrò con cinque minuti d’anticipo. Luigi non aveva bagagli, solo un borsone a mano (continua)
Andrea Camilleri (Favole del tramonto - 2000 - Edizioni dell’Altana)
Requiem per la politica, il cantautore siciliano e i “rincoglioniti” al governo: INNERES AUGE
Franco Battiato è molto diverso da come lo immagini. Allegro, scherzoso, spiritoso, talora persino un po’ cazzone. Forse perché, con la sua cultura sterminata e la sua pace interiore, se lo può permettere. Un uomo, però, armato di un’intransigenza assoluta, di un’insofferenza antropologica per le cose che non gli piacciono. E’ appena tornato da due concerti trionfali a Los Angeles e New York e ancora combatte il jet-lag nella sua casa di Milo (Catania). Parliamo del suo ultimo pezzo-invettiva “Inneres Auge”, già anticipato sulla rete: uno dei due singoli inediti che impreziosiscono l’album antologico in uscita il 13 novembre (“Inneres Auge - Il tutto è più della somma delle sue parti”). Una splendida invettiva che si avventa sugli scandali berlusconiani e sulla metà d’Italia che vi assiste indifferente e imbelle, con parole definitive: “Uno dice: che male c’è a organizzare feste private con delle belle ragazze per allietare Primari e Servitori dello Stato? Non ci siamo capiti: e perché mai dovremmo pagare anche gli extra a dei rincoglioniti…” (continua)
Marco Travaglio (da Il Fatto Quotidiano n°33 del 30 ottobre 2009)
Sic Trans Gloria Marrazzo
Testo:
"Buongiorno a tutti. Vorrei partire da una cosa che accadde 15 anni fa, esattamente 15 anni fa, nel novembre del 1994: Berlusconi aveva appena ricevuto il suo primo invito a comparire, quello famoso del 21 novembre, quando lui stava a Napoli a inaugurare un convegno internazionale sulla criminalità e il pool di Milano, credendolo già a Roma, gli mandò i Carabinieri a Palazzo Chigi per notificargli quest’invito a comparire, in cui gli si contestavano tre tangenti della Fininvest alla Guardia di Finanza. L’invito a comparire era una convocazione dell’allora e anche oggi Presidente del Consiglio per un interrogatorio e conseguentemente il pool di Milano - Borrelli, D’Ambrosio, Di Pietro, Davigo, Colombo, Greco - stava organizzando l’interrogatorio, che era piuttosto complesso in quanto avrebbe dovuto avvenire contestualmente in due stanze, con due personaggi diversi; da una parte avrebbero dovuto interrogare Berlusconi e, contemporaneamente, in un’altra stanza del Palazzo di Giustizia dovevano sentire l’Avvocato Berruti, consulente della Fininvest, che era stato sorpreso a inquinare le prove dell’indagine sulle tangenti Fininvest alla Guardia di Finanza e (continua)
Marco Travaglio (Passaparola - Postato il 26 Ottobre 2009)
...l'odio è un legame tra un individuo ed un altro. E’ quindi simile all'amore e, in quanto tale, altrettanto intenso...
ANDREOLI: Oggi parleremo dell'odio, un sentimento che sia nell'individuo,sia nelle società modifica il comportamento e porta ad azioni estreme. Guardiamo la scheda.
PRIMO LEVI: Non sono facile all'odio: lo ritengo un sentimento animalesco e rozzo e preferisco che le mie azioni e i miei pensieri, nel limite del possibile, nascano dalla ragione. Per questo motivo non ho mai coltivato l'odio come desiderio primitivo di rivalsa, di sofferenza inflitta al mio nemico vero o presunto, di vendetta privata. Devo aggiungere che, per quanto posso vedere, l'odio è un sentimento personale: è rivolto contro una persona, un nome o un viso. I nostri persecutori nazisti non avevano viso, né nome: erano lontani, invisibili, inaccessibili; prudentemente, il sistema nazista faceva sì che i contatti diretti fra gli schiavi e i signori fossero ridotti al minimo. Dopo la guerra, inoltre, il nazismo e il fascismo sembravano giustamente e meritatamente tornati nel nulla, svaniti come un sogno mostruoso, così come spariscono i fantasmi al canto del gallo. Come avrei potuto coltivare rancore o volere vendetta contro una schiera di fantasmi? Non molti anni dopo, l'Europa e l'Italia si sono accorte che questa era un'ingenua illusione: il fascismo era ben lontano dall'essere morto, era soltanto nascosto, stava facendo la sua muta per ricomparire in una veste nuova, un po' meno riconoscibile e un po' più rispettabile, più adatta al nuovo mondo che era uscito dalla catastrofe della Seconda Guerra Mondiale, che esso stesso aveva provocata. Devo confessare che davanti a certi visi non nuovi, a certe vecchie bugie, a certe figure in cerca di rispettabilità, a certe indulgenze e connivenze, provo la tentazione dell'odio con una certa violenza. Ma io non sono un fascista: io credo nella ragione e nella discussione come supremi strumenti di progresso, e perciò all'odio antepongo la giustizia (continua)
Vittorino Andreoli - Il Grillo (26/11/1998)
Dove
Dove
Immobile
Rino Porrovecchio (Fuoco di paglia)
DOPO BERLUSCONI ASPETTA E SPERA
Che l’Italia non sia più berlusconiana lo scriviamo da due anni, spesso rimproverati dalla sinistra istituzionale. Ora, con l’eccezione di Giovanardi e di alcuni pastori della Sila, lo sanno tutti. L’ecumenico sorriso di Monna Lisa Prodi è giustificato, ma non deve diventare fisso, come il ghigno da piazzista del cavaliere. Perché la strada è in salita e i sondaggi mutevoli. L’Italia non è berlusconiana, ma il potere sì. E dato che questo potere non è più temperato dalle regole della democrazia, non sarà semplice scalzarlo. In ogni paese flebilmente civile chi perde quattro elezioni di fila, l’ultima con otto punti di scarto si dimette, o quanto meno presenta le dimissioni. Ma questo è un paese dove il neuropremier vittimista è stato inquisito, stralciato, prescritto, i suoi più stretti collaboratori sono stati condannati per corruzione e appoggio alla mafia, e si è fatto finta di nulla. Perciò il nanetto di minoranza vuole dimenticare in fretta la macchinazione comunista di questo voto, e si dice pronto a cambiare la Costituzione e le leggi elettorali. Lo spalleggiano Fini e Follini, giganti che in due hanno il coraggio e l’indipendenza di pensiero di mezzo doroteo anni Sessanta. E soprattutto, il cavaliere gode dell’appoggio politico e culturale di un gruppo di picciotti padani col cinque per cento dei voti e del clan dei riformisti siciliani col cento per cento dei pizzi (continua)
Stefano Benni (Il Manifesto - Venerdì 8 aprile 2005)
Redazioni Facebook per cittadini digitali
Almeno dieci milioni di italiani sono iscritti a Facebook (di questi metà hanno meno di trent'anni). Il social network nasce nel 2004 come strumento di comunicazione tra studenti degli atenei americani: anche il nome “il libro delle facce” è mutuato da una pubblicazione che gli atenei Usa producono ogni anno con volti e nomi dei loro studenti. Facebook crescendo è diventato molto di più: un posto dove rimanere in contatto con gli amici e dove conoscere persone con interessi affini; ma anche un luogo dove condividere foto, video, pensieri, link e, anche... notizie (continua)
Federico Mello da Il Fatto Quotidiano n°25 del 21 ottobre 2009
Il concetto di ironia in Søren Kierkegaard
Kierkegaard affronta il problema dell'ironia nella sua tesi di laurea, pubblicata nel 1841 con il titolo Il concetto di ironia in costante riferimento a Socrate (ed. it., a cura di D. Borso, Guerini, Milano 1989). Si tratta di un'opera ricca di riferimenti al dibattito letterario e filosofico, poiché l'ironia - a partire dall'età del romanticismo - era diventata un tema particolarmente vivo ed aveva attirato su di sé l'attenzione di autori come Tieck, Schlegel e Solger. È tuttavia Hegel l'autore cui il giovane Kierkegaard si sente più vicino: nelle pagine della sua tesi di laurea, il filosofo danese ha infatti ben chiara davanti agli occhi la riflessione hegeliana sulla valenza soggettiva e negatrice dell'ironia, ed una delle mete cui il suo lavoro approda può essere forse indicata proprio nell'acquisizione di una prima parziale autonomia del giovane filosofo dalla pagina hegeliana (continua)
Paolo Spinicci - Le parole della filosofia, I, 1998
Lei è educato si vergogni
Nel regime di Berlusconia chi ha la sfortuna di aver ricevuto un'educazione, di aver imparato che non si dicono le bugie e si parla uno per volta, è fregato. Chi ha una reputazione fa di tutto per conservarla: ma chi ne è sprovvisto non teme di perderla, dunque parte avvantaggiato. Perché può fare e dire tutte le porcate che vuole, tanto da lui ci si attende il peggio. Prendete Gasparri, con rispetto parlando: continua a dire in tv che io vado in ferie a spese della mafia, ben sapendo che non è vero ma che nessun Vespa lo smentirà e nessuna Authority o Vigilanza interverrà. Prendete il miglior premier degli ultimi 150 anni, il più perseguitato della Storia (più di Gesù, per dire), il più buono e giusto: siccome è anche l'editore più liberale dai tempi di Gutenberg, una delle sue tv fa pedinare con telecamera nascosta (continua)
Marco Travaglio da Il Fatto Quotidiano n°22 del 17 ottobre 2009
Umberto Galimberti: IL SACRO o LA DIMENSIONE SIMBOLICA
Oggi pomeriggio parliamo di una dimensione che ci fa vedere in qualche modo all’origine dell’uomo; è ciò da cui l’uomo si è potentemente difeso e che continua ad operare e che io ipotizzo essere il vero antagonista dell’apparato tecnico, che non è la buona volontà degli uomini, non il loro romanticismo, non la loro nostalgia dell’umano come l’hanno conosciuto, non tutte le cose nelle quali noi collochiamo le nostre “speranze”.
Umberto Galimberti - Tratto dall'articolo IL SACRO o
COME VA? Da: "Il secondo diario minimo" di Umberto Eco (con aggiunte apocrife)
1. Icaro: "Uno schianto"
2. Proserpina: "Mi sento giù"
3. Prometeo: "Mi rode..."
4. Teseo: "Finché mi danno corda..."
5. Edipo: "La mamma è contenta"
6. Damocle: "Potrebbe andar peggio"
7. Priapo: "Cazzi miei"
8. Ulisse: "Siamo a cavallo"
9. Omero: "Me la vedo nera"
10. Eraclito: "Va, va..."
11. Parmenide: "Non va"
12. Talete: "Ho l'acqua alla gola"
13. Epimenide: "Mentirei se glielo dicessi"
14. Gorgia: "Mah!"
15. Demostene: "Difficile a dirsi"
16. Pitagora: "Tutto quadra"
(continua)
Da: "Il secondo diario minimo" di Umberto Eco (con aggiunte apocrife)
"la memoria della storia": Delle amicizie pericolose di molti esponenti siciliani di Forza Italia
Quando, lunedì 3 agosto 1998, fu arrestato Giovanni Mauro, presidente della Provincia di Ragusa ed esponente di Forza Italia, Enrico La Loggia, capogruppo di Forza Italia al Senato, subito dichiarato: Attenti a un nuovo caso Musotto. La persecuzione giudiziaria (nemmeno più l’errore giudiziario) e diventata ormai spiegazione esaustiva e giustificazione preventiva di ogni atto della magistratura nei confronti di ogni esponente di Forza Italia, dal suo leader all’ultimo degli aderenti.
Un atteggiamento che ha fatto scuola: tanto che dopo l’arresto di Francesco Schiavone detto Sandokan, boss dei Casalesi, il più ricercato tra i nuovi capi della Camorra campana, la moglie rilasciò ai giornali risentite dichiarazioni secondo cui il marito era vittima di una persecuzione dei comunisti. La signora Sandokan, evidentemente, ha imparato la lezione mediatica e, democraticamente, ha applicato a se lo schema già ampiamente utilizzato in tanti casi da autorevoli esponenti della politica (continua)
Gianni Barbacetto ("La memoria della storia" - http://www.societacivile.it)
Il mito di Piramo e Tisbe
Tranne Adamo, che non aveva nessuno al quale attingere, tutti gli altri autori, chi più, chi meno, hanno copiato da un predecessore. Magari senza volere, inconsciamente, ma hanno copiato. Uno dei più sfacciati in tal senso è stato William Shakespeare: la sua tragedia Romeo e Giulietta ripercorre, passo dopo passo, la triste storia di Piramo e Tisbe, favola babilonese di due giovani innamorati, appartenenti a due famiglie che si odiavano a morte. Piramo, juvenum pulcherrimus, e Tisbe, praelata puellis (lui, bellissimo tra i giovani, lei, prescelta tra le fanciulle) abitavano nello stesso edificio. E fu proprio grazie a questa vicinanza che ebbero modo di conoscersi. All'inizio si guardarono da una finestra all'altra del cortile, poi s'incontrarono per le scale, infine si dettero i primi baci e si amarono teneramente, come da copione. Purtroppo, però, le loro famiglie si odiavano da sempre (continua)
Luciano De Crescenzo (ZEUS I MITI DELL'AMORE - ARNOLDO MONDADORI EDITORE)
Passaparola di lunedi 19 ottobre 2009
Marco Travaglio (Blog Beppe Grillo - Postato il 19 Ottobre 2009)
"Se il mio fondoschiena vale più di due lauree"
"CARO DIRETTORE, ad Adrian Michaels che sul Financial Times critica il trionfo di veline e donne nude in Italia vorrei dire che il problema non è femminile. Non è tanto il femminismo ad aver fatto passi da gigante però all'indietro, semmai è il maschilismo italo-pakistano (per parafrasare una recente affermazione di Giuliano Amato) che ormai troneggia da tutte le parti.
Per come la vedo io, la signorina Canalis ha raggiunto benissimo il suo obiettivo e cioè successo e soldi e alzi la mano chi tra le donne non rinuncerebbe al proprio stipendiuccio e ad un po' di amor proprio femminile se gli mettessero sul piatto un milione di euro per mostrarsi sorridente... ma anche un uomo direi, no? Della serie: chi è più scemo signor Michaels, la Canalis o chi gli va dietro?
Per quel che mi riguarda sono problemi che vivo ogni giorno, ma davvero ogni giorno. Ho 39 anni, sono single, due lauree, (una in architettura e una in conservazione dei beni architettonici), due master, uno in economia e uno in studi storici, una specializzazione in consolidamento, un dottorato di ricerca e ... un gran bel fondoschiena" (continua)
Mila Spicola (La Repubblica - 17 luglio 2007)
Alte scariche dello Stato
Nel mondo libero un cittadino comune può criticare anche aspramente un potente, che ha tutte le armi per difendersi. Se invece è un potente a offendere un cittadino, questo deve avere giustizia perchè non ha altro usbergo che il “giudice a Berlino”. In Italia accade esattamente il contrario: se un politico insulta un quivis de populo, quello si protegge con lo scudo spaziale dell'insindacabilità parlamentare; viceversa basta una pallida critica per far scattare la lesa maestà. Soprattutto se il malcapitato ha espresso le sue critiche nel circondario di Roma, dove ha sede il vecchio (e a tratti redivivo) porto delle nebbie. Forte coi deboli e debole coi forti, una fetta della magistratura romana si propone come surrogato del fu lodo Alfano: botte da orbi a chi critica il potere. A meno che le offese non vengano da (continua)
Marco Travaglio da Il Fatto Quotidiano n°19 del 14 ottobre 2009
La mafia controlla l’Italia già da tempo
La mafia italiana non viene quasi più combattuta nel proprio paese, afferma la giornalista Petra Reski. E altrove in Europa l’influenza della mafia viene troppo spesso sottovalutata. Un paio di mesi fa il direttore dell’emittente pubblica RAI Uno è stato bacchettato dal Vaticano. Nel corso di un programma su Eluana Englaro, a cui il giudice aveva accordato la facoltà di morire dopo un coma di 17 anni, il direttore aveva permesso alla giornalista Petra Reski di dire che trovava strano che il Vaticano avesse una forte opinione su questo caso, mentre da decenni non dice niente riguardo alla mafia, che ha causato migliaia di morti e domina interi settori della vita pubblica. La chiesa cattolica, con il premier Berlusconi al suo fianco, ha trovato l’affermazione sconveniente (continua)
Articolo (Italia dall'Estero, pubblicato giovedì 3 settembre 2009 in Olanda). [Articolo originale " 'De maffia heeft Italië al lang overgenomen' " di Dirk Vandenberghe]
La legge è uguale per tutti, ma non necessariamente lo è la sua applicazione.
"La legge è uguale per tutti, ma non necessariamente lo è la sua applicazione".
Nicolò Ghedini - Roma, 6 ottobre 2009
Falso che al Quirinale si siano "stipulati patti" sulla legge Alfano
"E' del tutto falsa l'affermazione che al Quirinale si siano "stipulati patti" su leggi la cui iniziativa, com'è noto, spetta al Governo, e tantomeno sul superamento del vaglio di costituzionalità affidato alla Consulta.Una volta rilevata, da parte del Presidente della Repubblica, la palese incostituzionalità dell'emendamento "blocca processi" inserito in Senato nella legge di conversione del decreto 23 maggio 2008, il Consiglio dei Ministri ritenne di adottare il disegno di legge Alfano in materia di sospensione del processo penale nei confronti delle alte cariche dello Stato" (continua)
Nota della Presidenza della Repubblica del 12 ottobre 2009
"'nciurie" ....... ovvero soprannomi o appellativi in uso in Sicilia
I soprannomi sono state rintracciate con visite in loco o raccolte da studiosi locali. Origine del sopprannome o ingiuria nasce con qualsiasi pretesto: da dicerie paesane, dalla vita quotidiana, dal ripetersi di certe azioni, modi di fare e dire, dal proprio lavoro. Può essere inteso sia in modo offensivo che semplicemente per individuare la persona.Una lista parziale ed aggiornabile dei soprannomi in uso a Casteldaccia (continua)
http://casteldaccia.net/index.php?option=com_content&view=article&id=49&Itemid=47I fatti del Fatto
11 ottobre 2009 II primo fatto del Fatto è che in quindici giorni di vita il giornale che state leggendo ha venduto, in media, circa centomila copie e non è mai sceso sotto quota 80mila. In più vanno considerati i 36mila abbonamenti, di cui 13 mila postali e 23 mila via internet. Ricordiamo che nel conto economico della società editrice la nostra linea di galleggiamento è stata fissata intorno alle 10-12mila copie. Sono numeri che, naturalmente, ci danno entusiasmo ma da leggere con estrema prudenza (continua)
da Il Fatto Quotidiano n°17 dell'11 ottobre 2009
Conto alla rovescia mortale su Facebook
Qualcosa che non va deve pur esserci, se la gente ormai si rifiuta anche solo di acquistare un quotidiano prima di andare al lavoro, se una volta arrivati a casa si preferisce seguire un cartone animato piuttosto che ascoltare gli ultimi assurdi fatti di cronaca. Stamattina, come sono ormai solita fare da anni, ho acceso il mio notebook e, dopo aver letto la posta, mi sono decisa a sfogliare virtualmente un po’ di giornali. Tra un titolo e l’altro, ecco l’assurda e dolorosa notizia del giorno: un giovane, un ragazzino di appena 15 anni si è “ucciso su Facebook”. Sì, proprio su Facebook. L’atto finale del folle gesto è stato prendere una corda ed impiccarsi, ma già da diversi giorni l’adolescente segnava sulla propria bacheca la conta dei giorni che l’avrebbero poi portato a compiere il folle gesto. Il fatto è accaduto a Torre del Greco, nel napoletano (continua)
di Maria Elena Fazio Per BlogSicilia è tutto, a voi la linea.
E' vero, dobbiamo stare attenti a chi imbarchiamo
Paolo Flores d’Arcais, prima su Micromega e poi con una intervista a Il Fatto, ha posto la questione dell’identità dell’Italia dei Valori e più ancora della qualità della sua classe dirigente. In particolare D’Arcais – dopo aver dato atto del brillante risultato ottenuto da Idv alle ultime elezioni europee (8% dei voti validi) e dopo aver esaminato nome per nome la classe dirigente di Idv distribuita sul territorio – ha segnalato una marcata dissonanza fra le nobili battaglie portate avanti a livello nazionale (e anche internazionale grazie alle magnifiche candidature proposte per le elezioni europee 2009) e taluni eletti o amministratori di Idv che fanno politica a livello territoriale (continua)
da Il Fatto Quotidiano n°13 del 7 ottobre 2009 Articoli | Antonio Di Pietro