mercoledì 6 gennaio 2016

La fine del "posto"


Le accanite diatribe di questi giorni sull’abolizione dell’art.18 inducono nell’osservatore spassionato due ordini di considerazioni apparentemente conflittuali. Da una parte, non c’è dubbio che stiamo assistendo al paradosso di un governo “di sinistra” impegnato a perseguire, nella regolamentazione del lavoro, il progetto  liberista tipico del più classico capitalismo. La cosiddetta “flessibilità” – nome nobile per definire la precarietà - è, infatti, in buona sostanza, la rinunzia a garantire la certezza del posto di lavoro e la consegna senza riserve del destino del lavoratore nelle mani dell’imprenditore (continua)

Giuseppe Savagnone (tuttavia.eu/leggi-i-chiaroscuri)

 

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